9 FEBBRAIO 2013

Fare, per fermare il cretino

Mi è venuto in mente il barone di Munchausen, un po’ perché Oscar Giannino è uguale, baffi e palandrane, c’è poco da dire, è evidente. Poi perché la freccia nel simbolo di Fare per Fermare il declino mi ha fatto pensare al barone a cavallo della palla di cannone. E poi perché Giannino sembra un po’ matto, come il barone, anche se in realtà quelli che ha intorno, voglio dire, gli altri protagonisti della destra italiana, sono decisamente più matti di lui.
La chiameremo destra B, B nel senso di Berlusconi, e B nel senso di serie B, laddove in qualsiasi altro Paese, di norma, c’è una destra di serie A, seria, governativa, liberista, che vuole abbassare le tasse e alleggerire lo Stato, e poi una destra di serie B, che prende qualche voto marginale, che non di rado nasce per volontà di un plutocrate, che sostiene la Terra sia stata creata, come scritto sulla Bibbia, solo seimila anni fa, oppure che esista un dio Po, che Mubarak abbia una nipote cubista e disinvolta, che Mussolini sia stato uno statista, che il falso in bilancio non sia un reato, e così via, ci siamo capiti. Una destra che prende lo zerovirgola, perché insomma, anche i conservatori, in genere, sanno che quella della Bibbia è un’allegoria, e che Mubarak non ha nipoti con le tette così grosse. In genere, appunto.
E quindi, qual è la destra bizzarra, quella di Giannino, con i suoi gilet di broccato e i baffi impomatati, o quella che manda in tivù Gasparri, Santanché, Salvini, Bondi? Indubbiamente la seconda, ma per qualche ragione, per vent’anni, è proprio questa che ha governato, che ha preso i voti, peggio, che è stata presa sul serio da trasmissioni in cui giornalisti con un malinteso senso della par condicio hanno messo a confronto sostenitori della Terra sferica con quelli della Terra piatta, poiché in fondo tutto è opinabile. E dev’esserlo davvero, perché a quanto pare c’è un sacco di gente disposta a fidarsi di chi dice che la Terra è piatta, tanto che persino ad alcuni tra noi ad un certo punto è venuto il dubbio.
E invece no, non è vero, la Terra non è affatto piatta, ma vallo a spiegare. Io, a un certo punto, sono arrivato ad augurarmi la Thatcher. La Thatcher, o una come la Thatcher, l’equivalente del Babau per qualsiasi progressista occidentale: ma qualsiasi cosa, piuttosto di un altro talk show con La Russa.
Ma la Thatcher non è arrivata, e forse nemmeno lei ce l’avrebbe fatta, contro i sostenitori della Terra piatta all’apice della loro forma. Poi si sono logorati, ci son voluti vent’anni ma si sono logorati, resta solo una nostra paura residua che si tratti di un momentaneo appannamento, e non della loro fine che da tanto auspichiamo.
Il 25 ne sapremo di più, immagino, ma nel frattempo è arrivato Giannino, e tutti i giorni ce lo troviamo in tivù a presentare il suo nuovo partito, e le sue mise. Ed è strepitoso. Noi si picchia, su Berlusconi, ma un po’ ci si tiene, perché non si vuole passare per quelli che nella vita pensano solo a picchiare su Berlusconi. Comprensibilmente, ché a noi ci si rinfaccia la carenza di antiberlusconismo ma anche il suo eccesso, viviamo accerchiati. Lui invece lo randella a mazzate sui denti, continuamente, bam bam bam bam. Lo randella da destra, ed è uno spettacolo meraviglioso, non facciamo altro che linkarcelo a vicenda sui socialini.
Lo fa col mestiere che già aveva di suo, come sa chi lo seguiva in radio, e lo fa da politico-politico, giacché molto prima che giornalista, Giannino è stato allievo di La Malfa padre, in tempi in cui di uno come La Malfa si diceva che era un galantuomo, categoria poi soppiantata dalla rivincita dei trogloditi. Lo fa con argomenti economici che altri suoi colleghi troverebbero discutibili, e che visti da sinistra lo sono di sicuro, ma che all’orecchio dell’ascoltatore sembrano quantomeno fondati, pur non venendo da un vero accademico, così come Piero Angela spiega bene le cose anche alle massaie pur senza essere uno scienziato. Dalle massaie alle masse, il meccanismo in teoria è lo stesso, ed è proprio per quello stile spigliato, che da tanti anni seguiamo Noise from Amerika, il blog di economisti Chicago school certamente destro, ma altrettanto certamente molto divertente e ben scritto, e dai cui post è nato il partito del Fare. Ma questa, appunto, è la teoria, mentre in realtà la campagna di Giannino è stata finora relegata a fenomeno di nicchia, culto per pochi, godimento segreto tra adepti ignorato dai sondaggisti, la cui bilancia in genere è tarata sulle tonnellate e misura tutto il resto in briciole percentuali.
Questo fino a pochi giorni fa: poi è successo che Berlusconi, a Ballarò, tra tante cose che poteva dire, oltre a farsi prendere a schiaffoni da Floris, si è scagliato proprio contro Giannino, reo di impedire le magnifiche sorti e conservative del suo progetto a lunghissimo termine, quello della sua immortalità. Poi lo stesso Giannino ha dato in un confronto dalla Gruber una storica ripassata a Sallusti, tornato da penitente in cerca di grazia all’impenitente di sempre, e Sallusti medesimo ha poi nervosamente cercato di vendicarsi rivelando presunte pessime abitudini igieniche del gatto di Giannino, per dire il livello. Infine l’argomento definitivo, un presunto sondaggio nelle mani di Berlusconi in cui Giannino sarebbe oltre il 4 per cento in alcune regioni chiave, dove il suo risultato gli sarebbe fatale.
E, finalmente, l’arrivo di Giannino nella mia piccola città, giusto ieri. Nello stesso giorno di Bersani, che ha riempito un teatro da 600 posti nel pieno di un pomeriggio lavorativo, Giannino due ore dopo ha fatto nel totale e incredulo stupore di chiunque persino di meglio, portandone 700 all’auditorium del nostro polo universitario. In una città di provincia, un tempo industriosa e oggi in crisi, una città borghese di tradizione moderata, liberale, che in anni recenti si era completamente consegnata alla destra di serie B, pur disprezzandola. Una città piccola che non fa statistica, certo, però intanto Giannino ci ha fatto un pienone laddove di solito nemmeno i tornado riescono a scompigliare i capelli biellesi rigorosamente pettinati per trama e ordito. E poiché un cane non scodinzola mai per caso, forse è un segno.
E allora chissà, forse sarà Giannino a fare a Berlusconi lo scherzone che temiamo Ingroia faccia a noi, magari nella sola Lombardia, basterebbe. Forse c’è un ceto, produttivo e silenzioso, con i suoi valori magari ai miei occhi discutibili, ma comunque dignitosi e soprattutto non negoziabili, che non è più disposto a credere che la Terra sia piatta, perché con quella cartografia le sue merci si imbarcano senza mai arrivare da nessuna parte. Tutte cose che, certo, noi cerchiamo di spiegare da un pezzo, ma con grande fatica, e che è liberatorio sentire da qualcun altro, finalmente. E forse c’è la possibilità per questo Paese di avere una destra normale, una situazione chiara, in cui ci si confronta da un lato all’altro, ma levando di mezzo tutte le stronzate di cui abbiamo discusso negli ultimi due decenni fingendo fossero vere. Una destra borghese che non impartisce barbose lezioni stando davanti a librerie di Treccani, ma che incalza la sua concorrenza interna dimostrandosi più brillante del populismo becero, che fa dell’intelligenza un vantaggio, e non un gap nei confronti di elettori guardati dall’alto in basso. Una destra che, in questa lunga e faticosa legislatura, per un attimo abbiamo sperato venisse costruita da Fini, o da Montezemolo: ma non poteva funzionare, e infatti non ha funzionato. Ed è un peccato, perché una destra così farebbe bene a tutti, e in fondo anche alla sinistra: non perché ci si debba alleare, giacché questo vizio di voler andare con chiunque dimostri appena più buon senso di un tostapane, seppur palesemente destro e inconciliabile con un pensiero di sinistra, faremmo bene a togliercelo, ma perché qui siamo al paradosso che la sinistra fa le liberalizzazioni e la destra le cancella, insomma, a ognuno il suo ruolo, perché così non si capisce più niente.
Guardando i baffi di Giannino in effetti mi viene qualche dubbio, che proprio lui riesca nell’impresa di costruirla, una destra così, di certo non sarà facile. Ma quando scruto nello sguardo bovino della Gelmini, tutto sommato, mi torna la speranza.

  1. Bello e condivisibile Paolo!!

  2. E se Ingroia fosse la sinistra di Serie A?

  3. Già corretto, grazie.

  4. Se dici a quelli di Fermare il Declino che sono di destra si incazzano come faine.

  5. Dici? Non credo, dipende da cosa intendiamo per destra, appunto. Io pensavo ai conservatori inglesi, per dire.

  6. Bene. Bravo. Bello (il pezzo, intendo). Peccato, però, per la tua matrice politica, alias partito. E per quei partiti un po’ più a destra. E per quelli un po’ più a sinistra. Però rubo. Anzi, condivido

  7. Caro Fabio, ne abbiamo parlato a volte, come sai io sono abbastanza per il bipartitismo. Poi qualcuno potrebbe dire che a una destra bizzarra corrisponde una sinistra bizzarra, tipo quella che vuole uscire dalla Nato, o che si commuove ai funerali di Kim Jong-il. Non vado matto nemmeno per quelli, ma gli riconosco almeno di avere avuto un po’ meno responsabilità, in quello che è successo in Italia in questi anni.

  8. …commento meraviglioso, lucido, scritto benissimo.

    francescamanimali
  9. ciao Paolo Cosseddu! io credo che Giannino rappresenti una destra liberale e di governo, quella destra che in Italia manca e di cui si sente un forte bisogno. Per rendere, intendo, il nostro Paese “normalizzato” con la politica presente in Europa. P

  10. @ Stefano
    La sinistra di serie A sarebbero i socialisti che non rubano.

    Comunque, questo campionato non è eterno. Adesso che c’è il coordinamento europeo, possono nascerne altri locali su basi territoriali più piccole e socioeconomicamente più omogenee. Catalunya docet. Buon 16 febbraio.

  11. perché, con la vita in salita anche per molti a destra, avrebbero dovuto capirlo che la terra non è piatta. bello, Pa’

    Paolo DV
  12. Io non ho pianto ai funerali del Caro leader e mi sento pronto a sopportare il peso delle esequie del lìder maximo. Eppure sono un attivista della exit strategy dalla Nato (e un giorno qualcuno m spiegherà in parole povere il perché dell’assioma dell’inviolabilità del tabernacolo atlantico… ma il patto di varsavia non ssi è sciolto da mo’?). Lungo lungo lungo pellegrinaggio tra i santuari dell’ontologia mediatica, quello compiuto dalla sx post-bolognina, succube d una sudditanza culturale che nasce dall’annichilimento: quelli più a sx, cristallizzati sull’omeostasi, in precario equilibrismo e più conservatori dei teocon, e quelli più ‘riformisti’? ostaggio degli aut aut dei padroni del vapore, dei vaporetti e dei reflussi aerofagici: disposti a tutto pur d accreditarsi come… ‘responsabili’… . Un pellegrinaggio facilmente rintracciabile dalla infinita teoria di secrezioni biliiari, lacrime e sangue che ha lasciato impresso. Paolo, dai, cos’è il Pd, oltre l’acronimo di una bestemmia? Gruppo di potere, lobby parlamentare di una certa nouvelle vague confindustriale e dei rottami lega-conf-cooperativi? Dobbiamo per forza entrare nel merito? Io sono disposto a farlo, ma dove porterebbe? Io, comunista, che ho sempre ereticamente aderito a quel mostro assiologico del voto utile, quando Veltroni era ancora il responsabile ‘propaganda’ dei comunisti che tante colpe ha/hanno nel baratto “Rai 3 – decreto antenne”. Io, sensibile all’esorcismo dei brutti e cattivi, che è valso un ingresso disgraziato (per modi e tempi) nella moneta unica, senza uno straccio di liberalissima legge sul conflitto d’interessi o un’idea tangibile di rappresentanza di interessi (perché questo è la politica, non l’abortito ecumenismo di borgata dei veltroncini e renzetti vari). Paolo, serve una revisione della sdrucita carta delle deleghe, una riforma dei meccanismi partecipativi, per esorcizzare l’egemonia del sottosistema economico sul politico (e il Pd è demiurgo o, perlomeno, correo, di questo processo), per affrancarsi dalle infiltrazioni mafiose (infiltrazioni…) e mercantistiche. Non un cenno sui patti lateranensi, sulla necessità di liberare risorse dalle feudali corvè degli insegnanti di religione, dell’8×1000, etc etc, sulla riforma delle forze armate (l’unico esercito con più ufficiali – strapagati- che soldati… in tempo di pace). Per la prima volta in 41 quasi 42 anni non voterò, o esprimerò un voto di mera protesta (non Grillo, intendiamoci). Sono un esodato della politica, intesa come effervescenza passionale, emotiva, empatica. Grazie ai Bersani, alle Bindi, ai Renzi, ai Vendola (Ingroia e quell’accozzaglia a cui speravo d poter indirizzare il mio voto d protesta manco la prendo in considerazione). Donne e uomini di buona volontà… buona fortuna

  13. Ecco, vedi, tu comunista, io no.

  14. t auguro comnq d meglio

  15. Anche a te, un abbraccio forte.

  16. Analisi lucidissima e impeccabile, quanno ce vo ce vo. Detto questo, anche io qui a Milano sto osservando sottotraccia un consenso crescente per Giannino che mi fa un pò sperare (soprattutto se unito agli appelli di molti montiani al voto disgiunto alla regione). Ci sarebbe poi molto da discutere se alcune delle tesi di boldrin, bisin, brusco e gli altri di NfA non siano veramente rivoluzionarie e favore di interessi quasi negletti dalla sinistra che conosciamo in Italia (giovani disoccupati, partecipazione femminile al mercato del lavoro, tutela per le mamme lavoratrici) ma questo è un’altro discorso e secondo me con le primarie ci siamo espressi abbastanza chiaramente. Tema per le prossime elezioni che, temo, ci saranno piuttosto presto.

    L'ottimista
  17. Dirò che a me Giannino sta simpatico, anche perchè condivido con lui la provenienza politica d’origine: i repubblicani, i cosidetti “liberali di sinistra”. Poi lui ora è diventato molto liberale e molto meno di sinistra, io sono rimasto fedele all’idea originaria ed ho trovato casa nel PD. Condivido anche il titolo della sua proposta “Fare, per fermare il declino”, meno il suo svolgimento. Che si debba Fare è indubbio, è notizia di ieri: la produzione industriale è ai livelli del ’90…o ci si inventa qualcosa o il declino sarà inevitabile. E su questo sono pessimista, anche perchè non dipende tanto dalla politica quanto dall’anagrafe di un paese che invecchia ed è sempre meno produttivo (per questioni di età appunto ma anche di pancia piena). I giovani immigrati sono di aiuto ma questo non basta. Poi oh, io sono a favore della decrescita felice, se c’è una nuova via, sostenibile in senso ambientale e finanziario, per stare tutti un po’ meglio con meno ben venga …

    Quanto al rapporto con la destra B. io credo che ci sia un grosso equivoco ventenale che scusa se te lo dico ma nemmeno tu Popolino hai colto nel tuo post. Giannino è un libeale autentico, come quel PLI, partito di Confindustria, che nella Prima Repubblica aveva il 2%: queste sono, con qualche oscillazione per le mode e la simpatia per il nostro Barone, le percentuali dei liberali di destra in ltalia. La destra B. è liberale solo nelle parole del suo Capo, lui magari sincero (almeno in questo…), ma populista nei fatti e nella scelta delle alleanze (penso alla Lega). La destra B. non viene votata soltanto da gente coi soldi (dichiarati o meno), ma anche da tante persone e famiglie meno abbienti, da tanti lavoratori come la classe operaia del Nord, che la sinistra dice di voler rappresentare ma che in realtà non rappresenta più (e la sinistra dovrebbe farsi più di una domanda in questo senso…). Insomma un elettorato populista, quello dei diritti e delle tutele solo per alcuni (“prima noi!”), che in Italia è sempre stato storicamente presente e si manifesta di più ed alza la cresta quando sulla scena politica compare l’uomo forte (dal “Grande Statista” del passato Ventennio a quello un po’ più basso di questo ventennio). Insomma questa è la destra che vince e che ha governato questo paese, poi speriamo davvero come dici tu che la destra A di Giannino possa operare una efficace azione di disturbo in queste elezioni e far vincere la sinistra B. (B di Bersani, ovviamente…).

    Matteo_M
  18. Fuori l’Italia dalla Nato. Benissimo, intanto però raddoppiamo gli ordini di aerei…

  19. Pingback: Un altro tipo di destra | [ciwati]

  20. Nell’analisi di Matteo_M manca un elemento fondamentale del voto al blocco Lega-PDL: la questione territoriale, cioè la questione dello sfruttamento fiscale coloniale ai danni di tre Regioni, Lombardia di gran lunga in testa e poi Veneto ed Emilia-Romagna comunque in “ottima posizione”. Si può tranquillamente far finta che non esista, ma esiste. E non è questione di pretendere “diritti o tutele solo per alcuni”, ma solo di vedersi trattare come le altre Regioni-motore d’Europa. Che poi questo problema, che a mio modesto avviso è IL problema, abbia trovato “risposte” (absit iniuria verbis) da parte delle imbecilli dirigenze berlusconian-belleriane, non significa che non esista. O che non si tratti di questione patologica ma semplicemente fisiologica. Significa che le popolazioni interessate delegano e non partecipano, ad esempio: e questo è un limite culturale, senza dubbio. Ma significa anche che dall’altra parte, a sinistra, questo problema non lo si vuole nè riconoscere nè tantomeno rappresentare. E anche questo è un grossissimo problema. Innanzitutto per la sinistra stessa e, specificamente oggi, per Ambrosoli e per il PD, che dopo 18 anni di Formigoni, non a caso, devono aggrapparsi a Giannino per sperare.

  21. Articolo bellissimo che ho diffuso su FB. Anche io faccio un blog “impegnato” (vedi). Da riformista deluso ogni tanto Giannino mi tenta (l’ho messo da tempo tra i blog interessanti del mio sito) ma tutto un passato di sinistra mi ferma ai blocchi di partenza.

     

  22. Credo che Giannino più che la Thatcher prenda a modello i liberali tedeschi, d’altra parte in Germania ci sono i democristiani, in UK no, e non si possono definire “conservatrici” le idee di Giannino. Comunque io (26 anni) ho votato PD da quando esiste (Scalfarotto alle europee, Marino e Renzi alle primarie), questa volta voterò Giannino.

    Matteo
  23. Giannino prendera’ il 2% nella regione dove prendera’ di piu’ (il Piemonte). Lo scrivo, poi ne riparliamo il 26 febbraio.

    Francesco Cerisoli
  24. bello! e speriamo che sia davvero così….

    Marco De
  25. Credo che la regione dove prenderà di più sarà il Veneto e poi la Lombardia. E credo supererà al 4%, ma purtroppo solo in queste due realtà. Nel computo nazionale lo vedo sul 2,5%.

    Da ex elettore del PD, credo però che risucchi voti (pochi) da entrambi gli schieramenti. Quelli che votavano Lega o berlusconi ora piuttosto votano Grillo

    Riccardo
  26. Un intero post senza nemmeno un insulto al Pd e a Bersani, ma cosa è successo questo blog?!

    Pietro
  27. Ho ricevuto il suggerimento di guardare questo blog da un amico.

    Mi colpisce il tono di superiorita’ nei confronti di Giannino, che mi conferma come, in ambienti PD, non si sia ancora capita la situazione italiana.

    Il tessuto produttivo italiano (quello che paga le tasse per finanziare la spesa pubblica) e’ in serie difficolta’, strozzato da:

    a) il piu’ alto cuneo fiscale europeo (quando si considera anche l’IRAP)

    b) una giustizia civile impresentabile (certezza del diritto bye bye)

    c) crowding out sistematico del pubblico nei confronti del privato e mancanza di concorrenza (prova a fare concorrenza ad una azienda pubblica o degli amici degli amici …)

    d) generale idaguatezza del sistema Italia ad affrontare competizione internazionale (si va qui dalla mancanza di capacita’ di supportare le nostre aziende all’estero, al sistema di padrini e clientele che domina, tra gli altri, il nostro settore finanziario – MPS e’ solo la punta dell’iceberg, ragazzuoli …)

    Tantissime aziende stanno considerando la possibilita’ di muoversi fuori dai confini dell’Italia. Un gruppo di aziende venete presentera’ al prossimo Governo (sperando che la G maiuscola se la meriti, ma ne dubito) un papello di provvedimenti da prendere, se no se ne vanno ‘en masse’ in Austria. Austria e Svizzera ci stanno corteggiando pesantemente, offrendoci ottime condizioni (sono anche io dirigente/imprenditore).

    Giannino e’ la risposta piu’ seria allo stato dell’arte. FARE ha presentato un piano d’azione circostanziato, dettagliato e molto preciso, avendo avuto il coraggio di dire che per tagliare le tasse bisogna tagliare le spese. Indicando dove e quanto tagliare. Se foste stari ieri agli stati generali di FARE Vi sareste accorti che c’erano una massa  impressionante di persone al Milano Congressi (mai visto una sala cosi’ grande in vita mia). Avreste sentito dire che meno spesa significa in molti casi spesa piu’ efficiente ed avreste capito come la maggiore concorrenza aumenta informazione e innovazione e riduce i prezzi (consiglio lo special sui paesi nordici del penultimo Economist, tra l’altro).

    Chi continua a difendere la spesa pubblica oggi o e’ un demagogo un po’ furbetto oppure e’ uno stolto, che non ha capito che tra un po’ mancheranno del tutto le entrate a questo paese. La spesa pubblica non potra’ piu’ essere finanziata e le pensioni non potranno piu’ essere pagate perche la produzione e’ stata STROZZATA ED AMMAZZATA. Manchera’ la capacita’ produttiva perche’ le aziende o muiono, o mangiano anche loro dalla vorticosa spesa pubblica (con poche chance future, hanno il destino segnato, vedi ALITALIA ed MPS), o SE NE VANNO.

     

  28. Dario, senza offesa ma secondo me hai frainteso il tono del post, perché qui non c’è proprio nulla di irrispettoso nei confronti di Giannino, semmai l’opposto.

  29. …ma li trasmettono solo nei cinema di Trento i loro orribili spot elettorali tipo Codicedavinci-angeliedemoni-ecc ?

    Mrs
  30. Nel frattempo il declino accellera,accellera,accellera,accellera,accellera,accellera,accellera……
    A questo punto “ACCELLERIAMO GIANNINO”…..più lo accelleriamo più lui si allontana.

    Ercoli
  31. Pingback: azierno

  32. Il  problema è che una persona di destra, liberale, libertaria, riformista, che abbia deciso di rivotare Berlusconi (e che tu speri si faccia invece convincere dalla proposta di Giannino), semplicemente, in Italia NON esiste.

    Se qualcuno oggi ha deciso di votare ancora per B., nonostante l’ultimo allucinante quinquennio, non è un essere umano, è un robot programmato per votare, e c’è da chiedersi come facciano  a programmarlo. Volendo credere che si tratti di semplice persuasione da ventennale propaganda mediatica populista,  la sola speranza che qualche robot si ribelli è che subisca le interferenze del nuovo mago della propaganda populista, e nemmeno vi sto a dire il nome.

    (comunque, come dice qualcuno più saggio di me, la rimonta, di questo o di quello, non esiste, perchè nessuno è ancora partito. Si parte tutti insieme, tutti sulla stessa linea, e la gara dura un secondo. Può veramente succedere di tutto, chiedere ad Aznar !)

    Fabbrizz
  33. Pingback: Il più pulito c’ha un PhD | Popolino | Il blog di Paolo Cosseddu

  34. 21 febbraio 2013: d’incanto si strappa il velo e si scopre che Giannino è solo l’ennesimo caciottaro… per anni si è presentato come plurilaureato intascando inviti (a pagamento) a congressi, università, talk show ecc., (perchè purtroppo da noi il pezzo di carta è fondamentale) e dicendo cose anche condivisibili, e alla fine incolpando il solito stagista. I CV erano taroccati da anni!

    E’ inutile..il dna dell’italiano è quello.

     

    Saluti e avanti il prossimo

    Franco Ernaldi