4 MARZO 2013

La Direzione Nazionale di mercoledì, in anteprima esclusiva

Non vorrei coltivaste aspettative esagerate. Hanno fatto bene a decidere di trasmettere in diretta su YouDem quella di mercoledì, anche considerando il momento, ma la Direzione Nazionale è quasi sempre una pizza micidiale. Soprattutto, è prevedibile. E, più sono nell’aria grossi casini, meno ne succedono.
All’arrivo in Sant’Andrea delle Fratte bisogna superare il muro umano dei giornalisti, e qualche eventuale contestatore, ma entrambi sono in genere molto più impenetrabili all’uscita, perché è lì che c’è la ciccia.
In terrazza, i membri arrivati alla spicciolata si attardano in conciliaboli di altissimo contenuto strateggico, con due “g”: “Ja famo?” “No”. Fine del conciliabolo: sciogliere il capannello, riformarlo con altri a caso, e ripetere a volontà.
Finalmente si entra, a patto di passare la selezione effettuata da Nico Stumpo all’ingresso, e in genere si inizia dalla relazione di Bersani. Il quale, credeteci o no, in Direzione fa discorsi brevissimi, i pipponi da 70 minuti se li conserva per gli elettori, perché ci tiene. Poi, nel caso specifico della Direzione di mercoledì, e come sempre accade dopo un’elezione, potrebbe esserci un’analisi del voto da parte di Migliavacca, o da un cavaliere dell’apocalisse, dipende se è disponibile. Segue il dibattito, in cui tutti più o meno premettono di essere d’accordo col segretario e contestualmente mimano violente coltellate nella sua direzione. Spesso fischiettando il tema di Psycho: Zan! Zan! Zan! Za-aaan!
Il primo che cita lo Statuto getta nel panico i giornalisti, che si aggirano dabbasso chiedendo ai passanti: “E adesso cosa diavolo è uno Statuto?!?”. Davvero, la volta che Bersani annunciò primarie aperte, per dire, i giornalisti chiedevano “ma allora si candida solo Bersani?”. I giornalisti, e Cesare Damiano, per la precisione.
Poi parla un turco, tutti ridono. Ne parla uno solo, fanno i turni. Cioè, fanno i turchi, ma a turni. Vabbè, avete capito. Poi parla D’Alema, che vola altissimo. Poi precipita, paonazzo, per la rarefazione dell’atmosfera, sapete. Poi Fassino litiga con la Bindi, che è sempre divertente, non importa quante volte l’hai già visto succedere. Poi magari parla Pippo, e tutti lo guardano con un’espressione che è un mix tra quella di un entomologo che ha scoperto una nuova specie, e quella del vicino di casa quando vi incrocia sul pianerottolo il mattino dopo che avete dato una grande festa.
Poi si vota, si chiude l’assise, e quelli che hanno votato la relazione di Bersani si affrettano a incontrare i giornalisti per dire loro che Bersani è una merda umana.
Poi passano sei mesi, si fa un’altra direzione, Franco Marini si avvicina a Pippo e gli urla fortissimo in un orecchio “AVEVI RAGIONE CIVATI!”.

  1. post magistrale, complimenti.

  2. però hai dimenticato l’ombra di renzi che, minacciosa ma sgargiante, aleggerà sull’assise.

  3. Non so perchè, ma Franco Marini me lo figuro come Frank Drebin. O Frank Drebin come Franco Marini. Devo rifletterci.

    Silent
  4. Non so se ridere o piangere….Sei forte, Cosseddu! :)

  5. Silent

    Drebin sarebbe quello della Pallottola Spuntata? In questo caso tanto di cappello al riferimento sceltissimo e coltissimo! ;-)

    uqbal