20 FEBBRAIO 2013

Voto a perdere

Guardate questo video, guardatelo bene. E’ uno spottino realizzato per le Europee del 2009, a sostegno dell’allora nascente Sinistra e Libertà, come si chiamava appena nata, con la “e” di congiunzione. Riuniva Federazione dei Verdi, Movimento per la Sinistra, Partito Socialista, Sinistra Democratica e Unire la Sinistra. “Unire” fino a un certo punto, perché parallelamente si presentava a quel turno la Lista Anticapitalista comprendente Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, Socialismo 2000 e Consumatori Uniti: i quali, dopo lo straordinario successo delle Liste Arcobaleno, in un endemico proliferare di formazioni improbabili, non aderirono a SeL 1.0, tra gli altri motivi, perché non volevano rinunciare a falce e martello nel simbolo. I due raggruppamenti fecero rispettivamente il 3,13 e il 3,39 per cento, nessun europarlamentare eletto: che poi io mi chiedo sempre cosa si provi, a votare robe tipo Socialismo 2000, e se a distanza di anni entri in gioco una specie di rimozione, o se quel ricordo riemerga nelle notti insonni, per infliggere il giusto senso di colpa.
Tutto questo, comunque, succedeva a giugno. Entro novembre di quell’anno, se ne andarono da SeL prima i Verdi – curiosamente, perché contrari a sostituire la “e” con “ecologia” – poi i socialisti. A fine anno, l’assemblea costituente di Sel (Sel 2.0) elesse Vendola come portavoce, Vendola che, in tutto questo tempo, aveva governato la Puglia con l’appoggio del Pd, si candidò poi alle primarie del centrosinistra contro un candidato del Pd, le vinse e tornò a governare la Puglia con l’appoggio del Pd. Nel luglio del 2010, Vendola chiamò il Pd a primarie per la scelta del candidato premier, e ci si candidò. E oggi è alleato al Pd in queste elezioni politiche. E per fortuna, aggiungo io.
Ma gli altri? Quelli dello spottino di cui sopra, quelli per cui il Pd non si può votare, quelli per cui “c’è tanta gente che ne vuole uscire” – mica poi tanta, a conti fatti – quelli che si riempiono la bocca di richiami ai sacri valori, che tanto qualcuno che ci casca in buona fede si trova sempre, come famiglie del Mulino Bianco che posano solo per il tempo di fare la réclame, ma poi ognuno torna a farsi i cazzi suoi, quelli lì, insomma, dove sono finiti? Eccoli.

Sono sempre loro, sono sempre gli stessi. E raccontano le stesse palle di sempre. Certo, questa volta proprio non ce l’hanno fatta, a infilarci falce e martello, hanno dovuto accontentarsi del Quarto Stato e di un riferimento alla rivoluzione che trovo molto azzeccato, giacché in astronomia la rivoluzione è il movimento ellittico compiuto da un corpo celeste in orbita intorno a una massa, un corpo che gira in tondo e torna sempre al punto da cui è partito: non serve a niente, non costruisce niente, gira, gira e questo è tutto. Per raggiungere massa sufficiente da non essere trascinati alla deriva nello spazio profondo, questa volta i rivoluzionari hanno dovuto fingersi società civile garantendo in realtà un seggio a vecchi leader bolliti, e accodarsi a un candidato premier manettaro lontanissimo da qualsiasi idea di sinistra libertaria e garantista. Ma non importa, va bene anche ripescare Di Pietro (altro che Monti, a proposito di alleati impresentabili), tutto fa brodo, tanto comunque basta puntare il dito e distrarre l’attenzione, basta parlar male del Pd, del Pd e di Nichi Vendola, oplà – perché nel frattempo non va più bene nemmeno lui, mannaggia – con lo stesso tono fighetto di sempre e una pretesa superiorità morale che, visti i risultati sin qui, non si capisce bene da cosa derivi. E non vale nemmeno l’argomento che la colpa è del Pd che non ha voluto il dialogo, perché fare un partito la cui constituency è al 99 per cento contro il Pd per poi lamentarsi che il Pd stesso non ha voluto allearsi è veramente il colmo.
Eppure è così, basta ripetere, solo appena aggiornata, la solita mitragliata di cazzate, gridare all’identità ferita se qualcuno prova a rispondere agli sberloni che tirano notte e giorno, sempre e solo ai competitor di sinistra, e piccarsi per lesa maestà quando si tira in ballo il voto utile, poiché torna comodo raccontare che il Pd ha già fatto l’accordo con Monti, e perché laddove nel 2009 bisognava sventolare il fantasma della Binetti, oggi ai compagni bisogna spiegare che il Pd governerà con Monti, a prescindere dal risultato.
E invece non è vero niente, sono tutte cazzate. Ma cazzate clamorose, scorrette e piuttosto schifose, e basta vedere che fine ha fatto la Binetti, nel frattempo. Invece, la questione è molto più drammaticamente banale, e non contiene dietrologie: se non c’è una maggioranza al Senato, che si fa? Che si fa?
Beh, è piuttosto semplice: se non si vorrà ributtare l’Italia in altri sessanta giorni di campagna elettorale, si cercherà un accordo con quelli che saranno disponibili, presenti in Parlamento, e gli unici presenti saranno i montiani (e pure loro, non è detto), giacché sarebbe meglio non ripetere larghe intese con Berlusconi, e in considerazione del fatto che, come dire, Ingroia e i suoi saranno fuori dal Senato (e anche dalla Camera, a naso). E di Rivoluzione Civile non sapremo più niente fino all’autunno, quando consumeranno una lacerante scissione tra comunisti, giustizialisti, ecologisti e diosolosacosisti. Se invece si tornerà a votare, allora forse a quel punto sarà un po’ più chiaro, immagino, se sia più utile garantire a Pd e Sel la maggioranza al Senato, una maggioranza autonoma da Monti e soci, o se è più utile votare chi appena un momento prima, malgrado le fanfaronate, in Parlamento neppure ci è entrato. Sarebbe una controprova, diciamo, e sarebbe l’ennesima di una lunghissima lista: ma speriamo che non ce ne sia bisogno.

  1. Insomma se non si ha la maggioranza tu preferisci un doppio turno?

  2. diosolosacosisti è fantastico.

    non fa una grinza, come sempre.

    Paolo DV
  3. E poi quando citano il Senato hanno messo l’immagine di Palazzo Madama di Torino e non di quello di Roma. Pure ignoranti.

  4. Ma quello del pizzino non era Latorre?

  5. Il vero dramma è che a loro interessa solo far perdere il PD

  6. anche io credo che questi cialtroni faranno la fine della sx arcobaleno. 3,qualcosa% e tutti a casa, sbattendo la porta, dando la colpa al pd, a veltroni al diluvio e alle cavallette.

  7. Anche Jacopo Fo, e lo segnalo per mettere insieme pezzi di sinistra apparentemente lontani, ieri ha pubblicato la sua dichiarazione di “Voto a Vincere” :

    http://www.jacopofo.com/per-chi-votero-elezioni-sinistra-ecologia-liberta

    Un abbraccio

    Fabbrizz
  8. Io credo che Monti (nominato premier senza nessuna forma di legittimazione democratica) sia il personaggio più impresentabile della storia politica italiana, un rappresentante (un dirigente, un quadro o un semplice prestanome? non lo sappiamo) del grande potere finanziario. E il Pd l’ha sostenuto convinto, e ci è rimasto scottato perché la candidatura Monti è stata un’azione di disturbo contro il Pd. Se Monti avesse voluto la tanto decantata governabilità non avrebbe mosso un passo, lui col suo nove per cento, e avrebbe lasciato il campo libero a quel Pd che l’aveva mortalmente abbracciato e che le lezioni le aveva già vinte. Monti (e i di lui datori di lavoro) ha interesse a vedere l’Italia ridotta come la Grecia. Per svenderla, per indebolirla, per ridurla sul lastrico, e per renderla appetibile ai cosiddetti investitori internazionali. Votare Pd oggi significa consegnare per meno di dodici mesi (perché questo sarà, lo sappiamo tutti) il paese a un governo Monti-Bersani (per dire il masochismo di chi si allea con il proprio assassino) che si occuperà della liquidazione dell’ex belpaese. No grazie, fatelo voi.

  9. @umanesimo

    Ti consiglio di votare direttamente il cavalier banana. Parli come lui, sputato.

    asino d'oro
  10. @asino d’oro (apuleio?)

    non capisco perché dovrei votare il banana, mi fa schifo lui e chi lo vota. ritengo che sia uno psicopatico megalomane che fa i suoi interessi privati. monti fa gli interessi di qualcun altro.  non quelli di questo paese che sta andando a fondo. e che andrà a fondo comunque, da qualunque parte la si guardi, qualunque partito si voti.

    quello che volevo sottolineare è che la candidatura di monti è un’azione di distrubo anti-pd (che avrebbe vinto facile) e anti-governabilità. monti sa che non vincerà, si candida solo per demolire qualsiasi possibilità di stabilità. berlusconi invece si candida per alimentare il suo ego e riaffermarsi all’interno della formazione politica (inclusi i satelliti di questa) da lui creata. neanche berlusconi può vincere. nessuno vincerà. si farà un governo tecnico che non farà nulla. in meno di un anno si rivota.

  11. si confonde qui, semplicemente, la causa con l’effetto, e viceversa. non è che il pd non si allea con ingroia perchè ingroia è contro il pd. piuttosto, nasce un movimento come quello di ingroia per colpa di alcune, anzi molte, criticità riscontrabili all’interno del partito stesso. bindi, letta, fioroni, morando, treu, e poi i perseguitati dalla giustizia (che di essi è il regno dei cieli) penati, lusi, papania, del basso de caro; e gli evergreen d’alema, finocchiaro, veltroni (la peggior catastrofe che sia mai capitata alla sinistra dai tempi dei dinosauri); e si potrebbe continuare. definire ingroia un “manettaro” non garantista è, semplicemente, dire una grossa cretinata. cosa diavolo vuol dire, poi “garantismo”? ingroia è stato un p.m., che ha fatto il suo dovere, perseguendo potenti, mafiosi, e soggetti che, come dire, ricoprivano entrambe le cariche, spesso isolatissimo, lasciato solo da un potere (che ha un nome e un cognome, giorgio napolitano), evidentemente poco sensibile alla legalità, e molto invece al giudizio (politico, sia chiaro, non penale) che gli italiani potrebbero farsi di lui, se solo fossero noti i contenuti di certe comunicazioni. ingroia candida ilaria cucchi, una vittima della giustizia, della giustizia italiana, che fa morire chi non ha nulla per difendersi e salva chi qualche santo lo trova, sempre, comunque. candida una persona come pier giovanni alleva, avvocato che da anni assiste la fiom in tutte le cause intentate contro la fiat dell’amico marchionne. ai primi posti in lista, non ci sono vecchi dinosauri. che passerà di sicuro, fra i vecchi, c’è il solo di pietro, che non è peggiore di almeno il 50% dei dirigenti del pd. dopodichè, io alle elezioni voto vendola, perchè mi convince più di ingroia. ma dire che “è inutile che si lamentino se poi sono proprio loro a volerci far perdere”, (come se gli elettori fossero pecore che si rubano, e non teste pensanti a cui può anche non andare di votare pd), è un ragionamento abbastanza squallido; sentito l’ultima volta da violante, peraltro; lui sì, liberista e garantista…

    Jacopo