20 GIUGNO 2013

La teoria delle scatole

Poiché le cose cambiano in fretta, di colpo anni e anni di dibattito su come conquistare l’elettorato moderato mi sembrano, francamente, lontanissimi. Alla prova dei fatti, il terzo polo di cui parlavamo non è mai esistito, in compenso alle ultime politiche se ne è manifestato uno ben più consistente: quando mai l’Udc di Casini o Scelta Civica avrebbero potuto ambire al 25 per cento? Nemmeno nei loro sogni più sfrenati. Il Movimento 5 Stelle ci è arrivato al primo colpo, anzi, al primo e ultimo, se continuano così.

Quei dieci milioni di voti, che entrano ed escono dall’astensione, si manifestano in contemporanea con l’inevitabile crisi della destra: Berlusconi è ancora un leader fortissimo, ciò nonostante alla fine, se non della sua carriera, della sua pur lunga aspettativa di vita. E servirà un decennio, alla destra, per ricostruirsi decentemente dopo che Berlusconi non ci sarà più. Finché c’è lui, è l’unico motivo per cui ne parliamo ancora, ma nemmeno a lui sarà più possibile ripetere i risultati del 2008: il declino è conclamato.
Quindi, io la vedo così: se il Pd è un partito potenzialmente in grado di prendere il 40 per cento – e io penso che lo sia davvero – ci può arrivare guardando a destra, verso i cosiddetti delusi del centrodestra, oppure guardando a sinistra, verso quelli che ci hanno mollato per votare M5S. Che sono tantissimi e che, come dimostrato alle ultime amministrative, sono molto più propensi a spostarsi di nuovo (o a stare a casa, che sarebbe un peccato).

Grillo, rispetto a Berlusconi, ha costruito il suo partito sull’acqua, e il suo consenso sulle sabbie mobili. Tre mesi fa eravamo preoccupati di lasciare al M5S uno spazio sterminato, quello dell’unica opposizione nel Paese, ma i grillini non sono con tutta evidenza in grado di sfruttarlo. Quel monte di voti è quindi scalabilissimo, dipende solo dal Pd.
E siccome oggi tutti i partiti sono mere scatole, scatole vuote che valgono a seconda di quel che gli viene messo dentro, riempire il Pd in un modo o in un altro non è indifferente: non lo è ai fini del risultato, e non lo è per i personali gusti miei e degli elettori di sinistra di questo Paese. Il Pdl, in quanto scatola, mantiene una certa attrattiva se dentro c’è Berlusconi, in caso contrario vale molto meno, anche la metà, anche meno della metà; il M5S ha goduto di una breve e certamente clamorosa sopravvalutazione, ma senza Grillo in prima linea e senza una finalizzazione molto concreta dei suoi progetti di cambiamento, è molto meno interessante, e soprattutto è del tutto incapace di gestirsi.

La scatola del Pd, per piacere ai delusi della destra, deve darsi un’immagine – anche superficiale – attraente per quel tipo di acquirente, ma non solo, deve comunque rispettare anche nel contenuto ciò che l’elettore di destra si aspetta di trovarci dentro. Che va benissimo se parliamo di equità fiscale o delle riforme liberali che loro non hanno mai davvero fatto e che toccherà fare a noi, ma va meno bene se per attirarli ci tocca adeguarci a un certo relativismo morale che più di ogni altra è stata la cifra del ventennio berlusconiano: o almeno, a me va meno bene, molto meno. Ed è vero, in una logica bipolare, e fino a pochi mesi fa forse non ci sarebbero state alternative. Ma oggi viene da chiedersi chi ce lo faccia fare, visto che dopotutto è disponibile un 25 per cento di voti che per tornare nella nostra scatola chiede solo una sinistra più aperta, meno ambigua, più fedele ai propri valori ma più moderna e attenta a quel che si muove nella società. Una sinistra di governo, ma nettamente alternativa alla destra. Che non ammuffisca nel classismo o nei rapporti con le storiche cinghie di trasmissione, ma che sia laica e trasversale nella società, intercettando lavoratori dipendenti, precari, partite Iva, creatori d’impresa che credono nello sviluppo più che nella speculazione. Che mantenga gli impegni che prende. Perché non è mica più vero, che si vince al centro, quelli erano gli anni ’90, gli anni di Blair, le teorie di James Carville, e pure i nostri politologi dovrebbero darsi un’aggiornatina ogni tanto: quel che è successo negli ultimi anni in molte delle grandi democrazie occidentali, da Obama in giù, è che si vince portando a votare i propri elettori. Quella era una visione, e ha funzionato, aveva senso vent’anni fa, ma poi nuove visioni si affermano, e rimpiazzano quelle che sembrano verità acquisite, che semplicemente non funzionano più. E continuare a sostenere che bisogna ammassarsi verso gli avversari è un concetto superato, è come dire che QuarkXpress è il miglior programma di grafica editoriale: i tempi cambiano.

Con un certo tipo di leader, un Pd che parla ai delusi della destra può valere il 40 per cento, dicono i sondaggi. Io penso che, con un altro tipo di leader, un Pd che – banalmente – fa il Pd può valere il 40 per cento senza per questo dover attirare i delusi della destra: perché li recupera lì dove li ha più vicini, a sinistra, come il risultato di Grillo ha dimostrato: e io non penso davvero che alle ultime elezioni il Pd non abbia vinto perché non ha parlato agli ex elettori del Pdl, penso che non abbia vinto perché è stato vaghissimo sulla sua idea di Paese, perché si è fatto fregare da sinistra temi che ha sottovalutato, e semmai perché non è stato sufficientemente alternativo ai suoi avversari. Quel che non penso, invece, è che si possa fare l’una e l’altra cosa insieme, attirare da un lato e dall’altro, nemmeno con un forte strabismo: si tratta quindi di fare una scelta, scegliere un leader che guarda di là, o sceglierne uno che guarda di qua, dove purtroppo non guarda quasi nessuno. Che non è strabismo, è cecità, ma non è così strana se si pensa che la nostra classe dirigente e l’opinione pubblica italiana hanno passato gli ultimi due decenni a ragionare in termini di Berlusconi e D’Alema. Senza particolari risultati, ma anche fosse lo scenario è cambiato, quello schema lì è morto e sepolto: basta osservare, cambiare prospettiva. Voltarsi, quando i nostri elettori chiamano.

Per quel che mi riguarda, quindi, quel leader c’è, c’è chi potrebbe fare il segretario del Pd con quello spirito, riportandoci dentro tutta la roba che in quella scatola doveva starci sin dall’inizio, che è un sacco di roba davvero, è una quantità impressionante e di cui nessuno si interessa. Quel leader c’è, anche se ancora in nuce. Ma i leader si costruiscono, e di questi tempi si costruiscono pure in fretta.

  1. Bello e giusto. Soprattutto giusto e di proiezione. Sono anche io convinto che il PD debba guardare ai suoi elettori, alla sua visione e alla sua interpretazione ma “da sinistra”. Il gioco di avvicinarsi via via al centro, dopo anni possiamo dirlo, non ha pagato e ha fatto danni strutturali fortissimi. Se poi, interpretando la visione di una sinistra rinnovata (si noti bene questa parola: rinnovata, perché di sinistra per me vuol dire “leggere il mondo e interpretarlo secondo i cambiamenti che avvengono e cercare di anticipare le cose cercando il bene comune” – in soldoni), riusciamo a farci capire pure dai delusi di destra – che dalla destra principalmente vorrebbero meno tasse e meno burocrazia – a me schifo non fa. Ma non rinunciando a una visione del mondo.

  2. Mai stata più d’accordo, analisi lucida e costruttiva. Grazie!

  3. Paolo Cosseddu stai diventando il mio mito, sottoscrivo ogni singola parola, soprattutto questo: “è disponibile un 25 per cento di voti che per tornare nella nostra scatola chiede solo una sinistra più aperta, meno ambigua, più fedele ai propri valori ma più moderna e attenta a quel che si muove nella società. Una sinistra di governo, ma nettamente alternativa alla destra. Che non ammuffisca nel classismo o nei rapporti con le storiche cinghie di trasmissione, ma che sia laica e trasversale nella società, intercettando lavoratori dipendenti, precari, partite Iva, creatori d’impresa che credono nello sviluppo più che nella speculazione”.

  4. Grazie, soprattutto per questa frase, in cui mi ritrovo tantissimo :
    “creatori d’impresa che credono nello sviluppo più che nella speculazione.”

  5. Non sono d’accordo, a diversi livelli.

    Riproporre questa dialettica del pendolo che va un po’ a destra e un po’ a sinistra rischia di non essere utile. Il M5S non ha pescato solo a sinistra, e non è per nulla scontato che una “sinistra pura” sarebbe un faro per gli elettori delusi. Alle ultime elezioni la sinistra-sinistra c’era, e non ha preso che il 2,9 (Vendola. Caliamo un velo pietoso su Ingroia). Non solo: l’”ala sinistra” del PD cerca disperatamente il centro per ragioni non particolarmente oscure. Semplicemente, sa che non attirerà mai abbastanza elettori da essere maggioritaria o anche solo vicina ad esserlo. E’ la ragione per cui la sinistra vendoliana, che alle locali ha visto degli importanti successi (su tutti: Pisapia, ma non solo), alle politiche ha accettato di apparentarsi con il centro, sia pure tenendo il PD tra sé e gli eventuali centristi. E’ la ragione per cui D’Alema dice che la sinistra in Italia è minoranza strutturale.

    Lo squagliamento del M5S dimostra che tanto elettorato piuttosto che votare questa sinistra preferisce votare il primo che passa. Nel 1994 si è affidato a Berlusconi, nel 2013 a Grillo. Se per Berlusconi ci si poteva consolare pensando di essere stati sopraffatti dai suoi potenti e illegittimi mezzi, Grillo ha dimostrato che gli Italiani sono disposti a votare -letteralmente- chi passa di lì per caso piuttosto che una sinistra identitaria.

    Il punto quindi non è piacere “agli Italiani di destra”, bensì piacere agli Italiani, e basta. Tanti che hanno votato centro o centro destra non si definiscono per questo identitariamente di “destra”. A definirsi tali sono soltanto gli ex di AN e pochi altri. Gli altri votano o Berlusconi per Berlusconi (tanti, sì), o come gli pare.

    Quindi il punto non è starsi a chiedere quanto rossa o rosa debba essere la sinistra. Bensì quanto efficace. Una sinistra efficace è una sinistra che ha ben chiari i propri principi generali (equità sociale, possibilità di istruzione ed emancipazione per tutti, più lavoro e meglio tutelato, eliminazione di tutte le discriminazioni) ma che non si fa scrupolo di abbandonare petizioni di principio e cavalli di battaglia tradizionali se questi non portano al raggiungimento di questi obiettivi. E’ una sinistra che non ha paura dell’Italia e degli Italiani e rispetto ai quali, nonostante tutti i loro difetti -da non nascondere-, non prova diffidenza.

    Possiamo starcela a raccontare fino allo sfinimento di una “sinistra di governo” o di una “sinistra più aperta”: queste definizioni reggono finché non si tratta di fare proposte e riforme, perché al momento cruciale riparte sempre l’accusa di “destrismo”. E questo perché le proposte concrete non possono non andare ad intaccare cose come la rappresentanza sindacale, alcuni aspetti del pubblico impiego, la gestione delle pensioni o la funzione pubblica . Ovvero quegli ambiti in cui la sinistra ha quel blocco di riferimento che è massiccio ma non maggioranza.

    Hic Rhodus, hic salta. Tra militanti, simpatizzanti ed intellettuali ci sono tanti che il problema se lo pongono. A livello di leader, l’unico è Renzi, quelloche  eviti di nominare nemmeno fosse Voldemort.

    uqbal
  6. “è disponibile un 25 per cento di voti che per tornare nella nostra scatola chiede solo una sinistra più aperta”. secondo me sottovaluti la componente qualunquista dell’elettorato grillino, che mai voterebbe un partito moderno e di sinistra. condivido l’analisi ma appunto ridimensionerei parecchio il 25 %

    champ
  7. ummadonna… ho scritto le stesse cose di Marco, ma su FB

    Michela
  8. se persino Brunetta e Fassina si trovano d’accordo, questo significa che, nel merito delle proposte, la divisione tradizionale tra “destra” e “sinistra” si sta offuscando.

    Rimane, invece, una differenza netta di “ancoraggio valoriale”: è qui che il Pd deve rimanere solido, senza cedere a parole d’ordine che non appartengono alla sua cultura.

    Credo che gli elettori abbiano capito che il “pragmatismo” in politica non esiste: non esistono soluzioni “giuste”, “che funzionano” e che pertanto sono politicamente “neutre”, cioè “non sono nè di destra nè di sinistra” – se esistessero, banalmente, i “tecnici” le avrebbero già adottate.

    Per questo, passata la “sbornia protestataria” delle ultime elezioni, penso che gli elettori si orienteranno sulla base di ciò che davvero conta in politica: i valori, i princìpi.

    Chi tentasse di “strizzare l’occhio” a elettorati troppo lontani tra loro potrebbe forse riuscire a “fare il botto” dal punto di vista elettorale; ma farebbe poca strada- come si è visto con il M5S

    silbi
  9. Non ho scritto che sia contendibile tutto quel 25 per cento, e non a caso. Quanto all’obiezione riguardante il deludente risultato di Sel, semmai è una conferma di quel che dico: che serve una sinistra nuova, Sel non lo è, e infatti non funziona.

  10. tutto bello e tutto vero. Non pensiamo però che il 25% di Grillo siano tutti elettori di sinistra delusi però. C’è una bella fetta di qualunquisti e di elettori di destra, che non è che se gli dici cose sensate di sinistra cambiano neh.

  11. (Marco, preoccupati…. abbiamo detto le stesse cose)

  12. Ho letto il tuo articolo e l’ho trovato politicamente interessante. Penso anch’io che il Pd debba fare il Pd e non scimmiottare altre formazioni e le loro idee. Per far questo deve ricompattare il proprio storico 33 per cento, diciamo così, guardando ai nuovi ceti medio bassi, tra cui i precari i laureati che guadagnano meno di un garzone ecc. Ma deve puntare anche al 50 per cento e cioè dare risposte anche a chi ad esempio rinuncerebbe volentieri a delocalizzare la produzione industriale sol se ci fossero condizioni almeno accettabili in Italia per fare ciò’. Le due visioni, diciamo più a sinistra e più liberale hanno a mio avviso due ottimi rappresentanti che le hanno fatte proprie e che potrebbero farci fare un salto in avanti non nelle percentuali di voto ma nel servizio alla nostra Nazione. Mi riferisco a Civati e Renzi, e a tutti noi che li sosteniamo non per tifoseria o secondi fine ma per passione ed amore per l’Italia

  13. Michela, resta il fatto che l’area di voti recuperabili a sinistra resta molto ampia. Basta un po’ di coerenza, anche senza inseguire la Fiom, per capirci.

  14. infatti, ho detto “tutto bello e tutto vero”. Ma non pensiamo di prenderci tutto il 25% di Grillo. Anche perché per prenderlo tutto devi dire e fare cose che in confronto scimmiottare la destra è una figata. Gli antieuro? Io li lascerei perdere magari.

  15. Silbi

    Esattamente quel che stavo dicendo. La paura dell’ancoraggio valoriale si traduce nel continuare a fare sempre le stesse cose.

    Facciamo un esempio: se negli anni ’70 la CIG poteva essere uno strumento di tutela dei lavoratori sufficiente e valido, oggi, con un mercato del lavoro diverso, una crisi mai vista prima, una dinamica demografica diversa e un diverso tasso di occupazione, non lo è più.

    Ma se proponi di sostituirla con qualcos’altro che sappia meglio rispondere al principio valoriale della difesa dei lavoratori, puntuali arrivano le accuse di “deriva culturale”, “concessioni alla destra”, “perdita dei valori” e a volte anche di peggio.

    Il pragmatismo esiste eccome, ma non perché le scelte siano neutre. Fissati gli obiettivi, esiste un principio di efficacia di cui bisogna tenere conto. Le discussioni sui valori e sui principi le abbiamo fatte, il problema è sempre stato passare alla realtà.

    E’ il caso dell’acqua: con il referendum si è voluto vietare che i comuni prendessero anche solo in considerazione l’ipotesi che talvolta la distribuzione dell’acqua possa essere gestita dai privati, nel caso convenga. Perché? Perché il discrimine non era la convenienza (in base al principio di sinistra: “Acqua per tutti a buon mercato” -nessuna neutralità), ma la petizione di principio del “i privati no”. E quella che doveva essere la sinistra moderna, come Civati, era schierata per la petizione di principio.

    uqbal
  16. @uqbal

    sul referendum dell’acqua, credo che ti sbagli. Lì l’”ideologia” stava, mi pare, nel voler costringere i comuni a rinunciare all’affidamento in house (“privato è meglio”); con il referendum, i comuni sono liberi di scegliere se “privatizzare l’acqua” (passami l’imprecisione) o no – io, almeno, l’ho capita così. Purtroppo, cmq, esperienze positive in questo senso non mi pare ce ne siano molte: dove si è fatta questa scelta, le tariffe per l’acqua sono aumentate moltissimo…

    Acqua a parte: quando parlo del “pragmatismo”, mi riferisco all’atteggiamento di chi dice “tanto sappiamo benissimo cosa dobbiamo fare, bisogna dare flessibilità al mercato del lavoro, bisogna tagliare la spesa pubblica ecc”. Come se ci fosse una sola via per realizzare queste riforme; come se il modo di affrontare questi problemi non fosse molto diverso a seconda, appunto, dei princìpi e dei valori ai quali ci si ispira.

    Io, ad esempio, mi sono molto dispiaciuta della proposta di Renzi sul “prestito d’onore”: ritengo sia una strada sbagliatissima e incostituzionale per garantire il diritto allo studio (perchè chi non ha un minimo di “spalle coperte”, il prestito per studiare non lo farà mai). Ho quattro figli, modestia a parte piuttosto brillanti, e vorrei che per loro ci fossero borse di studio, non prestiti… magari, la sua è una proposta “che funziona”; ma, secondo me, non rispetta il principio di tutela dei deboli e di uguaglianza di opportunità, che io ritengo imprescindibili per una visione “di sinistra” (anche se non è certamente una proposta “di destra” come quella della “libertà di scelta” = voucher, buoni scuola ecc).

    silbi
  17. Paolo, concordo in pieno.

    Una breve riflessione sull’ultimo intervento a proposito di CIG. Faccio presente che con la riforma Fornero la CIG in deroga e/o straordinaria non esiste più, sostituita dall’ASPI. Io sono d’accordo sul fatto che la CIG è un ammortizzatore sociale che esclude giovani precari e lavoratori atipici e senza tutele. Il problema è che dal 1 settembre non avremo più risorse per i cosiddetti “iper-tutelati” e comunque i giovani precari lavoratori atipici senza tutele continueranno a non avere ammoritizzatori sociali.

     

    giacomo
  18. Silbi

    Confermi ancora una volta quel che volevo dire: il referendum sull’acqua non è come la vedevi tu. La riforma che il PD aveva pure sostenuto prevedeva la possibilità per il comune di orientarsi verso la scelta che riteneva migliore. Il referendum questa possibilità di scelta gliel’ha tolta. E’ proprio il contrario di quel che hai capito.

    Per la parte sul pragmatismo: tu hai paura anche solo ad aprire l’argomento e temi di ritrovarti in un inferno neoliberista, quasi che parlare di queste cose rischi di rivelarsi un gioco delle tre carte. Ma questo è l’atteggiamento di chi vuole rimanere immobile perché ha paura di farsi fregare. Eh no: bisogna essere preparati, molto preparati e molto capaci, per muoversi in sicurezza, però l’immobilità proprio non ce la possiamo permettere.

    Fai l’esempio del prestito d’onore. Non ti convince (anche se è un sistema che presenta numerose garanzie e che è stato rodato in altri paesi?)…allora si trova un altro sistema. Quale? Quello attuale in ogni caso non garantisce abbastanza, e a permettersi l’università sono i soliti noti.

    Trovo utile confrontarsi in questo modo, mi sembra che ci stiamo chiarendo molte idee.

    uqbal
  19. Grillo ha racimolato quel 25% perché è un vero interclassista all’Italiana: promette che Aequitalia delenda est a chi può scegliere quanto dichiarare al Fisco, promette servizi sociali gratis per tutti quelli sottoposti a ritenuta alla fonte, promette ricchi sussidi ai disoccupati.

    C’è posto anche per chi non ha niente, infatti: ti ho già proletarizzato l’imprenditore, no? Ecco spiegato che non ci sono interessi in conflitto nella società italiana. C’è il popolo unito contro la casta unitaria.

    Siamo alla Contea degli Hobbit, una merry Italy che non può essere merry perché alle prese con il nemico che viene da fuori e dall’alto.

    Questa è per definizione una narrazione di destra: infatti piace anche a sinistra, perché sappiamo che un po’ tutta l’Italia è di destra. Si promette di cambiare l’Italia senza cambiare gli Italiani: non è un caso che questo slogan, ingenuo e furbissimo, sia stato ripetuto spesso da Matteo Renzi.

    B. domina da lustri e lustri perché garantisce interessi concreti e ben riconoscibili: il suo parlare di riforme è solo un omaggio alla retorica politica.

    Fa sorridere che i rivoluzionari della pallacorda e della rottamazione, Grillo e Renzi, siano i più interessati a corteggiare questo elettorato che vuole riformare sempre e solo gli altri.

    fafner
  20. Popolino,  i tuoi ragionamenti, per chi desidera un PD più di sinistra, possono sembrare logici e accattivanti. Però, secondo me, e come ti hanno già fatto notare altri, stai sbagliando di grosso sui numeri e sovrastimi la quota di elettorato di sinistra in Italia. Rischi insomma di andare incontro a grosse delusioni elettorali, come capita spesso alla sinistra quando si va alla conta dei voti. Delusioni tipo Bersani 2013 per capirci, quando ci si è resi conto  che una certa idea di PD non “ha sfondato”. Riassumo gli errori che fai, a mio parere (come detto non pretendo il copyright):

    - l’astensionismo colpisce più la destra che la sinistra, sempre. Perchè è un fenomeno stretto parente del qualunquismo. L’elettore di sinistra piuttosto si tura il naso ma va a comunque a votare, nel 90% dei casi.

    -la quota di sinistra del voto grillino varrà meno della metà di quel 25 % (diciamo quindi un 10% max) che è andato al M5S. Non so se hai sentito parlare gli elettori di Grillo,io sì, roba che manco il Ku Klux Klan.

    -c’era già un’offerta di sinistra extra-PD (Sel, Ingroia) che ha fallito e vale poco meno del 5%, che secondo me è la quota tipica del voto di “sinistra-sinistra”.

    Ma l’errore più grosso che fai è pensare che l’elettorato di sinistra possa andare molto oltre il popolo “cinghia di trasmissione” come lo chiami tu (o corpaccione PD, secondo una tua azzeccata definizione). Io credo che una proposta di PD di sinistra alla Civati, sicuramente più moderna e adeguata della versione Bersani &Co., possa valere al massimo un 2-3% in più del voto del corpaccione (Civati pescherebbe soprattutto tra i giovani precari). Riconosco che senza dubbio il corpaccione potrebbe aderire in toto ad una proposta alla Civati (pur rimpiangendo in cuor suo Bersani), mentre avrebbe molte più difficoltà a votare per Renzi, che di fatto detesta (e che vede come minaccia per i propri famosi diritti acquisiti, per dire dell’idealismo di sinistra). Però anche qui sta la forza di Renzi: in una eventuale competizione nazionale con lui candidato premier, il corpaccione andrebbe a votare comunque e sarebbe costretto a votare Renzi, pochi tradirebbero (fidati, votare ed obbedire al partito per loro è un riflesso incondizionato). Quindi è molto più scoperto Civati a destra che non Renzi a sinistra, ed è per questo che col secondo si possono vincere le elezioni.

    CI sarebbe da dire molto, sulla bontà ed attualità della Terza Via, che in Italia non è scaduta perchè non è mai stata praticata (ci ha provò Prodi con l’Ulivo ma l’hanno azzoppato subito) e su come fare stime del voto elettorale più plausibili dividendo la società in categorie produttive e generazionali (tipo: Corpaccione= pensionati+dipendenti PA + dipendenti anziani grandi gruppi privati, oppure PDL/Grillo/Renzi che si dividono partite IVA, artigiani, dipendenti delle PMI, ecc.), però giustamente non posso fare commenti più lunghi del tuo post…

    Matteo_M
  21. @uqbal

    sull’acqua:

    secondo questo documento (anti-referendario) http://www.iefe.unibocconi.it/wps/allegatiCTP/La%20Voce%20Massarutto%2017%2005.pdf, il si al quesito n.1 del referendum abrogava un articolo (il 23-bis) che rendeva molto più ristretta la possibilità dell’affidamento in house; non credo proprio che il referendum abbia tolto la possibilità dell’affidamento ai privati. Comunque, mi pare ormai un discorso superato… e può darsi che a quest’ora io sragioni un po’ :-)

    sui prestiti d’onore:

    http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-06-07/giovani-studenti-superindebitati-scoppia-103235.shtml?uuid=AbVAow2H

    I soldi per le borse di studio non bastano? E’ una questione di priorità (di principi e valori, appunto). Io toglierei tutti i contributi alle scuole paritarie, per dire…

    in generale:

    non ho alcuna paura ad aprire nessun argomento, Ma ammetterai che l’”inferno neoliberista” un pochino esiste (perlomeno, ci sono in giro parecchi diavoletti :-)

    silbi
  22. da elettore-simpatizzante- quasi militante di sel, posso dire che condivido tutta la tua analisi, tranne quando dici “sel non è il nuovo, e quindi non ha funzionato”. in realtà, i pochi voti presi alle elezioni da sel, sono da imputarsi all’appiattimento che vendola in quella fase ha mostrato, rispetto all’esangue e improponibile bersani, dalle primarie, dove lo ha sostenuto a peso morto, fino alle elezioni. “vota sel” – dicevo agli amici, e più di uno mi rispondeva “che senso ha? tanto vale votare pd!” (io stesso, proprio a causa dell’alleanza col pd, sono stato tentato fino all’ultimo di votare ingroia; un voto comico, certo, ma sempre mglio speso di un voto al pd! poi ho visto in lista airaudo, barozzino, la boldrini, la costantino, e mi son convinto. anche se, paradossalmente, sel mi ha convinto non PRIMA di votarla, ma DOPO). a sel è bastato tornare a dire quel che diceva un anno fa, e a comportarsi di conseguenza, come con rodotà, e come ha fatto non dando la fiducia a questo governo, ed ecco che i suoi consensi son tornati a crescere sensibilmente! per il resto è vero: se, come dice renzi, c’è quest’obbligo di far votare pd a gente che ha sempre votato berlusconi, allora la risposta renziana è: contenuti (si fa per dire), immagine, messaggio, battutine stupide, scenografie studiate, gori farinetti e briatore; c’è una certa coerenza in questo. ma quanto voti verrebbero persi, a sinistra?

    p.s. milano e cagliari 2011; due feudi berlusconiani, sempre persi in anni di candidature “moderate”. poi arrivano, dalle primarie, zedda e pisapia. “non ce la faranno mai, sono troppo radicali”. appunto…

    Jacopo
  23. Jacopo

    Ma secondo te, come mai negli ultimi venti anni i partiti di sinistra-sinistra (e la stessa ala più di sinistra del PD) quando erano lontani dalle campagne elettorali dicevano un sacco di cose, disegnavano nuove prospettive, producevano visioni, progettavano questo e quello, ma poi, sotto elezioni, alla fine si apparentavano sempre con il centro? Poi magari facevano cadere i governi, ma poi alla fine stavan sempre là. Oppure andavano da soli e non pigliavano neanche i voti dei familiari più stretti -sia pure con le eccezioni delle locali, dove però si vota la persona, e dove il PD, per quanto in crisi, ci ha messo il suo peso.

    Ce lo siamo chiesto il perché di questa aborrita ma ricorrente tendenza centripeta? Bertinotti duro e puro ha appoggiato Prodi (salvo fare poi marcia indietro); Ferrero, Diliberto, Cossutta, o chi per loro, alla fine tornavano sempre al centro. Un centro che è sempre stato mal sopportato se non semplicemente odiato. Eppure, alla fine, si era sempre là.

    Perché?

    Perché sanno benissimo che da soli sono irrilevanti. E sì che è stata tentata la strada movimentista, la strada ecologica, la strada civica…di tutto è stato provato. La sinistra-sinistra è sempre là, sempre più frammentata ed inconcludente.

    Poi arriva qualcuno che parla, sempre allo stesso modo, di “nuova sinistra”, di “rinnovamento” e tutti a credere che l’Italia non aspetti altro che di cadere tra le braccia della nuova sinistra. Si chiama coazione a ripetere.

    Gli unici che hanno credibilmente proposto un partito non subalterno a Casini, a Monti, al centro-centro in genere, sono stati Veltroni e Renzi. Il primo impallinato (anche per errori e poco coraggio suoi), il secondo insultato dalle pagine dell’Unità, per tacer del resto.

    uqbal
  24. Proviamo a scadere nella trita ideologia della superiorità morale: chi “di sinistra” ha votato Grillo non era di sinistra, ma un ex elettore di Di Pietro o uno che votava Rifonda come protesta. Ergo, di voti “nostri” non ce n’è proprio da quelle parti.

    Se vuoi dire, invece, che una proposta politica seria e coerente attirerebbe elettori che hanno votato Grillo per mancanza di alternativa o per sperare di dare un segnale o perché uno triste come Bersani mai lo avrebbero votato, è tutt’altra faccenda.

    Ottavio
  25. uqbal

    in realtà, i partiti cosiddetti “di sinistra radicale”, rifondescion e simili, di voti ne hanno sempre avuti fino al secondo prodi, soprattutto se sommati insieme. non ne hanno avuti di più, perchè in realtà la gran parte dell’elettorato “di sinistra” votava ancora, chi più convintamente e chi meno, i ds, ed era anche naturale che fosse così. nel 2007 la sinistra radicale non ha preso voti, grazie alla condotta suicida mostrata nel secondo prodi (segnalazioni di merito per bertinotti e ferreo, fra i tanti, oltre ai casi umani rossi e turigliatto); così, tantissimi rifondaioli o potenziali rifondaioli han votato pd; io ho votato pd nel 2007, per dirti; e poi mi sono perfino tesserato (mio padre smise di prendere la tessera pci  con la svolta di occhetto). e a chi mi chiedeva perchè, rispondevo “qui se vuoi far politica c’è solo il pd” (qui è un paesotto nè grande nè piccolissimo della bassa mantovana, al confine col ferrarese e il modenese, dove normalmente il centrosinistra vince bene e anche quando perde non crolla). poi ne sono uscito, per varie ragioni, ma anche perchè il pd, a me che sono di sinistra, era diventato insopportabile. ma conosco tesserati, elettori, simpatizzanti, in una zona dove di tesserati ce ne sono ancora (anche se forse non come un tempo), ma di elettori o possibili tali fidati che ce ne sono tanti, e ti posso assicurare, come ha detto anche cosseddu, che la gran parte di loro vuole qualcosa di sinistra, vuole qualcosa di radicale, ed è convinta che non sia una brutta parola. gente che se vota renzi, e qualcuno lo ha votato, lo fa per puro desiderio di cacciar via  bersani e d’alema, la loro politica del compromesso, la poca trasparenza, le cose che conosciamo tutti. renzi insomma, da molti non è stato votato PERCHE’ ha certe idee, ma SENZA CONOSCERE le sue idee o addirittura NONOSTANTE le sue idee. per cui, ponendo pure il caso che vinca prima le primarie e poi le elezioni, una volta al governo completerebbe definitivamente l’opera già iniziata da bersani di distruzione della sinistra, e svuoterebbe definitivamente il consenso del pd (perchè è vero, il pd ha un suo corpaccione che lo vota sempre e comunque, ma prima o poi la cosa finirà, e comunque ora siamo in una fase molto volatile dal punto di vista elettorale, vedi grillo passato dalle stelle alle stalle in un amen).

    civati sarebbe alternativa molto più credibile, sia per il paese, sia per la sinistra, sia, infine, per il pd…

    Jacopo
  26. “Qualcosa di radicale” significa “qualcosa che funzioni” sulla bocca della maggior parte dei delusi. Non “qualcosa di ortodosso”.

    Prima del 2007 tutti questi voti alla sinistra ortodossa quanti erano? Nel momento di maggior picco saranno stati il 7, l’8% dei voti, ed era tutta grazia di Dio. Comunque meno di una formazione eterogenea, improvvisata e priva di retroterra -anzi, appesantita dall’esperienza di governo di Monti- come Scelta Civica. E se da quel picco poco vertiginoso i partiti di sinistra pura sono calati bruscamente una ragione c’è, e non pare proprio che abbiano molte novità su cui costruire un’inversione di tendenza.

    Poi Jacopo, dici di venire da una zona in cui la sinistra tradizionalmente va bene. I voti vanno presi anche dove la sinistra tradizionalmente non va bene. Altrimenti il csx rischia seriamente di diventare una “Lega di Centro-Italia”, con la sua Toscana, la sua Emilia-Romagna, le Marche e l’Umbria. Non basta, e si vede.

    Dire poi che votano Renzi sì, ma solo per non votare D’Alema, è privo di ogni ragionevolezza. Ci sono sempre stati alternative a sinistra del PD. Piuttosto, se Renzi riesce ad attirare voti di elettori di sinistra-sinistra di che stiamo parlando? Il leader è lui, e quel che tu dici lo rende ancora più evidente.

    uqbal
  27. “ortodosso”? mah! io ti ho parlato di una zona dove il centrosinisttra è sempre andato bene, solo perchè lì è più facile trovare gente di sinistra e quindi, come dire, il “sondaggio” se così lo si può chiamare, viene meglio (solo che fossi andato nella parte opposta della mia provincia, per dire, e avessi parlato a un ugual numero di persone, ne avrei trovate la metà di quelle che trovo qui, che votano a sinistra. dunque sarebbe stato meno facile capire, sempre ovviamente in piccolo, quali siano gli umori degli elettori). e ti ripeto, ragionevolezza o no, che quel che ti dico sulla gente che ha votato renzi alle primarie te lo dico perchè L’HO SENTITO DALLA LORO BOCCA! “ch’i altar (bersani e co.) i m’à rot i maron!”; “no, non l’ho letto il programma, ma voglio facce nuove”; “renzi a’m par tant un brav putlet” (mia zia, che incomincia ad avere una certa età); “è simpatico e spigliato, perchè non votare per lui?”; “è più giovane di bersani, quindi può sicuramente fare qualcosa per i giovani” (sillogismo aristotelico questo). insomma: l’elettore medio di sinistra di un fazzoletto di terra tendenzialmente di sinistra, vota renzi per questi motivi: perchè è giovane, perchè hala parlantina sciolta, perchè gli altri hanno rotto i maroni (che è anche vero, poi), perchè ha quest’aria da bravo ragazzo. nessuno di questi conosce il suo programma. nessuno sa che le sue idee sono, oggettivamente, idee di destra (ennesima prova. quando un po’ di settimane fa è morta la thatcher, su certi blog come imille.org e altri, pseudo-pensatori renziani si sono affrettati a ricordarla, scrivendone bene, dicendo che anche la sinistra ha molto da imparare dalla thatcher). se solo le persone fossero un filo più informate, e non badassero (come purtroppo oggi succede, come vogliono far succedere soprattutto i tipi alla renzi) solo all’immagine, renzi non se lo filerebbe più nessuno.

    Jacopo
  28. Jacopo

    Come fai a dire “nessuno sa che le sue idee sono, oggettivamente, idee di destra ” e rimanere serio? Ma che davvero ci credi?

    In ogni caso quel che stavo dicendo è: se vado a fare un sondaggio in casa Bertinotti, è chiaro che troverò che Rifondazione Comunista è molto apprezzata. Rischi di avere una percezione decisamente esagerata dell’apprezzamento riservato alla sinistra-sinistra se ti confronti solo con una zona in cui la sinistra non ha mai avuto problemi. Rischi quindi di immaginare una sinistra vincente che invece vincente non è per niente. Non per caso una dei cavalli di battaglia di Renzi è l’ampliamento del bacino di raccolta elettorale.

    In ogni caso: lo stesso elettorato cui tu fai riferimento, e in cui speri per una vittoria della sinistra, non è affatto ostile a Renzi. Se è per sostenere una sinistra-sinistra, dunque, quest’elettorato ti piace. Se invece esprime simpatie per Renzi, allora sono accecati e incapaci di comprendere. E’ un atteggiamento, il tuo, un po’ schizofrenico nei confronti dell’elettorato…e fa anche un po’ sorridere.

    uqbal
  29. beh, uqbal, gli unici a dire che le idee di renzi sono idee di sinistra sono i suoi sostenitori più assidui (i suoi ultras, potremmo definirli). del resto, basta leggerle un po’, sentire quel che dicono i suoi sostenitori. come parlano dei diritti dei lavoratori, come parlano del precariato (per esempio, nessuno di loro propone mai l’unica cosa che sarebbe da fare; tagliare la gran parte dei contratti precari; fra l’altro solo in italia ne abbiamo così tanti), il loro dire nulla su temi così importanti come la lotta all’evasione, questo metterla sempre come uno scontro generazionale padri-figli (eh già, se io faccio il praticante avvocato non pagato la colpa è di mio padre che fa il capocantiere, è del ’56, ha iniziato a lavorare nel ’73 e ancora non sa con precisione quando potrà pensionarsi. hurrà!); il loro schierarsi con marchionne dipingendolo come un coraggioso e capace innovatore (si vede, infatti…). il loro sostegno alla scuola privata (e dunque cattolica: il nuovo che avanza!), all’acqua privata, ai sacrfifici che vanno bene se a pagare sono sempre i soliti ma se, per dire, c’è da fare una patrimoniale, allora diventano “ideologia” (chiaro, in un paese dove la metà della ricchezza è in mano a un decimo della popolazione). e infatti i loro riferimenti culturali (parola grossa) sono blair e la thatcher (della cui azione blair, ormai lo ammettono tutti, è stato il vero prosecutore). sono talmente di sinistra che le loro idee piacciono a tizi come davide serra, giorgio gori, oscar farinetti, e ultimo arrivo, la punta di diamante, flavio briatore (“dopo berlusconi viene sicuramente renzi”, così ha detto. e una volta tanto, come dargli torto?). e ti ripeto, stremato, la gente con cui parlo io, è gente che non vota rifondazione-sel-quellochevuoi. è gente che ha sempre votato pd-ds-pci. sempre. il partito. e che se, come dici tu, “non è ostile” nei confronti di renzi, questo certamente non dipende dalle sue idee (esageriamo), che nessuno di questi conosce (renzi è abile a non farle passare presso la massa del pubblico, urlandole solo negli appuntamenti dove sa che vanno i suoi ultras), ma per il modo che ha renzi di presentarsi e per la veemenza (giustificata) con cui attacca il vecchio apparato (che avrebbe dovuto uscire di scena dieci anni fa!). se provi a sentire cosa ne pensa questa gente sui temi di cui sopra, acqua pubblica, diritti, scuola, tasse, patrimoniale, eccetera, tu potresti avere una sorpresina. io no…

    p.s. “ampliamento del bacino elettorale”! di nuovo esempi locali: nel 2010, quando le lega volava, anche nelle mie zone, se ti ricordi il pd diceva “non dobbiamo LASCIARE A LORO il tema della sicurezza!”. infatti per vincere hai dovuto candidare un pisapia. tutte le volte in cui la sinistra dice che “non bisogna lasciare dei temi agli avversari”, la sinistra ha sempre perso, perchè incapace di declinare una proposta sua, alternativa, diversa. di sinistra, appunto. l’ultimo esempio è stato bersani con il suo “un po’”: “cambieremo un po’, ma sostanzialmente lasceremo tutto come lo ha lasciato monti e anzi, anche se non ve ne sarà bisogno, governeremo insieme a lui). ennesima prova che, se per prendere più voti devi metterti a dire quel che dicono gli altri, poi non prendi più nè i voti tuoi, e nemmeno i voti degli altri…

    Jacopo
  30. Jacopo

    Mi sembri un bravo ragazzo. Però dovresti cercare di guardare il mondo un po’ fuori dai paraocchi. Cominciamo con i “sostenitori” più assidui di Renzi: erano un buon 40% degli elettori alle primarie. Non è che fossero proprio niente niente. Vendola o Civati o chi vuoi tu una percentuale del genere se la sognano la notte. Quindi non è che stiamo parlando di un fenomeno di nicchia.

    Dovresti anche un po’ deciderti: se Renzi non ha idee, allora non può urlarle ai suoi sostenitori. Se le urla -anche se in realtà non urla- allora faresti meglio ad ascoltarle, così poi magari ti fai un’idea.

    E ti ripeto, anche io un po’ stremato, che se Renzi piace al tuo elettorato, qualche domanda te la devi fare. Perché non è bello dire che gli elettori di sinistra sono bravi quando votano te e sono traviati dall’”immagine” quando apprezzano Renzi. Dovresti dimostrare un po’ più di rispetto per loro, sai? Certo, se cominci a prendere sul serio le persone che hai di fronte, diventa più difficile incasellare la realtà in comodi schemi precostituiti. Però è necessario cercare di guardare il mondo anche con gli occhi degli altri

    Non entro nel merito di tutti i punti programmatici che tu hai citato (ci sarebbero pagine e pagine da scrivere -e cmq chieditelo come mai oggi per tuo padre è così difficile sapere quando andrà in pensione…), perché qui stiamo parlando d’altro. Sta di fatto però che a te bastano poche cose diverse dal solito (paritarie! gestione privata dell’acqua! Blair!”) che subito ti metti a tracciare linee e territori: chi è di sinistra, chi non lo è, chi fa finta, chi è buono, chi non lo è.

    Gli Italiani a cui tutto ciò interessa sono quel 5% scarso che ha votato Sel, o Ingroia, o chi per loro. Agli altri tutte queste tiritere difficilmente appariranno come qualcosa di nuovo, perché non lo è. Popolino in questo post voleva accennare ad una nuova sinistra, e tu mi sembravi pure d’accordo. Invece ripeti sempre le stesse cose. Identiche, da trent’anni almeno. Sempre le stesse proposte, sempre gli stessi nemici, sempre la stessa vaghezza.

    Perderete, perderete sempre, e quel che mi rode è che io perderò con voi, anche se il PD mi rifiuto di votarlo. Perché certe cose, se non le fa una sinistra riformista, non le fa nessuno.

    uqbal
  31. uqbal

    oggi per mio padre è così difficile andare in pensione per colpa di una riforma fatta dal partito che voti tu (o che non voti, perchè lo ritieni ancora troppo vicino alla gente come lui, e quindi “vecchio”, “nostalgico” e “ideologico”), assieme a berlusconi, e ritenuta sacrosanta dal candidato che appoggi tu. punto. dopodichè. io non ho dato assolutamente giudizi di valore, nei confronti delle persone che simpatizzano per renzi. anzi. se devo dirtela tutta, io credo che gli elettori del centrosinistra siano molto migliori della classe dirigente che hanno, e che non si meritano. e il fatto che tanti abbiano votato renzi, o almeno abbiano accarezzato l’idea, è sintomo esattamente di questo: si tratta di elettori giustamente (sacrosantamente) stremati da una classe dirigente immonda, che li ha presi in giro, e usati, colpevolmente, per decenni. ti dico così, perchè è la gente in mezzo a cui sono nato e in mezzo a cui vivo; pensa te che invece in uno dei comuni più rossi <8anzi, il più rosso) della provincia, suzzara (un posto dove quando formigoni alle regionali vinceva 60 a 30 lì succedeva il contrario), alle primarie, quando bersani, come prevedibile, ha preso il 60% al primo turno e più del 70 al ballottaggio (risultato neanche negativissimo per renzi, visto il posto), son stati proprio i renziani locali a sbraitare con disprezzo contro “la piccola unione sovietica”, il “paese di operai rimasto agli anni ’50″ (effettivamente lì c’è uno stabilimento del gruppo fiat che si comporta esattamente come negli anni ’50: minaccia, ricatta e licenzia; il tocco di modernità è la cassa integrazione, che almeno negli anni ’50 qualche veicolo lo producevano). quanto alla “vaghezza”, beh, detto da uno che sostiene un candidato che dice “il futuro è di sinistra”, sarebbe come farsi dare dei sostenitori di civati da popolino!

    ci sono temi, uqbal, che servono a capire quale sia il campo della sinistra. se uno a un referendum sull’acqua vota a favore della gestione privata, non mi si può venire a dire che è di sinistra. così pure se sostiene che è giusto dare soldi alle paritarie (che comunque continuano a pretendere retta altissime, che si possono permettere solo alcune famiglie e altre no, anche con la mancia pubblica; e non sono scuole laiche! ma si sa, la costituzione ci piace a giorni alterni). eccetera. non si tratta di “schemi precostituiti”. la sinistra è certe cose, e non ne è altre. ed è inutile agitare il mantra del “riformismo”; cosa vuol dire “riformista”? se, per dire, domani decidono che mettono in costituzione la pena di morte, anche questa, tecnicamente, è una “riforma”! bossi, quando era ministro (e inseriva insieme al prode fini il reato di clandestinità), era ministro delle “riforme”! non si può continuare a distorcere il senso delle parole, tanto da presentare cone di sinistra idee e progrtammi di scelta civica o di giannino (tiro a indovinare, se non hai votato pd è molto probabile che avrai votato una di queste due liste). e, di nuovo, chi frequenta e conosce l’elettorato del pd, sa che le persone a cui interessano certi temi non sono il 5% scarso che vota sel. i referendum sono stati vinti nonostante il penoso ostracismo dei dirigenti nazionali del pd (renzi in prima fila). e sono stati vinti grazie agli elettori del pd, che hanno votato in massa, e a qualche generoso dirigente o militante locale, che in beata solitudine si è organizzato con gazebo e banchetti. il referendum sulla scuola di bologna, che, pur nonostante riguardasse una minoranza dei cittadini (quelli che hanno figli piccoli), ha avuto una partecipazione in linea con quella vista alle amministrative (che non erano referendum e riguardavano tutti), è stato stravinto con un numero dei voti (50000 e rotti) pari alla metà di quelli presi da merola quando è diventato sindaco: solo gente di sel, o grilloni incazzati? pensarlo magari farà anche comodo, forse troppo comodo!

    il senso del post di popolino, se ho capito bene (ma mi pare di sì), era che, ad essere rottamati, devono essere i dirigenti. tutti. d’alema, bersani, bindi, franceschini (puah!), chiamparino, damiano, gentiloni, fioroni, letta (doppio puah!), veltroni (triplo puah!) e mi fermo qui. i dirigenti. non le idee, e neanche l’elettorato di riferimento, che è in difficoltà, che ha dei problemi, molti, e che non ha nessuno che lo rappresenta, nessuno che gli va a parlare, che si sforza di capire, di portare le sue istanze laddove queste possono essere risolte. è renzi la soluzione  a tutto questo? la risposta che si dà il post è negativa, e io la condivido (e probabilmente la condivide, nel pd, più gente di quanta in questo momento possa sembrare!). forse che un civati sarebbe meglio? sì, decisamente un civati sarebbe meglio. e quindi sarebbe il caso che iniziasse a muovere il culo un po’ di più, come diciamo noi che abbiamo studiato…

    Jacopo
  32. 1) Riforma delle pensioni che è stata fatta perché soldi non ce ne erano più, e perché ne erano stati dati a vagonate prima, senza chiedersi se ci si poteva permetterlo. Mica per malvagità sai, solo matematica. E chi se la prende in saccoccia ancora di più di tuo padre siamo io e te. Ma siccome i soldi non crescono sugli alberi, e siccome sono stati scialacquati in passato, ecco il risultato. Non riuscire a vedere questo vuol dire non riuscire a rifondare una nuova sinistra. Sai, io lo voterei di corsa uno che mi dicesse che si può andare in pensione a 57 anni con l’80% dell’ultima retribuzione! Mica sono autolesionista! Solo, so benissimo che non può essere vero.

    2) In Italia non c’è solo la gente che conosci e frequenti tu. E questo è un altro difetto storico di una sinistra che non sarà mai nuova se non esce un po’ dai suoi giri.

    3) Ancora, vorrei citarti: “se, come dici tu, “non è ostile” nei confronti di renzi, questo certamente non dipende dalle sue idee (esageriamo), che nessuno di questi conosce”. “ nessuno di questi conosce il suo programma. nessuno sa che le sue idee sono, oggettivamente, idee di destra”. Ecco, tu parti dal presupposto che gli elettori che sostengono Renzi “non sappiano”. Questa è l’idea vagamente allucinata di chi non sa spiegarsi il successo di un avversario politico. Ed è quel che ti contesto.

    4) Di nuovo, non ho voglia di starti a spiegare perché le paritarie non sono il male (in un sistema che funziona), perché il referendum sull’acqua non ha sortito gli effetti che sperava (cosa ampiamente prevedibile), ecc. ecc. Non perché non voglia discuterne, ma perché dovrei scrivere un post lunghissimo per ogni punto. Rimane inevasa la domanda di fondo: ma ‘sta sinistra nuova, in cosa è nuova?

    Le idee di governo nuove quali sono? I programmi nuovi chi li ha scritti? Com’è che invece sento dire sempre le stesse cose?

    Mistero su tutta la linea.

    uqbal
  33. Ritorno sulla scuola per farti capire come si può ragionare in maniera meno rigida sul tema “riforme”. (Ah, l’affluenza a Bologna è stata del 28,7…se ti pare buona…).

    Questo post mi trova completamente d’accordo:

    http://emanuelecontu.wordpress.com/2013/06/23/piu-attori-non-statali-nella-scuola-sarebbe-un-passo-avanti/

    uqbal
  34. con la riforma fornero le gestioni pensionistiche sono state unificate in un fondo unico. prima erano separate. c’erano fondi perfettamente in attivo, e altri invece in pesante passivo. sai quali erano quelli in attivo? quelli dei lavoratori dipendenti e dei lavoratori precari, che non necessitavano perciò un aumento tanto repentino. e quelli in passivo, invece? udite udite, il fondo lavoratori autonomo (che, potendo scegliere se versarsi i contributi o no, spesso scelgono di no, e fanno andare sotto il fondo). quindi ora, dipendenti e precari pagano con più anni di lavoro e pensioni meno alte le mancanze di altre categorie che invece dalla riforma sono state colpite molto di meno (gli autonomi). dopodichè, in ogni caso, uno che inizia a fare un lavoro usurante a quindici, sedici, diciassette anni, dopo quaranta che lavora ha dato, ed è normale farlo andare in pensione. tanto più che si trattava degli ultimi ad avere iniziato così presto, perchè oggi nessuno più inizia a quell’età, e quindi per forza di cose dovrà andare in pensione più tardi, dopo i sessanta (io ho iniziato appena laureato, a ventiquattro anni e mezzo, un mese e qualche giorno fa); quindi la riforma è stato un gesto puramente ideologico e inutilmente punitivo verso certe categoria, e il pd non ha mosso un dito.

    che la gran parte di quelli che hanno votato renzi non ne conoscessero il programma, mi pare una semplice constatazione (esattamente come la gran parte di quelli che hanno votato bersani; esattamente come succede quando un candidato prende tanti voti. chi conosce per filo e per segno il suo programma sono i sostenitori più attivi, tipo io, te, quelli che frequentano blog come questi. ma siamo una minoranza, tanto è vero che io e te spesso ci becchiamo anche su blog diversi da questo, per dire). solo i partiti più piccoli come sel, o la fu idv, hannop pochi elettori e tutti più o meno bene a conoscenza del programma. renzi si è affermato soprattutto con l’immagine, e su questo non mi pare possibile obiettare.

    se sulle altre cose senti “dire sempre le stesse cose”, è perchè la sinistra è quelle cose lì, e non altre. viviamo in un mondo strano. si chiede alla sinistra di “rinnovarsi”, laddove per “rinnovamento” si intendono, più o meno, gli stessi cavalli di battaglia della destra da quando esiste la destra. quindi: o sei di destra, o sei di sinistra “rinnovata”, cioè dici le stesse cose che dice la destra, oppure sei “vecchio e dici sempre le stesse cose”. a bologna le paritarie erano tutte nei quartieri del centro, con clienti (trattandosi di attività private, è giusto parlare di clienti) che non necessitavano di mancette del comune, perchè le rette salatissime potevano permettersele comunque. altre famiglie invece, quelle normali, anche con quel piccolo contributo non avrebbero potuto pagarselòe, quelle rette. quindi quei pochi soldi, per quanto appunto fossero pochi, potevano essere destinati ad altro, non regalati alla chiesa (perchè così, di fatto, è stato); di nuovo, quelli ideologici sono quelli che al referendum si sono opposti. affluenza: si trattava di un quesito che non interessava tutti, ma solo quella minoranza di popolazione che vive con un partner e ha figli piccoli in età da scuola dell’infanzia; era appunto un referendum consultivo, l’ultimo fatto a bologna ha preso tre giorni e si è fermato al 36% dell’affluenza; il clima è di forte disaffezione alla politica, tanto è vero che l’astensionismo è stato altissimo alle elezioni amministrative (che fisiologicamente dovrebbero attirare più elettori che un referendum), soprattutto, cosa mai successa, nelle zone cosiddette “rosse” (di cui bologna ovviamente è il cuore), dove la partecipazione è sempre stata molto più alta che altrove. bene, in un giorno è andato a votare quasi il 30% della popolazione, e a favore dell’abolizione del contributo si sono schierati più di 50000 votanti, di nuovo, la metà dei voti con cui merola è diventato sindaco al primo turno; il tutto in un clima in cui pd, pdl, curia, cisl (sinonimi), oltre alla gran parte della stampa locale e nazionale, avevano remato a favore dei contributi (tanto che anche chi sosteneva l’abolizione, diceva cose del tipo “so che perderemo, ma è giusto farla lo stesso questa battaglia”. invece hanno stravinto).

    quanto all’acqua pubblica, è fresca notizia del blog di civati che i comuni reggiani (zona rossa) hanno fatto un calcolo in cui gli è risultato che non è conveniente dare l’acqua in gestione ai privati, principio e matematica, dunque. subito dopo si sono accodati i comuni della provincia di piacenza (zona solidamente di destra, mosca bianca in emilia; per dire da che parte sta l’ideologia).

    e ora inizio le mie otto ore lautamente (non)pagate…

    Jacopo
  35. “se sulle altre cose senti “dire sempre le stesse cose”, è perchè la sinistra è quelle cose lì”. E allora non rompiamo l’anima sul fatto che sia nuova. Diciamo che è sanamente conservatrice e stop. E vediamo quanti voti prende. Certo che la “novità” è durata pochino, il tempo di qualche scambio su un blog…ricorda un po’ “Cara ti amo, di Elio:

    Lui: Io sono come sono.
    Lei: Cerca di cambiare.
    Lui: Sono cambiato.
    Lei: Non sei piu’ quello di una volta.

     

    “che la gran parte di quelli che hanno votato renzi non ne conoscessero il programma, mi pare una semplice constatazione”. Sì? Sostanziata da quali dati? Perché tu hai parlato con questo e quello? Dai, su.

    “chi conosce per filo e per segno il suo programma sono i sostenitori più attivi” Allora non è un problema di Renzi. Estendi allora questa idea peregrina anche ad altri. Vendola, o Civati…chi lo conosce Civati, a parte pochi come me o te fuori dalla Lombardia? Accusa anche i suoi sostenitori di non conoscerne le idee…

    “Le stesse cose che dice la destra”. E’ solo l’abitudine a mettere etichette da tutte le parti che porta a queste conclusioni. Se anche tu andassi a guardare i programmi e le proposte, ti renderesti conto che non è vero. E se io sostengo che altri attori non statali farebbero bene alla scuola italiana, è solo perché mi interessa abbattere quel 18,8% di abbandono scolastico che la sinistra conservatrice non sa come affrontare. Il mio obiettivo è di sinistra: migliore istruzione per tutti, e sostegno ai più deboli. Sul metodo sono flessibile, e mi piace un sistema di paritarie in cui i più abbienti sono incentivati a pagarsela, l’istruzione, invece di richiedere la gratuità statale (su questo ci sono militanti di sinistra-sinistra che mi hanno difeso il diritto dei ricchi a non pagarla, pur di non cedere sulle paritarie. Forse non fanno testo, te lo riconosco).

    Cmq, avevi cominciato col dire che il referendum di Bologna aveva avuto una buona affluenza, poi scopriamo che è di 8 punti sotto l’ultimo referendum consultivo. Wow. Poi hai continuato col dire che riguardava solo le famiglie con un partner e  figli piccoli, dimenticando però le tasse però sono di tutti…. Poi che c’è la crisi della politica…poi…poi…di tutto pur di cercare di vedere le cose come piacciono a te. Di nuovo, mi hai fatto sorridere. Tanto è stato fondamentale, il referendum, che già non se ne parla più.

    Per l’acqua: non va a tuo onore il non aver ancora capito di cosa si stesse parlando: i comuni che tu citi si sono fatti due conti e hanno visto che conviene l’affidamento pubblico. Ottimo! Hanno avuto modo di decidere per il meglio. E se in un’altra regione la soluzione migliore fosse un’altra (in vista dell’obiettivo di sinistra di dare buona acqua a tutti al minor prezzo possibile)? Il referendum, che poi è finito nel nulla, avrebbe costretto tutti quanti a fare come Reggio Emilia o Piacenza, anche in situazioni diverse, anche a fronte di controparti diverse. Perché costringere tutti a fare allo stesso modo? Mistero.

    uqbal
  36. Paolo,

    Finché continuiamo a fingere che il M5S ci abbia scavalcato a sinistra, siamo proprio fuori strada. A meno di non suggerire che anche la Lega, a suo tempo, ci scavalcò a sinistra.

    1 – esisteva qualcosa di più a sinistra del PD: la proposta di Vendola. Non avrebbe dovuto attrarre, sia alle primarie che alle politiche, maggior consenso, se davvero esiste questa massa di voti a sinistra disponibile? Almeno un punticino in più, dico.

    2 – Questi 10 milioni che vogliono guardare alla sinistra vera, alle precedenti elezioni, dov’erano?

    3 – Sappiamo dalle analisi del voto che non è così: molti voti al M5S derivano anche da delusi PDL e Lega, oltre che da chi solitamente si asteneva. E poi certo, dai delusi PD.

    4 – Le proposte del Movimento non scavalcano quelle del PD a sinistra. Questa forse è la narrazione più dolce per le orecchie del PD, e dunque l’unica che si vuole ascoltare. Ma il tema vero per cui Grillo si è imposto così tanto non mi sembra sia stata la critica alla flexsecurity. E’ il vaffanculo alla politica e alla politica dei ladri: per questo la gente l’ha votato. Questo è il principale argomento che interessa gli elettori del Movimento: cacciare gli inetti di prima, ridurre gli sprechi.

    5 – poi possiamo discutere se le cavolate dette sull’euro, la stronzata del reddito di cittadinanza (pagato con quali risorse? Per quali fini? Impostato sul modello di paesi ricchi di risorse naturali e con un decimo della nostra popolazione) l’imbarazzante leghismo sullo Ius Soli, l’assenza di posizioni sui temi etici, sui matrimoni omosessuali, eccetera, sono posizioni che la sinistra italiana vuole imbandierare.

    6 – Ha ragione, ragionissima chi ti ha scritto nei commenti che con questa storia dei voti da prendere a destra, al centro e a sinistra sembrate discutere di una politica che per molti versi non c’è più. Oggi ci vuole una proposta pragmatica e un leader forte che sappia portarla avanti con coraggio e convincere quanti più elettori possibili, con idee di più ampio respiro possibile. Il PD non sarà mai questa cosa: troppi personalismi, troppe riflessionisu “la vera sinistra” “quello che vogliono i nostri elettori” “l’umore della base”. Tutti con la verità in mano, tutti con un pugno di mosche in mano.

    Gnà potete proprio fà.

    AndreaS.
  37. Tanto ottimismo da parte del blogmaster mi sembra ingiustificato, soprattutto a proposito dell’elettorato grillino.

    Un recente sondaggio rivela che il 48% degli italiani giustifica, sempre o a determinate condizioni, l’evasione fiscale. Grillo propone la chiusura di Equitalia, dopo aver detto che la mafia e’ piu’ clemente dello Stato e che se tutti gli italiani pagassero le tasse, non cambierebbe nulla perche’ i politici ruberebbero il doppio.

    Il mantra degli ultimi anni e’ che la pressione fiscale ha raggiunto livelli insostenibili. Grillo propone l’abolizione di IMU e IRAP e il ripristino dei fondi tagliati a scuola e sanita’.

    Il problema non e’ il lavoro, non diciamo fregnacce. Il problema e’ il reddito che manca. E Grillo promette il reddito di cittadinanza per tutti per tre anni. 1000 euro al mese, neanche poco.

    L’importante e’ individuare il nemico e Grillo l’ha trovato: i politici. Senza di loro saremmo come la Svizzera. Perche’, diciamocelo, siamo un paese di probi calvinisti governati da una casta di imbroglioni.

    Per cambiare davvero, non meramente vincere le elezioni, serve un lavoro culturale profondo e di lungo periodo. Tornare ai fondamentali. Per esempio, ristabilire il principio che in un paese dove ci sono milioni di ladri (evasori, falsi invalidi, corrotti e corruttori), dare addosso ai pensionati indicandoli come responsabili del debito pubblico, e’ un abominio. Scorciatoie non ne vedo.

     

    Kurtz
  38. “quel leader c’è, c’è chi potrebbe fare il segretario del Pd con quello spirito, riportandoci dentro tutta la roba che in quella scatola doveva starci sin dall’inizio, che è un sacco di roba davvero, è una quantità impressionante e di cui nessuno si interessa. Quel leader c’è, anche se ancora in nuce. Ma i leader si costruiscono, e di questi tempi si costruiscono pure in fretta” Non capisco la necessità di questo post per fare endorsement a Nichi Vendola…. (mica quell’uomo è civati? vero?? civati arriverebbe secondo correndo da solo, civati rappresenta il 5% anche di se stesso, civati ha tanto e tale di quel carisma che chiunque gli si accompagni per contrasto diventa sfolgorante (Marino, Renzi, Barca) molle come Veltroni ma spocchioso come D’alema Civati rappresenta quelle figure laterali presenti in ogni grande partito, la cui purezza giustifica il marciume che li circonda, l’eterno indeciso che se si impegna poi vedi… se, se, credici). In ogni caso la fantasia che i voti di M5S siano di sinistra o di gente che vuole più sinistra mi sembrano realistiche come le scie chimiche degli aerei, concrete come il signoraggio, e pulite come i vestiti lavato col la biowashing ball.

     

    Cesco
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