25 NOVEMBRE 2010

Troie, cumenda e politically correct

Quello che mi colpisce di questo filmato non è lo scambio a distanza tra due tizi che se le sono date e da quel momento la cosa è diventata un argomento di dominio pubblico. Non mi stupisce neppure che qualcuno abbia menato Fede – per ovvi motivi – e neanche mi sorprende che a dargilele sia stato un vecchietto.
Mi preme invece sottolineare un elemento che li accomuna, che li rende fratelli (anche se coltelli), e che smorza subito la momentanea simpatia che pensavo di poter accordare ad almeno uno di essi. Ovvero, che due uomini di quell’età si accompagnino entrambi a gnocche che potrebbero essere le loro figlie, anzi, le loro nipoti. Ecco, questo mi intristisce. Non sono belli, e sull’intelligenza del signor Giuliani, sul suo fascino, non so (diciamo che dalle cose che biascica qui non mi pare sia Serge Gainsbourg, ecco), ma a proposito di quello di Fede tutte le sere va in onda un tiggì che è lì a dimostrarlo.
E quindi, cosa avranno mai costoro – e i tutti i cumenda d’Italia che girano con squinzie giovanissime al seguito, ivi compreso il Cumenda in Capo – non avendo l’età, lo spessore, l’intelligenza e la bellezza per poter conquistare simili compagne? Il grano, credo che sia tutta una questione di grano. E di potere. Banale, eh?
Lo so, ma allora la domanda è: di queste ragazze belle – oggettivamente molto belle – che immagino, con orrore, alle prese con pisellini resi flaccidi dal tempo e momentaneamente virili dalla chimica, di questa carne soda avvinghiata a cascami mollicci, posso pensare che si tratta di troie (come in realtà, istintivamente, mi capita) senza sentirmi in colpa, senza per questo essere etichettato come un bieco maschilista, senza violare il pensiero politically correct? Oppure sbaglio, e invece sono donne consapevoli nel pieno esercizio della loro emancipazione? Nel caso, come le si distingue dalle ragazze che usano – anziché la uallera – il cervello e la forza di volontà per conquistarsi il loro posto in un mondo che funziona così?
Si apra il dibattito.

  1. Caro Pop, non so se lo fai apposta o il tuo è una specie di istinto animale, ma tu hai questa tecnica bestiale per cui, per illustrare una cosa su cui normalmente non ci sarebbe nulla da eccepire, usi un modo e scegli delle parole per cui la prima reazione è quella di incazzarsi, di scandalizzarsi, perdendo di vista il vero punto della questione. Questo post è forse quello che più di tutti rientra in quella categoria, un bel record visto che di scandalo ne hai gettato tanto, negli anni. Io non ci casco, e ti rispondo che il termine che usi tu è un po’ volgare, ma se non si bada a quello è corretto. Ma penso che qualcuno proprio su quello ci cascherà in pieno e troverà da ridire.

    anonimo
  2. Casualmente (?) oggi era anche la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

    anonimo
  3. Credo che le parole siano importanti. Usare un termine piuttosto che un altro modifica, a lungo andare, anche l’idea che di quella cosa si ha, e il singificato. In tutti questi mesi (anni?) in cui si è fatto gran parlare di escor, accompagnatrici, amiche, modelle, veline, non capisco (anzo lo capisco) perchè nessuno, o quasi, usi la parola giusta. Prostituta, puttana, troia, meretrice. Io, in quanto donna posso dirlo, non sono contro il libero esercizio del mestiere. Purchè sia una scelta libera e consapevole. Sarebbe un lungo discorso spiegare che una scelta libera, in fondo non lo è mai, perchè la sudditanza femminile nei confronti del maschio ha radici così lontane, che la notte dei tempi in confronto è mattino. ma insomma. Se poi una decide che nella vita non ha di meglio da fare che risvegliare flaccide protuberanze di maschi anziani e anche no, lo faccia. Se la cosa le rende un bel po’ di soldi e non le dispiace, va bene. Basta che non si illuda, che non si illudano i portatori di flaccidità varie, che questo accade per altri motivi. Che sia chiaro a queste ragazze che hanno scelto di fare le prostitute e non le modelle o le attrici. Che se è una scorciatoia è comunque fare le marchette. Ecco, se tutte le volte che in un giornale appare la parola escort, al suo posto ci fosse la semplice parola (non è neppure una parolaccia) prostituta, farebbe un altro effetto. Anche in quelle tante, troppe ragazzine, dalla fugace pallida bellezza che pensano che non ci sia nienete di male a fare la escort, l’accompagnatrice. E anche i loro genitori, magari, non vedono la cosa come un dramma. E prostituta, andrebbe bene lo stesso?
    c.

    c.
  4. Me lo domando sempre anch’io: che stomaco hanno queste ragazze per poter anche solo frequentare uomini sen’altro più grandi dei loro padri con tutti gli acciacchi che accomunano uomini di una certà età: denti finti, alitosi, prostata e quant’altro…….Bravo, Paolino condivido pienamente le tue critiche

    anonimo
  5. C’è anche un’altra risposta, alle domande che pone questo post, ed è che il potere, il successo, sono qualità come altre, come la bellezza o l’intelligenza. E quindi ci si può innamorare anche di un uomo brutto, vecchio, apparentemente repellente, perché ci si innamora di uno che ha saputo imporsi nella vita, vincere sui suoi concorrenti. Una cosa che è meno cerebrale di quanto sembra, perché riguarda molto le capacità attrattive dei maschi alfa in tutte le specie, col potere al posto della forza fisica che le bestie usano per sottomettere gli avversari. E se non è vero amore, è comunque una forma di fascinazione (che somiglia molto alla sottomissione, e quindi forse siamo daccapo).

    anonimo
  6. io sono di quelle che cascano nella provocazione, mi spiace. gnocche, troie et cetera, per di più attaccate in nome di “quelle che invece”…secondo me sei confuso, spero che tu abbia qualche amica che ti aiuti a chiarirti le idee. io – scusami – essendo caduta nella provocazione ora sono troppo incazzata.
    sara

    sara
  7. Adesso non posso neppure dire “ho molte amiche” perché sembra il luogo comune che usano gli omofobi quando dicono “ho molti amici gay”. Chiederò consiglio alla mia compagna, che è una persona intelligente e, come è intuibile, molto paziente.

    paolocoss
  8. Diciamo che la mancanza di etica e di amor proprio, non ha razza e non ha sesso, delle troie al maschile si parla meno, perchè esteticamente e istintivamente meno interessanti. Credo che la nostra amica si riferisse, giustamente, a questa par condicio, le donne vengono definite troie, Bondi o Fede, no, perchè farebbe schifo chiedergli certe prestazioni, di fatto, tali sono.
    Fausto

    Fausto
  9. a seconda dei gusti, delle inclinazione, del personale senso del pudore od etica si è naturalmente portati a trasformare il commercio in mercimonio,
    e di tutti i mercimoni possibili quello che pare colpire di più la fantasia è quello legato al corpo, peggio ancora quando si tratti di corpo femminile…

    il possibile dibattito si presta ad una pluralità di supercazzole, anche grazie alle sue molteplici implicazioni, tra eros, tanathos morale eticae , perchè no, metafisica;
    supercazzole che ti evito volentieri giacchè posso facilmente immaginare le tue sopracciglia che si alzano alla stregua di tapparella al mattino…

    ps certo volessimo richiamarci ai semplici principi della fisica pochi potrebbero negare l’efficienza della dinamica: con un consumo decisamente modesto di energia si ottiene un risultato clamoroso

    A.

    A.