15 LUGLIO 2013

Il bambino piange, ancora

Ovvero analisi di un articolo di Maria Teresa Meli sulle regole del congresso Pd e sul vittimismo preventivo, sulla strategia sciocca e sulla morale lassa dei renziani.*

*: prima e ultima volta che ne scrivo, giuro.

Le regole sono il metodo prescelto da Bersani e dai suoi, come fu anche la volta scorsa. Ieri era Nico Stumpo, oggi è Davide Zoggia, attuale responsabile dell’organizzazione del Pd, che è incaricato di bloccare Renzi, o, meglio, di renderlo inoffensivo.

Falso. “La volta scorsa” i renziani in assemblea nazionale votarono all’unanimità per dare mandato a Bersani di contrattare le regole con le altre forze di coalizione. Io stesso – che fui tra i soli otto a votare contro di tutta l’Assemblea Nazionale – pregai alcuni dei renziani incaricati di occuparsi di regole di non votare quella norma. L’argomento usato, quello della fiducia, è inoltre risibile (Bersani preannunciava “aggiustatine” preoccupanti alle primarie da tre anni): equivale ad acquistare da uno sconosciuto incontrato in un autogrill un mattone, e poi giustificarsi dicendo che ci si era fidati della dichiarazione del venditore, che dentro al pacco ci fosse un iPhone.
Secondo, da giugno a dicembre, esclusi quelli commissionati dallo stesso Renzi, non c’è mai stato un solo sondaggio in cui Bersani non fosse davanti al suo competitor di almeno dieci punti. Se la tesi è che le regole hanno fatto perdere Renzi, è una sciocchezza.
Terzo: c’erano ben tre settimane, dicasi ventuno giorni, per registrarsi e votare regolarmente alle primarie e, fatto salvo per gli arruolati nella legione straniera, se qualcuno vuole così tanto votare alle primarie e non trova un momento per registrarsi, nemmeno on line, in ventuno giorni, forse non lo vuole così tanto.

Il segretario non sarà automaticamente candidato alla premiership.

Questa è facile: è la norma voluta da Renzi nel 2012, ed è quella su cui ancora nei primi mesi del 2013 moltissimi renziani hanno scritto, spiegando che in un partito moderno il leader è chi governa o si candida a farlo, mentre il segretario è poco più di un organizzatore. Io lo dico da sempre, che è un dibattito stupidissimo (dopo le ultime primarie, mi pare evidente che il segretario eletto dal popolo fa un po’ come gli pare, e che chiunque può sfidarlo), sono i renziani che l’hanno aperto. Tra l’altro è una roba sconfortante, perché le battaglie si fanno sui principi – e quelli, in genere, non cambiano così in fretta – non sulle necessità personali del proprio leader, è anche un modo di fare moralmente discutibile. Si decidessero.

I segretari regionali verranno scelti solo dagli iscritti, e prima del leader nazionale. Questo per impedire che vengano votati alle primarie, in collegamento con il loro candidato segretario nazionale, com’è stato finora.

Beh, e quindi? Non è meglio? Perché mai, da iscritto, dovrei votare il mio segretario regionale in base al tizio candidato al nazionale che compare con lui sui manifesti? Non abbiamo sempre detto che era sbagliato, fare le cordate dalla cima della piramide giù giù fino all’ultimo circolo di montagna? Il segretario regionale deve rispondere a un solo requisito, per quel che mi riguarda (e dovrebbe essere così per chiunque del Pd): che sia un buon segretario regionale. Che vada d’accordo col segretario nazionale, onestamente, non è così importante, anzi.

Già, perché se questa norma fosse mantenuta Renzi avrebbe la maggior parte dei leader regionali, e quindi il partito sarebbe interamente nelle sue mani.

Si, eh? Com’è successo nelle primarie romane con Gentiloni, per dire? Come è successo con Gori nelle parlamentarie?
Ho concluso, vostro onore.

E non finisce qui, per mantenere la presa sul Pd si stabilirà anche che l’assemblea nazionale, attualmente eletta alle primarie sulla base delle percentuali ottenute dai candidati segretari, verrà eletta per il 40-50 per cento dai territori.

Eh, perché invece le liste bloccate collegate ai candidati nazionali erano una figata, giusto? Soprattutto, da membro – Renzi, come ama ricordare, non lo è – avrei qualche cosa da dire, sul reale peso di quell’assemblea. Ma lasciamo perdere.

Ciliegina sulla torta: chi vorrà votare alle primarie dovrà iscriversi a un albo degli «aderenti», un modo, secondo i renziani di «appesantire il voto anche nei termini».

Albo, aderenti, elettori, attivisti. Se i renziani sono d’accordo li possiamo chiamare anche Enzo, ma segnalo che è sempre la stessa roba: che quando si vota alle primarie, sin dai tempi di Prodi, si firma un foglio in cui ci si dichiara elettori del Pd o della coalizione, nel caso di coalizione si tratti, e ci si impegna a sostenerla.
Francamente mi pare il minimo, e di nuovo: se chi vuole votare Renzi non è nemmeno disposto a firmare un cacchio di foglio – con un impegno il cui rispetto, per ragioni evidenti, nessuno verificherà mai – allora di cosa stiamo parlando, esattamente?

«L’idea, poi, che per i congressi locali votino solo gli iscritti sa tanto di volontà di costituire qualcosa di simile all’esercito egiziano, pronto a intervenire se il leader sbaglia…». (Davide Faraone)

L’esercito egiziano, ripeto: l’esercito egiziano. Gesù.
Primo, ai congressi locali votavano già i soli iscritti, anche nel 2009. Cambia solo il livello regionale. Secondo, i piangina sono insopportabili, a tutti. Anche ai propri elettori: «forte quel Renzi, peccato si lamenti sempre». Anche basta, dai.

Conclusioni. La notizia è vecchia di otto mesi, ma a qualcuno ancora non è giunta: Renzi ha perso le primarie a dicembre 2012. Fermate le rotative. Le ha perse lui, come peraltro aveva ammesso quando ancora non gli si poneva il problema di doversi nuovamente lamentare in vista di una nuova candidatura: lui, per colpa sua, non per colpa delle regole. Ha perso di seicentomila voti, e non c’era un sondaggio che lo vedesse davanti, non c’è mai stato: non ci sono seicentomila e uno elettori che sono rimasti a casa per colpa di Stumpo. Poi certo, è vero che con il giusto bombardamento mediatico si può far passare qualsiasi scemenza, ma ocio che dopo un po’ la gente si stufa.
Inoltre: il balletto sulle regole – prima la fiducia data a cazzo di cane, poi i piagnistei – non ha fatto bene a Renzi 2012, anzi: bisogna spingere la gente a votare, non va bene fargli credere che non potrà. Specie se non è vero (al contrario, la strategia è piuttosto demenziale). A meno che non si sappia già di perdere (appunto) e non ci si voglia preparare una scusa. Altro giro, altra primaria, e ancor prima che la sua candidatura sia ufficialmente in campo, ecco ripartire il coro delle prefiche, ma è difficile che rispetto al 2012 sia di qualche giovamento al candidato. A meno che non serva a mascherare lo stesso problema: che Renzi non ha la maggioranza tra gli elettori del Pd – questo il vero motivo per cui “si è preso l’estate per pensarci”, altrimenti staremmo parlando di una candidatura già ufficiale, e non fa testo la prenotazione della Leopolda per fine ottobre, perché ricordo che Renzi di Leopolde ne ha fatte tre, ma di candidature solo una – e quindi meglio partire subito a inventarsi complotti contro l’affermazione gloriosa del luminoso leader.
Che due palle, però.

  1. Sta di fatto che non si capisce bene perché delle regole utilizzate per eleggere Veltroni e Bersani non possano essere utilizzate ora. Non si capisce inoltre perché la ex-dirigenza debba imporre delle regole se tutte le parti non sono d’accordo. Ma non si era detto che le regole dovevano essere condivise? In ogni caso questo dibattito è inquinato: come per le elezioni politiche nazionali, cambiare le regole alla vigilia del voto è sempre un cattivo segno.

    Dylan
  2. Guarda Dylan, il motivo primo – almeno in ordine di tempo – per cui discutiamo di regole diverse ha a che fare col fatto che l’anno scorso le abbiamo derogate per far correre Renzi. E questo ha in qualche modo cambiato anche lo scopo del nostro congresso, piaccia o no.

  3. Non ce la fai proprio a passare un’estate serena, ne…? :)

  4. Davide Faraone è il candidato arrivato terzo alle primarie di Palermo?

  5. Sono sicuro che non ti sfugge la differenza tra decidere se tenere o meno le primarie (quello che si è deciso l’anno scorso) e cambiare le regole con cui le primarie si tengono.

    Dylan
  6. Quindi la colpa l’altra volta sarebbe stata fidarsi che il segretario avrebbe fatto regole oneste? Sai com’e`, io lo davo per scontato che almeno sulle questioni normative ci si possa fidare di chi e` segretario del proprio partito. E` il colmo! La colpa non e` di chi fa regole di merda ma di chi si augura che i propri compagni di partito siano perlomeno onesti. Insomma, so cosa aspettarmi se vincete la segreteria?
    Inoltre, i sondaggi vi attestano al 6%, visto che tanto renzi era dato sempre dietro e ha perso non per colpa delle regole, mi chiedo perche` stiate partecipando. Oppure vivi nel mondo dei doppi standard e magari i sondaggi:
    a) non sono sempre veritieri
    b) dipendono dalle regole della partita elettorale. Rifalli con un campione casuale e poi vediamo cosa esce fuori.

    In ogni caso, in bocca al lupo.

  7. ottimi i leghisti

    sono sempre utili alla bisogna

    Berlusconi / Napolitano / Enrico Letta / Alfano / Bonino / Cancellieri / Media … avevano bisogno di un diversivo per distogliere l’attenzione dal GRAVISSIMO SCANDALO EVERSIVO SHALABAYEVA / DITTATORE KAZAKO ?

    nessun problema … basta fare un fischio e accorrono sempre come degli orango-tan

    risultato raggiunto

    chapeau !

  8. Il sondaggio chiedeva “chi è il favorito”, non “chi voti”, io fossi in te gli darei un peso relativo, ma vedi tu.
    Quanto alla fiducia, Bersani diceva da quattro anni che avrebbe dato “un’aggiustatina” alle primarie, e noi – noi – ci siamo sempre opposti. Fidarsi sulla base di quel proposito è un po’ da scemi.

  9. Ok, noi siamo scemi. Poi voi l’avete votato, dopo esservi opposti, cosa siete?

  10. la cosa più illuminante su questa faccenda delle regole è che mezzi dirigenti nazionali dicono che la regola attualmente in vigore è la separazione tra segretario e candidato premier sulla base della delibera dell’ottobre scorso ad renzium, mentre l’altra metà dice che era una sospensione temporanea e quindi la regola attualmente in vigore è la coincidenza tra i due ruoli. Mah….

  11. Sul fatto che sia una discussione inutile e stupida, quella della separazione o meno delle cariche, concordo.

  12. Dylan, a parte, come dice Paolo, che la prima volta che il PD ha modificato le regole “in corsa” è stato proprio per dare a Renzi l’opportunità di candidarsi alle primarie (quindi decade anche la gnola del “hanno cambiato le regole in corsa”, se sono state cambiate per farti partecipare la corsa non era ancora iniziata), c’è anche da dire che non è che lo statuto del PD debba essere intoccabile. Si fanno una serie di primarie, ci si accorge che alcune cose, così come sono, non funzionano e le si cambiano.  Poi qualcuno ha sempre bisogno di un alibi per candidarsi, sapendo che se gli va male ha una scusa pronta. A me piacerebbe tanto parlare di contenuti, non di regole

    Francesca Minone
  13. Francesca, come dicevo prima, la deroga allo statuto l’hai fatta solo per decidere se tenere o meno le primarie. Intervenire nel merito delle regole, soprattutto se un contendente ha voce in capitolo e l’altro no, è completamente un’altra questione. Poi Bersani ha avuto 3 anni per cambiare le benedette regole del congresso e il funzionamento degli organi del partito, mi spieghi perché se ne ricorda solo ora? Infine, proprio perché anche a me piacerebbe discutere nel merito del congresso e non delle regole, sarebbe bene non modificarle o modificarle solo con l’assenso di tutte le parti (e non solo dell’ex-dirigenza).

    Dylan
  14. @DYLAN, ti sbagli. La deroga allo statuto è stata fatta precisamente per consentire a Renzi di partecipare alle primarie di coalizione che erano già previste con la partecipazione, per il PD, del solo segretario. E’ stata una deroga ad renzium, non c’è dubbio.

    FaustoB
  15. Faraone e l’esercito egiziano. Mi sembra il titolo di uno di quei film fintostorici tanto in voga negli anni 50/60. Oddio, era pure l’epoca di Fonzie…

    DanielaGrossi
  16. FaustoB, perché, altrimenti avrebbero fatto le primarie tra Bersani, Vendola e Nencini? Dai su, un po’ di senso di realtà.

    Dylan
  17. Bravo Cosseddu a costruire un articolo tutto a senso unico (contro Renzi ovviamente), di cui non condivido nemmeno mezzo punto. Ma per favore

    Sandro B.
  18. Strano che questo Cosseddu non gli abbia dato anche del fascistoide.

    Piero
  19. Io questa storia delle regole la riassumo così:

    1) Renzi, per usare le categorie PippoBaudiane, che sono un pò come quelle kantiane ma più nazionalpopolari, si è costruito un’identità  come “Nuova proposta” di Sanremo contro i “soliti vecchi big”, “quelli di prima”, che si chiamino  Toto Cotugno o Pigi Bersani, cambia poco. In assenza di un programma politico davvero percepito come nuovo o diverso, il giochino funziona fintanto che la gente continua a percepirti come “nuova proposta”, per cui a ogni giro di primaria, ripeteremo sta’ solfa, pure quando lui avrà sessant’anni e quelli di prima faranno le riunioni con il deambulatore davanti al caminetto di Villa Arzilla. Lui sarà sempre come Luis Miguel, costretto a cantare: “Noi, ragazzi di oggi…”, anche ora che ragazzo non lo è più.

    2) Renzi piace a chi il PD (in gran parte) non lo vota o a chi il PD piacerebbe solo se non fosse il PD. Ergo per “tenersi questo elettorato”, Renzi non può che mettere sempre in discussione le regole che il PD si dà, semplicemente perché sono le regole degli “altri”.

    3) Renzi piace a chi è liberal, o per come la dico io, per chi non è di sinistra. Per un liberal (almeno per come intendono la definizione dalle nostre parti….) le regole, che si tratti di Primarie, di conflitto d’interessi, di Ruba mazzo,  sono sempre  come il rosso per il toro. Sono in fondo i famigerati  ”Lacci e lacciuoli” che imbrigliano la parte operosa del paese e bla, bla, bla. Qundi essere contro le regole, equivale ad essere innovativi.

    D’accordo, ho caricaturizzato la cosa. Ma questo è. Persino un osservatore “non ostile” a Renzi come Luca Sofri, nei giorni scorsi, ha evidenziato come quella sulle regole e le altre discussioni da teatrino, alla lunga, stiano oscurando la stella di Matteo. Io spero che se ne rendano conto anche le persone che legittimamente vedono in Renzi l’Obama bianco.

    Così magari torniamo a dividerci su cose su cui “vale la pena” dividersi  come democratici: che tipo di welfare abbiamo in testa per questo paese, se pensiamo che le battaglie contro la corruzione e l’evasione fiscale siano centrali oppure un optional morale, etc etc.

  20. @DYLAN: la risposta è si. Si può pensare che sarebbe stata una follia, è un’opinione assolutamente legittima. Ma così era, statuto pd alla mano. E per fare diversamente si è dovuto cambiare le regole in corsa per potere accogliere la canidatura di renzi. E questa non è un’opinione ma un fatto.

    FaustoB
  21. FaustoB, no, non le avrebbero fatte, tutti avrebbero riconosciuto Bersani candidato di coalizione e morta lì. In ogni caso, non sostengo certo che lo statuto non fu cambiato per far partecipare Renzi. Dico solo che è molto diverso cambiare le regole per decidere se qualcuno può candidarsi o meno (in caso negativo le primarie non ci sarebbero state, che tu lo riconosca o no) e intervenire nel merito delle regole attraverso cui le primarie si svolgono. Il paragone quindi ha poco senso.

    Dylan
  22. Negli Stati Uniti, quando uno perde le primarie, non avanza idee di rivincita interna nè si mostra preoccupato solo di valutare quando sarà il momento più vicino per la propria affermazione personale. Anzi, a ben vedere, spesso chi perde le primarie sparisce per sempre, non avendo avuto nemmeno il sostegno della propria parte. E’ “bello” che si voglia imitare la politica americana solo dove e quando fa comodo.

    Hlinur Bjorn
  23. Si e No.

    Fare i segretari di circolo provincia regione in tempi separati e anticipati rispetto al nazionale non è certo per fare un dispetto a Renzi. Bersani lo disse subito dopo la sua elezione che le cose andavano disaccoppiate. Se fai tutto insieme ti ritrovi gli schieramenti nazionali ridicolmente replicati anche a livello di circolo con l’effetto che si eleggono persone che hanno scelto il carro vincente anche se non sono le migliori.
    Se si separano gli eventi forse, spero, potremo scegliere il segretario di circolo senza preoccuparci se sia civatiano o renziano o fassiniano o …
    Forse. Aspetto di vedere se davvero succede. Sui livelli provinciali e regionali la vedo meno probabile.

    Sull’albo e sulle regole delle primarie “antirenzi” secondo me Paolo tralasci un paio di dettagli non secondari:
    1 al voto abbiamo sempre (?) firmato un foglio in cui dichiaravamo di aderire etc. MA lo facevamo al momento del voto, non dovevamo andare apposta, prima, alla sede del partito o al gazebo, mi sembra indubbio che quella scelta ha ridotto la platea dei votanti.
    La frase “c’erano ben 21 giorni se uno ci teneva …” per me è assurda, allora puoi dire che se uno ci tiene davvero davvero perché non fa la tessera? Le primarie sono un altra cosa.

    2 prima di quelle primarie non è mai stato necessario registrarsi preventivamente, e neanche dopo (vedi sindaco di Roma), allora 1+1 fa 2.

    Che Renzi sia stato fesso o superficiale a fidarsi, votare a favore in assemblea e poi lamentarsi dopo è storia, ma le regole impostate da stumpo & c non diventano per questo più accettabili

    Giuseppe Volta
  24. marco d, che si scusa di aver caricaturizzato la questione, in realtà non ha caricaturizzato proprio niente! ha invece descritto con chirurgica precisione quella che è la realtà! le sue osservazioni esatte e puntualissime, vanno a unirsi a quelle fatte da cosseddu.                     se ne ricava che:

    1 renzi, che a differenza dei suoi ultras/groupies conosce benissimo gli elettori del pd, sa perfettamente che la maggioranza del pd, almeno per ora, e nonostante tutto quello che è successo, non è ancora con lui. che non vuol dire che, in questo momento, ci sia un candidato in grado di prendere più voti di lui. ma vuol dire che, se in un’eventuale corsa a tre renzi-cuperlo-civati, si finisse (e ci si dovrebbe finire) al ballottaggio, fra renzi e uno degli altri due, gli elettori del candidato arrivato terzo molto probabilmente farebbero convergere i voti non su renzi, ma sullo sfidante; tanto più se non di corsa per la premiership si trattasse, ma di “semplice” corsa per la segreteria (carica che renzi ha sempre disprezzato).

    2  per questo motivo renzi è costretto a temporeggiare, a vedere bene come evolvono le cose, a dichiarare un giorno che il governo letta deve finire al più presto, e il giorno appresso che invece no, deve durare. nel frattempo, per evitare di cuocersi a fuoco lento in questo continuo stallo, renzi deve continuare a darsi l’immagine dell’outsider, di quello che “sono tutti contro di me” (che non è vero: giornaloni come la stampa e in parte repubblica, e sicuramente il corriere, sono con lui. industriali, opinionisti, accomunati tutti dal fatto di non essere di sinistra, sono con lui). durerà ancora per molto? forse che sì, forse che no (sì perchè una sua forza mediatica renzi ce l’ha, e la usa berlusconianamente bene. no, perchè gli elettori magari tanto stupidi non sono, e capiscono).

    3 le primarie dello scorso giro, che renzi ha perso, sono state primarie aperte! chi ha voluto votato. lo stesso numero di votanti di quelle del 2009 per la segreteria, che non riguardava sel, ma alle quali molti elettori di quel partito appena nato andarono a votare, i più (sciaguratamente, come feci io) per bersani. alle primarie perse, renzi era sotto nettamente già al primo turno, ed è andato sotto ulteriormente al ballottaggio. un candidato cioè non solo minoritario, ma incapace di attrarre la altre minoranze della coalizione, che pure erano diverse fra loro (renzi è riuscito a mettere d’accordo un vendola e un tabacci).

    questi, insomma, i motivi dell’attuale tattica renziana. un candidato che, visto l’attuale disfacimento della sinistra, avrebbe praterie davanti, e potrebbe portare con lui tutto l’elettorato del pd, ancora in maggioranza di sinistra (come lui ben sa). ma renzi di sinistra non è, e quindi è costretto ad agire così…

    Jacopo
  25. Scusate se una “semplice elettrice” esprime il proprio parere in mezzo a tanti tecnicismi. Sarò breve. Le ultime primarie ( che molti papaveri non avrebbero voluto neppure fare!) sono state fatte per insistenza di Renzi. Bersani ha solo capito che sarebbe stato un boomerang non accettare e ha furbescamente sfruttato l’occasione per avere il sostegno di tutto l’apparato in cambio del listino bloccato. Non si chiede nessuno perché sia praticamente impossibile per chi vuole in qualche modo modificare l’assetto del PD riuscire a ricoprire ruoli significativi a livello dirigenziale? Non penso solo a Renzi, verso il quale l’atteggiamento della dirigenza è paranoico ( prima si distruggeva, poi quando i sondaggi erano già indicativi lo si è portato a spasso come la Madonna Pellegrina, per poi tornare a ostracizzarlo

    !), ma anche a Civati e a tutti i membri dei circoli che dopo la formazione dell’attuale governo (sic!) si sono dimessi nella totale indifferenza di chi sta sopra! La prima regola di questo partito dovrebbe essere l’apertura al rinnovamento vero e alle istanze della società reale. Se non si comprende questo il PD è destinato a morire, con buona pace di tutte le strategie per salvare il posteriore ai soliti noti. Con conseguenze funeste per il Paese!

    Cinzia Sinigaglia
  26. è vero, cinzia, come tu dici, che le primarie bersani le ha accettate, perchè se non lo avesse fatto non sarebbe stata una gran figura (non che poi abbia fatto un figurone, eh…). ma di nuovo: lo statuto del pd diceva un altra cosa! diceva che il segretario (uscito dalle primarie per scegliere il segretario) era, automaticamente, il candidato premier DEL PD, che eventualmente si sarebbe misurato in nuove primarie con altri candidati premier di altri schieramenti. non ce ne fu bisogno nel 2008, ma nel 2012 era sicuro che il “candidato del pd” avrebbe dovuto affrontare una primaria con canidati di altre formazioni politiche. e dunque, lo statuto è stato cambiato, per permettere di correre anche a chi segretario del pd non era, sulla base dell’assunto, peraltro giusto, che “segreteria e premiership sono due cose diverse”. adesso invece sono gli stessi renziani che avevano voluto la deroga ad personam a pretendere che si torni alle origini, perchè sanno che, in una corsa secca alla segreteria, renzi sarebbe molto in difficoltà e rischierebbe seriamente di perdere, tanto che ancora oggi pare che non voglia partecipare; e se uscisse male dalla corsa per la segreteria, il contraccolpo sarebbe tale da impedirgli di partecipare alle nuove primarie per il candidato premier.

     

    p.s. i vari figuri impresentabili del pd, gli stumpo, gli zoggia, le geloni: non sono quelli che lo hanno fatto perdere, semmai quelli che gli hanno consentito, con le loro uscite e la loro nullità, di prendersi tutti quei voti, affermandosi come “il nuovo”. in un partito di sinistra normale, con una classe dirigente mediamente presentabile, un renzi non durerebbe un secondo…

    Jacopo
  27. Io quello che non capisco, a prescindere dalla storia dei tecnicismi e del chi ha fatto cosa, è che a Civati farebbe comodo far battaglia sulle regole assieme a Renzi, ma non accade. Poi ognuno gioca la sua partita, non dico di fare un ticket. Ma su questa “battaglia” si potrebbe andare d’accordo, no?! Qua si continuano ad attaccare Renzi e i renziani come se fossero quelli che ci hanno portato a questo punto…non mi pare così

    oreppac
  28. Io aggiungerei solo:

    ” E che cxxxxx!”

    Eugenio (Puglia)
  29. Giustamente con tutto quello che sta succedendo nel PD, non trovo niente di meglio che scrivere di renzi. Ormai siamo quasi al lettino: potresti essere un uovo personaggio di In Treatment la prossima stagione televisiva. Ripeto: sei l’ultimo che puô parlare. Alle primarie a novembre eri con stumpo e la geloni e questa fantastica dirigenza. Quindi, fai mea culpa, salta almeno un giro e riparliamone al prossimo congresso. Nel frattempo, invece di leggere ciò che fa e dice Renzi, occupati di coò che fa e dice il tuo compagno di mozione Franceschini.

    L'ottimista
  30. A me sembra, se non l’ha già detto qualcuno, che non si capisce perché la deroga delle primarie a candidato premier debba giustificare il cambiamento delle regole dell’elezione del segretario. Mi sembrano due cose diverse.Se si vuole fare il ragionamento “Ah, ma Renzi ha chiesto la deroga nel 2012″, bisognerebbe quindi aggiungere “per le primarie”.

    Inoltre mi pare che qui si sia sempre stati per la maggior apertura possibile del PD alla famosa società civile, alla cittadinanza, alla partecipazione democratica. Cosa sono ora tutti questi distinguo, questi discorsi sui diritti degli iscritti, sulle prerogative degli iscritti?

    Tengo a ricordare un dettaglio non da poco, per chi tema di vedere il partito rubato dai votanti alle primarie o ai congressi aperti: se è vero che si dà voce a chi non è del partito, è vero che tale voce si esprime su non su candidati scelti a caso, ma proposti e sostenuti da un numero congruo di iscritti del partito. Come dire: alle primarie arrivano soltanto candidati la cui piddinosità non è in dubbio, e agli esterni si dà modo di esprimersi soltanto su candidati che al partito piacerebbero comunque, per quanto diversi. Non può esistere che le truppe cammellate entrino nel PD e facciano eleggere segretario Gasparri.

    Per tornare sull’argomento “deroga 2012″, forse la contraddizione con le richieste renziane attuali c’è, ma ci sono anche solide ragioni per cambiare procedure: ora si dovrebbe scegliere un segretario che si presuppone arrivi ad elezioni non alla fine del mandato, come Bersani, ma molto, molto prima (SI SPERA). Bersani arrivava alle elezioni con un congresso vecchio di 4 anni tenuto in una situazione politica diversissima. Sentire un po’ cosa aveva da dire il partito prima di buttarsi nelle elezioni (e soprattutto dopo aver appoggiato Monti, cosa anche giusta, ma un po’ fuori dalle premesse congressuali) sarebbe stato utile, meglio che fare le sole primarie. Ma abbiamo capito quale sia l’attaccamento di Bersani alla poltrona. Ho visto gatte meno protettive con i loro cuccioli.

    Sono molto d’accordo quindi con Dylan e con  Nigris (soprattutto sul definitivo commento del 15 luglio, 11.53). Tutta questa acrimonia sembra soprattutto un muro anti-renzi, tanto forte da diventare negazionista per quanto riguarda le regole delle ultime primarie (andare al gazebo, tornare al gazebo, PRESENTARE LA GIUSTIFICA CARTACEA NO E-MAIL, PER CARITA’ DI DIO)…ce le siamo dimenticate queste cose?

    Per un sostenitore di Civati, l’uomo dei campeggi prossimi, oltre, altri, nuovi, 2.0, passare sopra tutto questo è grave. Però è significativo: dopo tanta retorica, Civati alle primarie ha appoggiato Bersani, e Cosseddu appoggia Stumpo.

    Non è male come nemesi.

    uqbal
  31. Caro Paolo, sbaglio a pensare che questo Pd ora come ora voterebbe anche che Ruby è la nipote di Mubarak? Perché “altrimenti cade il governo”, ovvio. A questo punto spero che continuino così, a votare cose sempre più assurde e che dalle ceneri nasca qualcosa di buono (il vostro progetto).

    Pepo