23 DICEMBRE 2010

Canto di Natale

scroogeEbenezer Max era l’uomo più avido e dispotico dell’intera città. Semplicemente, odiava tutti. Al mattino era solito affacciarsi alla finestra e svuotare il suo pitale sui giornalisti che lo attendevano dabbasso, fuori dal portone. Poi, sogghignando come un demonio, soddisfatto di quella sua cattiveria, si inventava qualche perfido e impossibile compito per il suo servitore Nicola. 
- Oggi – disse – devi lanciare un appello invitando tutti i grandi dittatori del mondo a entrare nel Pd. Putin, Kim Jong Il, Gheddafi, li voglio tutti.
- Ma… come faccio – replicò Nicola balbettando – ragioni, padron Max, la prego…
- E Chavez, non dimenticarti Chavez – aggiunse Max infilandosi cappotto e colbacco -
Ah, poi devi dire a Luciano che stasera, per cena, voglio una nuova legge elettorale. Proporzionale doppio turno… all’australiana. Senza preferenze, mi raccomando, che non le digerisco.

Così sentenziò, e uscì tirandosi dietro la porta con gran fragore.
I giornalisti si erano ormai dileguati, scoraggiati dalla spiacevole doccia di poco prima. Del suo autista, nessuna traccia. 
- Sarà di nuovo in malattia – borbottò Max tra sè – Come al solito.
L’autista, Walter, da qualche tempo stava poco bene. Doveva aver avuto qualche grave lutto, ma non erano cose di cui Max pensava di doversi interessare. Un tempo, Walter era stato suo socio in ditta, e poi principale concorrente, persino di un certo successo, finché non era caduto in disgrazia. Max gli aveva offerto quell’umile impiego da chauffeur non certo perché si fosse impietosito, ma per godere sadicamente della sua condizione.
“Così imparo a far favori alla gente”, pensò incamminandosi verso l’ufficio.
La mattinata era gelida, le strade coperte di neve, dallo sbuffo di condensa del suo fiato si formavano sui baffi ben curati piccole gocce ghiacciate. Non la giornata adatta alle passeggiate – “che comunque sono una gran perdita di tempo, diciamo” – eppure, per qualche ragione, le vie del centro sembravano attraversate da una qualche frizzante energia.
I lampioni addobbati a festa, le botteghe illuminate, le coppiette in ghingheri complici e sorridenti, strette nel lieto bighellonare.
- Che storia è mai questa? Non hanno forse costoro di meglio da fare? Non hanno un lavoro a cui presentarsi?
Così protestava, Max, all’indirizzo dei passanti distratti, quando da dietro un angolo gli si parò di fronte un ragazzino. Infreddolito, coperto di stracci, scosso da una brutta tosse.
- Che vuoi? – lo fulminò Max.
- Buongiorno, gentile signore. Sto raccogliendo firme a favore delle primarie – rispose lo sventurato.
- Primarie?
- Sì signore, è una cosa importante, signore. Servono a far partecipare tutte le persone di buona volontà!
Che strano, quel ragazzino mal messo così fiero, nel pronunciare quelle parole. Che comunque non ebbero l’effetto di smuovere il cuore di pietra del suo interlocutore, figuriamoci.
- Le persone – sbottò Max – sta a vedere che adesso dobbiamo preoccuparci delle persone. Fila via, brutto vagabondo – disse agitando il bastone.
- Anzi no… – si fermò di colpo, attraversato da un pensiero – prima dimmi: cos’è codesto deboscio?
- Prego, signore? – chiese il giovine.
- Cosa sono tutti questi festoni, i negozi illuminati, gli sfaccendati vestiti a festa che ciondolano senza posa carichi di pacchi e pacchetti?
- Ma signore – esclamò il poveretto, sorridente – come sarebbe? Oggi è la vigilia di Natale!
- Natale! Ci mancava il Natale! 
- Sì signore.
- Sciocchezze! Pazzie! Bah, ora fila, vai a importunare qualcun altro.
- Grazie signore, e auguri. Dio la benedica.
- Sì sì, come no – sentenziò Max riprendendo il suo cammino e infilandosi dentro un portone – Natale, figuriamoci.
Era finalmente arrivato in ufficio, la sede della sua società in via Sant’Andrea delle Fratte. La giornata, già iniziata nel segno del fastidio, stava improvvisamente per peggiorare. Anche nell’androne, infatti, qualche avventato – “un futuro disoccupato, diciamo” – aveva sparso addobbi e luci del tutto simili a quelli visti all’esterno. In un angolo, sotto un ramoscello di vischio, Rosy stava dando un casto bacio sulla guancia di Ermete.
-  Insomma! – tuonò Max – Ricomponetevi, suvvia. Siete forse impazziti anche voi come tutto il resto del mondo?
- Buongiorno Max – si affrettò a dire Rosy, imbarazzata – sa com’è, il Natale…
- Non voglio sentir parlare di questa stupidaggine, non qui. E portate via tutte queste baracconate. Subito. Rosy, vai al bar qui di fronte e…
- Cioccolata calda per tutti?
- Ma quale ciocciolata! Chiedi se han già letto il giornale e portamelo nel mio ufficio. E per pranzo…
- Ho portato un po’ di zampone con le lenticche… – disse timidamente Ermete.
- Macché zampone. Mezza tazza di brodo. Non serve che la scaldi, non sprechiamo gas. Mettila sulla stufa, e quando è tiepida portamela. E poi spegni la stufa.
Così disse, entrando nel suo ufficio e sbattendo la porta alle sue spalle.
“Finalmente solo”, pensò levandosi il pastrano e crollando sulla sedia. “Natale, primarie, il mondo va alla rovescia”, rifletté tra sé socchiudendo gli occhi, stranamente stanco. La giornata era appena iniziata, e sarebbe stata lunga, eppure uno strano torpore si stava impadronendo delle sue membra. Poi, senza quasi rendersene conto, Max chinò la testa di lato e cadde in un sonno profondo, improvviso.

- Max… Max, svegliati.
- Mmm…
- Sveglia, sù.
- Che c’è… ho dormito? Impossibile… – farfugliò stropicciandosi gli occhi. Una strana sensazione lo stava strappando dal sonno, una sorta di curiosa elettricità che non aveva mai provato prima. Finalmente mise a fuoco la stanza, l’appendiabiti in fondo a un angolo, la lampada che mandava una fioca luce giallognola. Davanti a lui, una strana presenza galleggiava nell’aria, proiettando un tenue bagliore. Un essere umano nelle fattezze, dal volto squadrato e pienotto ma, nell’insieme, una visione irrazionale e forse non di questo mondo.
- Sono Romano, il fantasma delle primarie passate – disse l’apparizione.
- Romano – si destò infine Max – ora ti riconosco. Ma cosa ti è successo, Dio mio… non ti vedo da un’eternità…
- L’eternità è dove io sono ora, e dove presto sarai anche tu, a meno che tu non cambi vita. Sono venuto a portarti un monito, e dopo di me altre due visite seguiranno…
- Un monito? Cambiare vita? Non capisco, Romano…
- Osserva – disse il fantasma, e così dicendo apriì il suo grande mantello. Sulla tela nera, come in una magia, iniziarono a scorrere immagini del passato.
- Che diavoleria è mai questa – disse Max inforcando gli occhiali – aspetta un attimo… conosco queste immagini. Siamo noi, in piazza, che festeggiamo la vittoria alle elezioni. Guarda, c’è Piero, è da un po’ che non lo sento…
- L’hai fatto deportare in Sabaudia.
- Deportare, esagerato… e adesso, prodigio, cambia tutto, vedo cadere il tuo governo, vedo me stesso giurare dal Presidente Ciampi…
- Quando mi tradisti.
- Tradimento è una parola grossa… Ecco, ora vedo che cade anche il mio Governo, che arriva Amato, finisce la legislatura…
- E senza aver fatto la legge sul conflitto di interessi – aggiunse il fantasma.
- Eh, lo so, che vuoi farci. C’era tanto da fare. Ma fummo bravi, no?
- Giudica tu stesso – replicò il fantasma, mentre le immagini cambiavano di nuovo.
- Questo momento lo ricordo. Sono io che dico di non credere nel progetto del Partito Democratico.
- Poi cambiasti idea, non è così?
- Insomma. Più o meno. Ricordo quei momenti. Alla fine mi adeguai, controvoglia. Appoggiai Walter, ci furono le primarie, poi le elezioni. C’era tanto entusiasmo.
- Iniziasti a criticare il Pd dal giorno successivo, rammenti?
- Walter non era all’altezza, era mio dovere…
- Come credi. Io sono il fantasma delle primarie passate, e il passato non lo si può cambiare. Ricordatelo, quando sarà il momento. Il mio compito qui è terminato.
- C’è sempre il domani, no? Domani faremo meglio, stiamo preparando una grande alleanza che non ti dico… – ma Max ormai stava parlando da solo. Il fantasma si era dileguato, e come uno di quei matti che tanto deprecava si stava rivolgendo ai muri, sordi alle sue giustificazioni.
Crollò all’indietro, sullo schienale della sedia, incerto su cosa pensare della strana esperienza che aveva appena vissuto, quando d’improvviso un gran fumo prese a sprigionarsi dal pavimento.
“I soliti giovani democratici”, pensò immaginando qualche strano rituale messo in atto dai ragazzi che aveva fatto incatenare nello scantinato. Poi, dal fumo odor di tabacco, emerse una seconda figura, ancor più inquietante della prima.
- Sono Pierluigi, il fantasma delle primarie presenti.
- Pierluigi, buon Dio, cosa diamine è tutto questo fumo?
- E’ il mio sigaro.
- E poi, come puoi essere anche tu un fantasma? Ti ho visto appena ieri…
- Tu mi hai ucciso.
- Esagerato.
- Tu mi hai fatto tirare su le maniche. Tu mi hai fatto salire sui tetti.
- Assideramento, immagino.
- Non interrompere! Tu mi hai fatto mettere in discussione quelle stesse primarie che mi avevano eletto. Tu mi hai fatto inseguire folli piani di ribaltoni che non si sarebbero mai potuti realizzare. Tu mi hai fatto annunciare alleanze innaturali con Fini e Casini. Tu, sei stato tu!
- Così mi spaventi, Pierluigi. Anche se ammetto di sentirmi lusingato. E’ una grande strategia, adesso vedrai che cosa mi inventerò per il futuro…
- No. Non andrò oltre nel sostenere le tue pazzie. Non spiegherò al nostro popolo le tue teorie strampalate. Non rovinerò il Natale ai nostri elettori. Osserva, i risultati del tuo lavoro.
Improvvisamente, sulla cortina di fumo iniziarono a danzare nuove immagini, questa volta di una povera casa. Lì abitava il ragazzino incontrato stamattina, riunito a tavola con la sua famiglia. “Mi dispiace – stava dicendo il padre tra le lagrime – ma niente più primarie”.
- Visto? – disse il fantasma
- Povera gente, mi spiace tanto, ma non è colpa mia, bisogna pensare al Paese…
- Ti ho mostrato quel che ti dovevo mostrare – lo interruppe il fantasma – sei ancora in tempo per cessare la tua follia, ma evidentemente non sei pronto. Ora attendi la prossima visita.
Così disse, e come se ne era venuto, in una nube di fumo si dileguò.
“Ho forse le traveggole? Rosy mi ha dato del brodo andato a male? Eppure era freschissimo, quando lo acquistai appena due anni fa…” cominciò a domandarsi Max, quando tutto ad un tratto, una luce accecante balenò tra le mura del suo studiolo.
- E adesso, cos’altro? – chiese coprendosi gli occhi.
- Sono Nichi, il fantasma delle primarie future – gli rispose una voce dal forte accento meridionale.
- Nichi, sei tu?
- Sì.
- Non hai più la zeppola, è un miracolo!
- Nell’aldilà, noi fantasmi non abbiamo difetti di pronuncia.
- Orbene – disse Max ormai rassegnato alla stranezza – ecco la terza visita che mi era stata annunciata. Cos’hai da dirmi, fantasma? Sentiamo, anche tu vuoi criticarmi per quel che ho fatto?
- Vieni con me – disse il fantasma prendendolo per un braccio e trascinandolo magicamente attraverso il muro, in strada, di fronte all’ingresso della palazzina.
- Noti nulla?
- E’ la mia sede, la conosco eccome – rispose Max- Anzi, aspetta un attimo. C’è qualcosa di diverso. L’insegna, è cambiata. Fammi vedere per bene: ora c’è uno strano simbolo, e la scritta “Sinistra Ecologia e Libertà”. Che significa?
- Guarda la rassegna stampa, e trema.
- Fammi un po’ leggere. Elezioni anticipate… il Pd va col terzo polo (lo dicevo, io). Sel al 15 per cento, rileva la storica sede del Pd. E le elezioni… mio Dio, non oso… le ha vinte Berlusconi! No!
- Questo è il tuo futuro, Max…
- Non è possibile – disse infine Max, piangendo, cosa che non gli capitava dal 1989 – è una follia! Oh, pietoso fantasma, dimmi come posso rimediare a tutti i danni che ho compiuto, te ne prego!
- Come dicevo – proseguì il fantasma imperturbabile – questo è il tuo futuro, e si verificherà così come tu lo hai visto, se tu non ti ravvederai e non cambierai le tue azioni.
- Lo farò, lo prometto. Ma come posso fare, aiutami, ti prego, Nichi!
Ma di colpo, anche il fantasma delle primarie future sparì come quelli che l’avevano preceduto.
Col cuore in gola, Max si ritrovò improvvisamente sveglio, ansimante, nel suo letto, come fosse stato tutto un brutto sogno.
“Che Dio mi fulmini – pensò alzandosi – che razza di esperienza. Ma che giorno è oggi? Devo saperlo, immediatamente”.
Prese la logora vestaglia, se la infilò e spalancò la finestra. In strada, davanti al suo portone, come al solito stazionavano i giornalisti.
- Ehi, laggiù – disse Max.
- Signor Max – risposero gli infreddoliti reporter, alzando lo sguardo – non ci svuoti il pitale sulla testa anche stamattina, per favore.
- Macché pitale. Ditemi un po’: che giorno è, oggi?
- Oggi è Natale, signor Max.
- Bene, per fortuna non è troppo tardi – disse piano, e poi, rivolgendosi al gruppetto – Prendete nota: auguro ogni bene al terzo polo, ma il Pd cercherà altrove le sue fortune. Soprattutto, non rinuncerà mai alle primarie. Mi raccomando, scrivetelo bene in evidenza sui vostri giornali. E dite a Eugenio di chiamarmi, ho da rilasciargli una grande intervista.
- Ma… – balbettarono quelli – è fantastico signor Max. Corriamo subito in redazione a scrivere.
- Aspettate un attimo – li fermò Max – Buon Natale, Dio ci benedica tutti quanti!
- Buon Natale a lei, signor Max!

E così, i giornali uscirono, gli elettori ricominciarono ad avere fiducia nel Pd, le primarie furono assicurate e da quel giorno Max divenne la persona più gentile, generosa e soprattutto democratica che si fosse mai vista.
Magie del Natale.

  1. Complimenti. Mi hai commosso. :)

  2. http://civati.splinder.com/post/23776446

    [..] I love this man Nel senso dell'autore del Canto di Natale 2010. [..]

  3. ma…… è bellissimo!!!!!!!! :D

    GiuliaBs

    utente anonimo
  4. Bellissimo, complimenti.
    Comunque, il mio preferito è il fantasma delle primarie passate.

  5. Chi si propone nella parte del piccolo Timmy malaticcio e zoppicante che dà l'ultimo colpetto a Ebenezer Max per ravvedersi?
    Il simpatizzante o il militante di circolo medio?

    M.B.

    utente anonimo
  6. A volte rasenti il genio. E pensa quanto mi costa ammetterlo.

    Fav1

    utente anonimo
  7. Mitico!

    Eugenio (non il giornalista)

    utente anonimo
  8. fantastico…buon natale!!!!

  9. Sei un genio !!!
    Grazie e buon natale !

  10. Un fenomeno!! Sei un fenomeno!!

    Stefano Bellacci

    utente anonimo
  11. Ma te le (li) sogni di notte ?!!??
    … ho l'invidia della penna.
    mammina

    utente anonimo
  12. Realmente meraviglioso, grazie!

    Lorenzo M.

    utente anonimo
  13. I miei complimenti e i miei auguri
    Alberto S.

  14. Fantastica… Straordinaria!!!!! Mi sono commosso anche io !!!

    utente anonimo
  15. Straordinario! Popolino premio Nobel subito, senza le primarie: ad acclamazione
    ilda

    utente anonimo
  16. bellissimo.
    lo metto al nr. 2 dopo quello delle unghie
    http://popolino.splinder.com/post/22984546

    Beppe V.

    utente anonimo
  17. Davvero geniale ma con un'imperfezione "storica".
    Hai presente quel militante che chiede a Max di firmare per le primarie? Facendo parte del gruppo primariesempre mi è capitata l'occasione di aver l'autografo di D'Alema su una petizione per le primarie in caso di mancanza di preferenze alle europee (ipotesi che poi non si è realizzata).
    Il foglio con la firma è ancora disponibile, se si volesse rinfacciare a D'Alema il suo "cambiamento di idee" (all'epoca c'era ancora Walter). E si è fregato pure la penna, dopo aver firmato :p

    utente anonimo
  18. Se lo metti su eBay ti garantisci un ricco Natale. Anche perchè se lo compra lui.

    ps: se volessi mandarmi una scansione… paolocoss@yahoo.it

  19. Che bravo! Non posso non commentare perchè la tua riscrittura è veramente ben congeniata.
    Forse sai che esiste un sito di letteratura rinnovabile della Marco y Marcos e l'anno scorso hanno proposto un concorso di cover. 
    Se lo rifanno, potresti tentare… chissà che il contenuto rinnovato riesca a diventare la realtà che desideri.
    Auguri
    alessandra

    utente anonimo
  20. Buon natale e complimenti, peccato inquinare il tuo talento con la politica, peccato… in italia si legge poco!
    Fausto

    utente anonimo
  21. Non mi va di lucrare sul futuro del paese. 
    Ti ho mandato la scansione, so che è in buone mani.
    L'originale è negli archivi di primariesempre ma se dovesse servire chiamo il responsabile della campagna e si può tirar fuori in qualunque momento :)

    utente anonimo
  22. La cosa pazzesca è che hai messo un'illustrazione di Scrooge che sembra proprio D'Alema. O è la potenza della suggestione…

    utente anonimo