12 DICEMBRE 2011

Il cerino

E’ semplice.
Se il Pd vota contro la manovra, l’Italia fallisce.
Se il Pd vota a favore della manovra, fallisce il Pd.

Sviluppiamo? Sviluppiamo. La parte fondamentale della manovra, data la situazione, sarebbe stata inevitabile a prescindere dal Governo in carica: destra, sinistra, tecnico, non importa. Aumento dell’Iva, tassazione degli immobili, e la parte più pesante da digerire, quella sulle pensioni. Sì, qualunque Governo, a questo punto, sarebbe costretto ad aumentare l’età pensionabile: e chi sostiene il contrario è ipocrita.
Con una differenza, o almeno si spera: un Governo di sinistra avrebbe compensato quelle mazzate. Le avrebbe rese più accettabili, distribuendone altre, in altre direzioni: con una patrimoniale seria, mettendo all’asta le frequenze televisive, cancellando i privilegi di chi l’Ici non la paga. Avrebbe potuto garantire, a quei pensionati, che per una volta avrebbero pagato anche quelli che, come si dice in questi casi, non pagano mai.

Invece, niente. Perché? Beh, questa è facile: perché il Pdl non li voterebbe, quei provvedimenti. E questo è un governo sostenuto da una maggioranza di cui il Pdl è il partito più grande. Berlusconi non vuole la patrimoniale, e non vuole di certo pagare per le frequenze televisive. E quindi, nada.
Detto questo, che si fa? Torniamo alla premessa: se il Pd vota contro, il Paese è a rischio fallimento. Se il Pd vota a favore, si dimostra responsabile, e probabilmente salva l’Italia. Ma quando poi dovrà presentarsi di fronte ai suoi elettori, presto o tardi, quale contributo potrà rivendicare? Come farà a spiegare che quei sacrifici erano necessari, ma che non è stato possibile chiederne altrettanti alla parte più ricca del Paese?

Insomma, ci hanno incastrato. E i prossimi passi del Governo non sembrano più promettenti: Corrado Passera parla praticamente solo di grandi opere e di cantieri. Che non è esattamente quel tipo di agenda sulle infrastrutture digitali di cui molti progressisti pensano l’Italia avrebbe bisogno per far crescere una nuova economia. Mattoni e cemento costituivano già buona parte della piattaforma di Berlusconi: non serviva un Governo di tecnici per portarla avanti. Poi verranno, forse, le liberalizzazioni: delle professioni, e del mercato del lavoro. Le prime urgenti, le seconde dipende: dalla creazione di nuovi ammortizzatori sociali, ad esempio. Cosa proporrà il Governo, e quali limiti verranno dal Pdl? E sul taglio ai costi della politica? Non vorrei sembrare pessimista, però.

Sembra passato un anno, ma solo tre settimane fa molti fra noi si erano incazzati, e parecchio, per l’entusiasmo con cui il vicesegretario del Pd aveva definito il nuovo Governo un miracolo, nientemeno. Certo, lo spread è sceso, i mercati hanno reagito bene. Si è aperto nel frattempo un fronte di crisi più ampio, europeo, in cui però l’Italia gioca un ruolo più normale. Non abbiamo più B. tra le palle, che è una bella sensazione (benché transitoria).
La manovra, però, è quantomeno squilibrata: e siccome, come detto, non ci sarà verso di aggiustarla, non quanto si dovrebbe, c’è molta gente incazzata, e molti di questi sono – guarda caso – elettori del Pd. Si sentono traditi, e con ottime ragioni: non per colpa dei sindacati conservatori, o almeno non solo, e il punto non è certo se aderire o no, allo sciopero che hanno indetto. Il problema, semmai, è che la contraddizione c’è tutta, e che chi oggi, dal Pd, si dichiara governativo o montiano senza se e senza ma non può liquidare la mancanza di equità di questa manovra allargando le braccia perché non si poteva fare altrimenti: non basta. Non può fingere di non vedere l’incazzatura del proprio elettorato, e lanciare anatemi contro chi denuncia questa difficoltà. Né è decente che complotti per rendere questa esperienza di Governo da transitoria a stabile, quando invece dovrebbe preoccuparsi di dire forte e chiaro ogni volta che ne ha la possibilità che un Governo del Pd sarebbe molto, ma molto diverso: a meno che, certo, non stia pensando a qualcosa di molto lontano da un partito di centrosinistra degno di questo nome. Nel qual caso, dovrebbe chiarire l’equivoco prima di tutto con se stesso e trasferirsi direttamente dall’altra parte.

Soprattutto, è fuori luogo parlare di miracolo: è inevitabile, forse, e non ha alternative fattibili, probabilmente. Ma questo non è affatto un miracolo. E’ un fottuto incubo.

  1. siamo passati direttamente dal votare col naso turato al votare con la pistola alla tempia.

  2. Paolo, credo che per una consistente parte del PD un Governo del PD non sarebbe molto, ma molto diverso. Purtroppo.

  3. Sì, sapevo che quella sarebbe stata vista come la parte più debole del ragionamento. Ciò nonostante, credo ci sia un limite alla capacità degli elettori del Pd di continuare a votare questa classe dirigente in base a un eterno richiamo al senso di responsabilità, mai seguito da nessuna politica di cambiamento e di alternativa davvero degna di questo nome. Spero, ecco.

  4. E speriamo, allora.

  5. chiedere qualcosa di sinistra al PD attuale è come defribillare la salma di mike

    docpretta
  6. E infatti la cremano pr evitare che qualcun altro cada in tentazione.

  7. sinistra italiana : PD e “adesso che non c e più Berlu di cosa parliamo ? “,Vendola e don Verze ?,o Di Pietro “mi si nota di più se do appoggio esterno o se sto all opposizione ?” povera sinistra forse il partito più di sinistra e la lega,visto che anche Fini non dice più cose di sinistra. Troviamo delle soluzioni smarchiamoci da tutto questo. Io ci sono

    Ezio
  8. Pingback: Chi fallisce?

  9. Analisi perfetta del “cul de sac” in cui i nostri acuti dirigenti hanno saputo portarci ( consapevolmente ? con dolo ? ).

    Speriamo solo che non facciano “trasferire” noi…..

  10. Paolo, il miracolo c’è stato, pensaci. Mai il nostro elettorato avrebbe condiviso queste misure oggettivamente inique, mai la componente “liberal” avrebbe potuto formare elettoralmente una maggioranza politica che avesse questo programma. L’unico modo era formarla surrettiziamente. Il che ci porta, volenti o nolenti, alla fine della fiera al massimo nel 2013 (ma anche prima) a interrograci un attimo su cosa siamo e cosa vogliamo essere, perchè va bene essere inclusivi ma c’è un limite a tutto.

    GP Giampi
  11. Pingback: Il cero, il cerino e i saldi di fine stagione | [ciwati]

  12. Un PD che decide, per senso di responsabilita’, di appiattirsi ai capricci della maggioranza PDL, senza chiedere nulla in cambio a questo governo, e’ un PD inutile. Non mi rappresenta. Invoca un senso del dovere che non e’ suo, ma dei cittadini su cui la manovra ricade. Non parla per me, non puo’ farlo, non sono mai stato consultato, ne’ ho mai potuto scegliere realmente i miei rappresentanti.
    Ho votato un programma, e mi sono trovato integralisti cattolici, assenteisti mediocri, industriali responsabili e menefreghisti autoreferenziali.
    Se si richiede un minimo di equita’ e distribuzione del carico, mi viene gridato che sono un irresponsabile, un demagogo, uno che non capisce.
    Bhe, invece capisco benissimo, e mi sono francamente rotto le palle da un pezzo che mi venga sempre chiesto un gesto di responsabilita’, il tutto mentre gli stessi parlamentari che chiedono a me sacrifici si arroccano all’interno delle commissioni e delle loro prerogative in difesa delle loro privatissime indennita’.

    Il PD e’ liberissimo di votare questa manovra: appena fatto, se vuole realmente salvare il salvabile, si dimettessero tutti, con la promessa di sparire dalla scena pubblica per sempre, e si vada ad elezioni a marzo. Forse non sara’ sufficiente a salvare il partito ed il Paese, ma sara’ comunque un buon inizio.

    Lorenzo M.
  13. Pingback: Troviamo insieme nuove forme di lotta

  14. Chi vive sperando muore non si può dire. (Liftiba)

    A parte quello penso che sia la consecutio temporum che ammazza il PD. Perchè il tempo è stato:

    - Casini appoggia Monti
    - Il PD appoggia Monti
    - Il PdL, a questo punto senza alternative credibili, appoggia Monti

    Il risultato è che il governo è ostaggio del PdL e delle sostanziali richieste che, volenti o nolenti, sono sempre le solito pro domo berlusconi.

    Se non si smonta questo giro purtroppo nel 2013 (se ci arriviamo) ci tocca un governo Alfano, con il solito contorno di nani e ballerine (ed il parallelo con Putin diventa completo).

    Come si smonta? L’unico modo forse è capire se ci sia una maggioranza (mettendoci pure Di Pietro) per fare una patrimoniale che sia SOLO di sostegno alle classi deboli, voglio vedere il PdL che non la vota, ribaltando quindi la logica del ricatto.

     

    Massimo Gentilini
  15. Non sono d’accordo sull’allungamento indiscriminato delle pensioni di anzianità. Prima devono spiegarmi come si sta dopo 40 anni su un ponteggio o con lavori pesanti e ultrastressanti. Poi mi devono spiegare cosa si fa con chi è fuori dal lavoro dopo 50 o 55 anni e non riesce più a rientrare. Quando mi chiariranno queste cose sono disposto a fare qualunque tipo di ragionamento

  16. Altrimenti del realismo di chi sta in condizioni decisamente migliori non me ne frega un tubazzo