6 GENNAIO 2010

Strike a pose

provinciawebCon la Provincia in edicola oggi, la notizia della mia candidatura ha fatto un filotto di uscite, cinque giorni su cinque: due volte sulla Stampa, poi su Eco, Biellese, e infine quella di oggi.
Una soddisfacente esposizione mediatica, mentre nel partito i papabili candidati potenzialmente più titolati del sottoscritto si trincerano dietro a posizioni del tipo "mi candido se me lo chiede il partito, o una parte di esso". Dimostrando di non avere compreso, malgrado le esperienze degli anni passati, come funzionano le primarie: si tratta di competizione interna, e quindi non si capisce perché il partito dovrebbe chiederlo a qualcuno piuttosto che a qualcun’altro. Chi se la sente è libero di provarci, starà a lui dimostrare di avere le forze per raccogliere le firme richieste (ancora non si sa quante ne serviranno a questo giro) e tentare di convincere gli elettori.
Viceversa, se è solo la classe dirigente che può esprimere le candidature previo accordo politico siglato in qualche sala riunioni, allora non si tratta più di competizione, di primarie, ma di pastetta, di partita dimostrativa se non combinata: basta che il candidato forte – in genere ce n’è uno, e credo che questo caso non sarà un’eccezione – conceda qualcosa a quelli deboli per non avere rotture, ottenendo così una bella vittoria pletorica, ma a tavolino, purtroppo molto povera di quelle indicazioni dal basso per ottenere le quali le primarie sono state appositamente inventate. E’ la differenza tra una finale Nba e una partita degli Harlem Globetrotters. Entrambe divertenti, ma non paragonabili in quanto a competizione in campo.
Le primarie non sono poi così difficili da capire, basterebbe andare un po’ oltre l’immagine stereotipata della poltica americana che in questo Paese e nella sinistra italiana è così radicata, anche nei dirigenti del Pd. Speriamo che prima o poi una rivelazione illumini gli interessati. E’ però interessante che la Provincia, nel suo approccio senza fronzoli, parli di me come di secondo candidato, dando per scontato che il consigliere uscente si ricandidi. Cosa che a quanto pare risulta evidente a molti, malgrado l’interessato taccia o invochi misteriose chiamate alle armi da parte del partito.
Tornando all’articolo, questa volta non è stata usata l’intimidatoria immagine del mio profilo Facebook, come in passato. Ciò malgrado, pur avendo inviato ai giornali un comunicato stampa con allegata una foto forse non bellissima (per limiti evidenti del soggetto) ma nitida e recente, l’estensore dell’articolo ha preferito invece passare quel paio d’ore nell’archivio per tirare fuori questa perla: e non sto parlando di archivio digitale, ma di qualche polveroso schedario. Nel pregevole scatto, peggiorato (se possibile) in questa scansione dalla piega del foglio, un riflesso malandrino acceca il mio occhio sinistro, mentre la tremenda sgranatura e la presenza di comprimari parzialmente tagliati fuori dall’inquadratura mi fa pensare sia stata ingrandita a dismisura una foto fatta in occasione di una cena natalizia della redazione (in cui ho lavorato per circa sette anni). La montatura degli occhiali che indosso, la barbetta e soprattutto i 15 chili in meno rispetto al mio peso attuale mi portano a datarla tra i 10 e i 15 anni fa.
L’effetto generale è quello di una foto rubata nella concitazione mentre l’antidroga porta in questura un latitante lungamente ricercato. Sono immagini che normalmente si abbinano a una didascalia del tipo "eccolo ai tempi del suo arresto, avvenuto nel 1985. Oggi è più vecchio e grasso".

  1. io ti appoggio , malgrado la foto     
    yoshio

    utente anonimo
  2. Apro una sottoscrizione per un servizio fotografico completo a popolino
    mammina

    utente anonimo
  3. La foto va benissimo, non penserai che laidi personaggi, sorridenti nella foto elettorale e tristi nella vita, possano competere con il tuo stile noir.
    Non cambiare la tua verità con la loro inconsistente apparenza.
    Fausto

    utente anonimo
  4. Caro Fausto, ti ringrazio commosso, però ammetterai che qui più che noir si tratta di horror.

  5. Obbligherei la stampa ad usare la foto di facebook… meglio di Pannella ai tempi delle canne!

    Fausto

    utente anonimo
  6. mbè sono mesi che li perculi è evidente che colgano l’occasione di ricambiare come possono, appena possibile
    in fondo sono sempre una non meglio specificata massa di stronzi

    A.

    utente anonimo
  7. A., mi hai tolto le parole di bocca.
    Meno male!

    utente anonimo
  8.  Sarà ma hai un non che di "blow" in questa foto.

    Umbo

    utente anonimo