26 MARZO 2013

La terra di mezzo

C’è un’intercapedine piuttosto larga, tra chi tifa perché in qualche modo Bersani o chi per lui riesca nell’impresa di ottenere la fiducia per far partire un governo minoritario ma pur sempre politico, e chi invece gufa scompostamente e spinge per le larghe intese con il Pdl, ed è quella fetta di opinione pubblica (e di Pd) che ironizza della prima ipotesi, ma non vuole assolutamente la seconda.
Quel che sfugge agli abitanti di questa terra di mezzo è che, pur se hanno ragione a trovare un po’ patetici i tentativi di cercare interlocuzione dove in risposta arrivano per ora solo porte in faccia, se il tentativo patetico fallirà, non andremo a nuove elezioni, ma ci beccheremo un governo con Berlusconi.
Questo Parlamento, e questo Presidente della Repubblica finché avrà scranno, e questa opinione pubblica fatta di grandi giornali e opinionisti supposti terzisti, non permetteranno mai che si rivoti a breve, non succederà. Bersani potrebbe fallire, Bersani potrebbe proporre un nome che non sia il suo e che sia più gradito al M5S e potrebbe ugualmente venire respinto, e il risultato di tutto questo non saranno le urne, come sperano molti tra quelli che tifano per il rapido showdown, ma sarà un incarico a qualcuno (un simil-Monti) che in partenza abbia il voto di un Pd che già smania e che a quel punto non si sentirebbe più in dovere di sostenere la linea del suo segretario, e del Pdl che non chiede altro, col M5S e magari la Lega felicemente all’opposizione, a ingrassare a nostre spese.
E mentre il governo politico e di minoranza sarebbe per forza di cose costretto a darsi una missione molto alta, quella di concentrarsi su poche proposte inappuntabili e in grado di mettere alle strette i cittadini eletti del M5S, il governo di reggenza col Pdl si avviterebbe fatalmente verso il pasticcio, l’accordicchio, la diluizione dei principi in nome della governabilità. Dei punti che stiamo discutendo in questi giorni – otto, venti o ventotto, si è perso il conto – quasi nessuno sarebbe affrontabile con Berlusconi, poiché sfortunatamente parecchi lo riguardano molto da vicino.
Un governo del genere, se fosse di breve durata, potrebbe certo ritoccare l’Imu, occuparsi dell’ordinaria amministrazione e poco altro, e camperebbe sulla promessa di cambiare la legge elettorale per tornare rapidamente alle urne con un sistema che fosse in grado di garantire la governabilità. Ma sarebbe una menzogna, perché nessuna legge elettorale al mondo può garantire la governabilità in un Paese come l’Italia in cui lo scenario politico è quasi esattamente tripartito: nessuno, nemmeno l’uninominale col doppio turno, come ha brillantemente dimostrato Termometro Politico. La verità è quindi che la governabilità verrebbe solo da una riforma radicale della nostra forma istituzionale, ovvero dello svincolo del voto per il ramo legislativo da quello per l’esecutivo. Un doppio turno che permettesse agli elettori di eleggere direttamente il Presidente del Consiglio, quello sì, darebbe la garanzia di un Governo, e forse sarebbe pure auspicabile, ma per far questo sarebbe necessario cambiare la Costituzione, il che significa imbarcarsi, da oggi, in una collaborazione col Pdl di Berlusconi per almeno un anno e mezzo, più probabilmente due. Sperando che davvero tutti siano seriamente d’accordo sulla stessa proposta – cosa che non era affatto solo due mesi fa – e confidando che Berlusconi non voglia invece usare questo tempo per far saltare il banco quando gli converrà di più. Come del resto ha già fatto in passato, incassando un cospicuo tornaconto a spese come sempre nostre.
Il lupo dormirà con l’agnello, dice la Bibbia, ma l’agnello non chiuderà occhio, aggiungeva quel tale: e se anche il lupo avesse perso col pelo – visibilmente reimpiantato – anche il vizio – ma non si capisce quando sarebbe avvenuta questa trasformazione – al termine di questo processo costituente avremo comunque governato un paio di anni con lui, e nel frattempo la gran parte di noi si sarà spostata verso climi più respirabili, perché a quel punto, sommando la fase Monti, ci sarebbe chiesta un’apnea di tre anni, roba che nemmeno Enzo Maiorca nei suoi giorni migliori.
Quindi, per carità, ridiamo pure di Bersani a colloquio con Saviano, non sono certo io a poter rinfacciare il cazzeggio altrui. Ma dietro i lazzi e le battutine che pure vengono, sarà meglio che anche gli abitanti della terra di mezzo preghino in cuor loro che in qualche modo un Governo anche se un po’ ridicolo veda la luce, altrimenti ci troveremo nel bel mezzo di un guaio serissimo. E allora ci sarà poco da ridere, questo è sicuro.

  1. nella prima repubblica i governi erano sotto il controllo del parlamento mentre nella seconda erano questi ultimi a condizionare i primi. Sicuramente scomporre i percorsi di legittimazione popolare dei due poteri è la strada da intreprendere. Ma questa profonda riforma costituzionale non è praticabile con B.: il lupo, semplicemente, non computa nulla che non corrisponda con il suo interesse personale (neanche di partito). E’ più forte di lui. quindi servirebbe che i m5s si aprissero ad un pd realmente rinnovato (come forma mentis più che altro)…. che bello sarebbe, eh?

  2. giornalisti supposti terzisti. un nodo cruciale, infatti.

  3. Condivido subito. Di solito ci azzecchi. Mi resta qualche perplessità sul fatto che sia davvero improbabile come dici tornare al voto in tempi relativamente brevi.

  4. Mah, magari chi gufa avrebbe meno gioco facile se Bersani indicasse il “chi per lui” e non se stesso. Non è proprio la stessa cosa. Che tra l’altro mi pare essere il punto di alcuni giornalisti. Come Bersani premier possa essere, anche nella trattativa con M5S, una risorsa e non un ostacolo mi sfugge.

  5. A me invece pare che qualcuno gufi per il fallimento perché ha voglia di tornare a votare – ovvero, votare un altro candidato – ma sfortunatamente non si è reso conto che dopo il fallimento tutti andranno verso un governissimo, non verso il voto.

  6. Può darsi, anche considerate le infelici dichiarazioni di alcuni fedeli scudieri. Ma indipendentemente dalle intenzioni o piani segreti dei nostri gufi, per me rimane il punto che un esecutivo facilitato ma non guidato da Bersani sia la migliore risposta a loro, e alle mazzate di Grillo.

  7. son d’accordo che il governo di minoranza di alto profilo sarebbe la cosa migliore, temo che non potrà guidalro Bersani, non perchè non sia in grado o perchè sbaglierà a muoversi, ma banalmente perche Grillo ha bisogno di portare a casa qualcosa. il bersaglio grosso per Grillo è essere l’unica opposizione al governissimo, in subordine gli serve almeno uno scalpo importante, e quello di Bersani è perfetto (è ingiusto e non è colpa di Bersani ma è così).

    Giuseppe Volta
  8. “bersani o chi per lui” non mi pare proprio identico…

  9. Il M5S o chi per loro quando dicono che non vogliono Bersani è non riconoscere che la volontà espressa per il 60% di oltre tre milioni di donne e uomini che lo hanno eletto a candidato Presidente del Consiglio.

  10. La storia di Bersani sia come Presidente dell’Emilia Romagna, che come ministro è davanti agli occhi tutti. Tra l’altro nel Documento Programmatico del M5S depositato al Ministero degli Interni, nel capitolo Sanità, auspica la vendita dei farmaci generici (quelli con la presenza del principio attivo). L’istituzione della parafarmacia è stato una delle riforme vere fatta da Bersani grazie al quale sì è diffusa la vendita dei farmaci generici.

  11. Ennò Mario, scusami ma così stai contribuendo allo stesso risultato partendo dal presupposto opposto. Se per evitare un governo con Berlusconi è meglio presentare un nome diverso da quello di Bersani, allora è il caso di farlo, e sono assolutamente certo che Bersani stesso – che pure ha diritto a proporsi per i motivi che dici tu – se così dovesse essere si comporterà di conseguenza. Certo, Bersani ha vinto le primarie, e certo, è il capo della coalizione che è arrivata prima. Ma il suo non è un diritto assoluto, così come la sua non è una maggioranza assoluta: è un diritto relativo, determinato da una maggioranza relativa, e se altre soluzioni hanno più possibilità di successo vanno tentate. Non siamo nelle condizioni di mettere veti, da questo punto di vista, mi pare assodato.

  12. “Il M5S o chi per loro quando dicono che non vogliono Bersani è non riconoscere che la volontà espressa per il 60% di oltre tre milioni di donne e uomini che lo hanno eletto a candidato Presidente del Consiglio.
    Mario Cattaneo”……, ossia il 3,6% degli aventi diritto del voto

    Bersani o chi per lui? Il “chi per lui” avrebbe dovuto essere la prima mossa da fare il giorno 26 febbraio. Il M5S nel dire no a Bersani verrà comunque compreso, nel dire no ad un nome fatto in accordo con il M5S verrebbe
    diversamente polverizzato. L’arroccarsi di PiGi non solo é imbarazzante, ma ridicolo. Se i nostri cercano di allargare la maggioranza lo fanno per il bene dell’Italia, non di certo per compravendita….. Beato mito della superiorità etica della sinistra

    Matteo Bastianelli
  13. Paolo quello che scrivi può essere vero. Facciamo l’ipotesi, che, per quel poco che conosco di Bersani, presenti oltre al programma che è quello della carta degli Intenti dei ministri totalmente nuovi alla politica, preparati e stimati per la loro storia. Il M5S dice sì purchè non ci sia Bersani oppure no a una parte e/o a tutti i ministri proposti? In ogni caso il M5S pone un veto pur non essendo maggioranza neppur relativa. In questa fase di consultazioni ed esplorativa, c’è la possibilità tecnica e/o istituzionale che una persona, non mi importa saperne il nome, diversa da Bersani che possa fare un governo che non sia il Governissimo, senza passare da un nuovo incarico che gli darebbe Napolitano, che, invece, sogna giorno e notte, dal 1981, di fare la Grande Marmellata (PCI, PSI e DC) e passare alla storia come il Mastro Confettura (PD e PDL)? La mia è una domanda per capire se esiste una alternativa reale e praticabile che non sia il Governissimo e/o elezioni.

  14. Se ho compreso bene la domanda, la mia risposta è sì, esistono nomi fattibili diversi da Bersani. E siccome dubito che sarà possibile farne DOPO, perché a quel punto le pressioni favorevoli al governissimo saranno insostenibili, se c’è il rischio di fallire meglio farlo ORA.

  15. Nessun dubbio che se ci sono i nomi vanno fatti adesso e non dopo. La mia domanda era ed è questa. Bersani ha ricevuto l’incarico da Napolitano. Dopo tutte le consultazioni, istituzionalmente parlando, può, dopo tutte le consultazioni andare da Napolitano e dire “Esiste una maggioranza anche al Senato per un Governo con Presidente del Consiglio (uno dei nomi fattibili, al posto del suo) con la lista dei ministri” Lo domando perchè non conosco le formalità istituzionali del caso.

  16. Penso proprio di sì, dopotutto è un mandato esplorativo.

  17. Se così fosse sono d’accordo con te che Bersani non ha problemi a mettere un altro al suo posto. Credo che il governo di cambiamento che vogliamo non si possa fare di certo con Monti_Casini sia perchè non hanno i voti necessari necessari sia perchè non sarebbe tale. Peggio che peggio con Calderoli o il Gruppo Movimento del Sud. Domanda i senatori del M5S con a capo una testa di marmo apuano come Crimi, possono accettare un nome diverso da Bersani e votare la fiducia? Oppure vogliono che la coalizione di centrosinistra voti alla camera e al Senato un nome imposto da loro come Presidente del Consiglio e relativi ministri? A Napolitano loro hanno chiesto un Governo “a cinque stelle” non del “M5S”. Chi è titolato a comporlo per poi ottenerne la fiducia? Il M5S da solo oppure da un confronto/dialogo con la coalizione di centrosinistra nella cui delegazione c’è anche Bersani, indipendentemente che possa essere o meno canidato Presidente del Consiglio?

  18. Il governissimo è da evitare a tutti i costi per ragioni meramente utilitaristiche: se nascesse significherebbe la fine del PD. la morte vera. Detto questo, io continuo a non capire Bersani: spero davvero abbia qualche asso nella manica (leggo su twitter di un certo ottimismo dei giovani turchi) perché sennò non si capisce questa ostinazione (io ripeto che, costituzione alla mano lui non aveva nessun diritto di avere l’incarico quindi tutta la vita con napolitano). A questo punto per me la cosa più importante su cui non bisogna cedere di un mm è il nuovo presidente della repubblica perché molto più importante avere uno serio lí eletto da noi che un governo di minoranza che durerebbe al massimo 1 anno in cambio di qualche impresentabile(Lucia ti amo!!!!) scelto da berlusconi. Negli ultimi 20 anni l’argine al nano sono stati i vari presidenti che si sono succeduti e nn i nostri fantastici dirigenti del partito che ci facevano le bicmerali o i travagli vari che si sono fatti asfaltare davanti a 10mn d persone.
    Se Bersani avesse fatto subito un passo indietro indicando n nome a cui m5s non poteva dire di no, forse…invece siamo nelle consultazioni più lunghe della storia e non s capisce niente. Anyway, governissimo is not an option!!!!!!

    L'ottimista
  19. Bravo bravo bravo bravo bravo bravo.

    Alessandro Mongatti