23 MARZO 2009

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Mi è capitato di avere una discussione con la signora che mi faceva le pulizie in casa, perché dopo tre anni non aveva ancora imparato a cambiare il sacchetto dell’aspirapolvere. Il mio tono un po’ aspro, il beagle Thabo che la guardava storta e un animo troppo sensibile le hanno poi provocato una sorta di coccolone, e non si è più presentata.
Tramite un locale giornale di annunci, mi sono messo quindi alla ricerca di un rimpiazzo. E’ passato un po’ di tempo, ma voglio consegnare alla storia del teatro dell’assurdo alcune di quelle telefonate.

- … e quindi avrei bisogno per alcune ore alla settimana…
- Lei è sposato?
- Eh? No, sono fidanzato.
- La sua fidanzata vive lì?
- Solo nel fine settimana, perché lavora a Milano e…
- Ah!
- Cosa?
- Sì, ho capito dove vuole arrivare lei…
- Prego?
- Lo so cosa vuole, si vergogni!

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- Buonasera, chiamavo per l’annuncio, posso parlare con la sua signora?
- Non è interessata.

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- Bene, direi che la cosa migliore è che lei venga qui da me così vede la casa e ci conosciamo. Io sto al Piazzo.
- Piazzo?
- Sì, può venire in auto o salire con la funicolare…
- Funicoche?
- Ha presente il quartiere storico, è pratica di Biella?
- Biella? Ah, ma io sono di Novara!

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- Io lavoro da casa e quindi ci sono quasi sempre, le darò le chiavi per le poche volte che sono assente…
- Ah no! Io in casa sua non ci entro se lei non c’è. Che scherziamo?

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- Ovviamente non conoscendola mi servirebbe qualche referenza.
- Cioè?
- Il nome e il numero di qualcuno per cui ha lavorato, per chiedere informazioni.
- Ma come si permette? Nessuno mi aveva mai chiesto una cosa simile. Sono una persona per bene io, sa?

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Gran finale: prima parte.

- Spero di non turbarla, ma mi servirebbe qualche referenza.
- Referenza, certo. Referenza.
- Ah, bene…
- Chiami signora Anna, ecco numero, io lavorato lei tanto tempo, lei dare referenza sì? Ochei?
- Ottimo, ci risentiamo dopo.

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Seconda parte.

- Pruonto.
- Buongiorno sono Paolo, mi scusi il disturbo ma volevo parlare con la signora Anna.
- Io è Anna. Parla.
- Ah. Ok. Senta, volevo qualche informazione sulla signora Olga, so che ha lavorato per lei per qualche tempo.
- Olga, sì. Olga muolto brava, lei. Lavorato qui muolto tempo. Lei brava muolto.
- Mi scusi se mi permetto una domanda… lei è italiana?
- Cierto, pèrche?
- Così, ha un accento strano.
- No è vero.
- Non è che si è messa d’accordo con la sua amica per fornire referenze fasulle?
- No, lei brava, io dico vero.
- Scusi se insisto, il suo cognome?
- Bertinetti.
- E’ sposata?
- Cierto.
- Posso parlare con suo marito?
- Uh, lui muorto.
- Capisco. Non si offenda ma non le credo. In italiano non si dice “lui muorto”…
- Io italiana!
- Ma allora perché ha questo accento?
- Io è di Pavia.

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