9 GENNAIO 2013

I parlamentari di serie B

C’era più di un criterio tutto sommato accettabile, in base al quale inserire nomi bloccati ed esterni alle primarie nelle liste elettorali del Pd. Si poteva decidere di usare quello che alla fine è circa un terzo dei posti eleggibili per dare un certo impulso al ricambio, e quindi scegliere futuri parlamentari nuovi, giovani, a cui dare una possibilità, o al contrario si potevano premiare parlamentari di lungo corso che avessero dimostrato di possedere competenze specifiche particolarmente preziose per il partito, magari scegliendoli tra coloro che non hanno una così chiara appartenenza correntizia. Ci stava anche un mix delle due opzioni, con l’aggiunta delle personalità illustri – che infatti ci sono – quelle provenienti dalla cosiddetta società civile.
Si potevano mettere i nomi in un cappello ed estrarli a sorte, organizzando una diretta Rai presentata da Pippo Baudo, e sarebbe stato comunque meglio dello schema correntizio che alla fine è stato effettivamente usato. Intendiamoci, non ho cambiato idea sulle primarie, continuo a pensare che comunque abbiano permesso qualche sorpresa che in caso contrario il Porcellum non avrebbe mai consentito, ma per Bersani è stato più comodo limitarsi a dividere il monte candidature in quote senza cercare di gestirle direttamente, e il risultato è deprimente, perché i capibastone hanno fatto ciò che i capibastone fanno, da sempre, e non hanno avuto paura di raggiungere certe bassezze, nessuno escluso, premiando staffisti e persino alcuni che le primarie le avevano fatte, ma le avevano perse. E questa in particolare, tra altre comunque notevoli, è l’infamia più grande, ed è insultante per tutti quegli altri che sono rimasti fuori pur avendo, magari, ottenuto risultati migliori.
Questo avrà conseguenze, nella prossima legislatura. Perché due terzi dei parlamentari Pd saranno stati scelti dai nostri elettori, e un terzo dovrà la propria elezione al capocorrente che li ha messi lì. E’ un problema che ovviamente non tocca le personalità tipo Mucchetti, ma tocca pesantemente tutti coloro che già erano nel Pd e a cui, in qualsiasi momento, si potrà e dovrà chiedere conto del perché non abbiano fatto le primarie e siano invece stati nominati. Per loro, far politica nei prossimi cinque anni e pretendere di esser presi sul serio, sarà un problema; perché è una questione di credibilità, di reputazione, di elementi non misurabili nel calcolo tra correnti, eppure fondamentali, se è vero come è vero che tutti consideriamo che proprio questo sia il problema del Porcellum, e proprio per questo abbiamo scelto di fare primarie per aggirarlo.
Niente di personale, è oggettivo: ogni volta che i nominati vorranno schierarsi, ogni volta che parteciperanno alla vita del partito, ogni volta che voteranno, ogni volta che si parlerà di loro per una nomina o un incarico – e personalmente spero che non abbiano in progetto di candidarsi a nulla, nel medio periodo, perché altrimenti l’obiezione scatterà automatica, e ricorrente, e spiacevole – qualcuno potrà legittimamente alzarsi e ricordare che debbono il loro status al favore di qualcuno, e che la loro fedeltà è certamente più lampante di qualsiasi competenza abbiano.
Non sempre questa pena sarà equa, ma è il contrappasso da pagare per lo schema che oggi li facilita e al quale hanno deciso di sottostare, come insegnamento del fatto che nulla, in questa vita, è davvero gratis.

  1. E loro faranno quello che hanno sempre fatto: ignoreranno le critiche, e andranno avanti lo stesso, a perseguire i loro personalissimi interessi. Tanto, qualche fesso che li vota ( o vota chi poi ce li piazza ) lo trovano comunque.

    Lorenzo M.
  2. Solo una precisazione… ma perchè Concia e Scalfarotto non hanno fatto le primarie? E perchè Fioroni ha chiesto la deroga e poi non le ha fatte, ma è entrato in listino? Curiosità, pura curiosità, perchè ricordo la sig. Concia che sbraitava in assemblea e poi entra comodamente e Scalfarotto difensore dei più sani principi Renziani e poi non fa le primarie.. Qualcuno dice che le cose bisogna farle bene…..

    Nicola
  3. Bravo Paolo, e’quello che dicevo prima delle primarie: alla fine quelli che almeno avranno passato il vaglio delgi elettori potranno e dovranno, secondo me, far paesare questa loro legittimazione nei confronti di chi si trova paracadutato senza grandi meriti (che non siano l’essere -ani di qualcuno) in Parlamento. Non e’detto che questo serva a ridurre ulteriormente i giochetti al prossimo giro.

    Pero’dai, fammi un bilancio onesto: prima delle primarie avevi detto che ci saremmo trovati forse un 10% di homini novi, e che questo sarebbe stato gia’un successo. Sulla base di queste liste, stiamo sopra o sotto il 10%?

    Francesco Cerisoli
  4. Decisamente sopra il 10 per cento.

  5. hai ragione. Meglio gli altri partiti, quelli che per esempio usano gli esperti di spending review per fare le liste, o quelli che direttamente decide il proprietario.

  6. Non è quello che ho scritto, ho fatto un ragionamento un po’ diverso. Del resto, i nomi sono lì da vedere.

  7. “…due terzi dei parlamentari Pd saranno stati scelti dai nostri elettori, e un terzo dovrà la propria elezione al capocorrente che li ha messi lì…”

    non mi sembra un risultato da buttare via.

    Carlo M
  8. No, affatto. Nondimeno…

  9. Secondo me siamo messi bene, io direi che a occhio un quarto dei prossimi eletti del PD saranno “politici nuovi”, sotto molti punti di vista. Inoltre anche gente che detesto ma che si e’comunque confrontata ed ha vinto le primarie mi va bene (se la son votata, se la meritano ;-) )), e con quella direi che siamo forse al 60-70% del totale.
    Nel rimanente alcune scelte sono di grande valore: altre sono discutibili per il discorso “gente d’apparato/espressione di correnti”, ma comunque decenti. Altre infine sono martellate sui coglioni (pero’ il masochismo e’ancora un elemento fondativo del PD, mica si puo’pretendere che tutto cambi in tre mesi…). Per questo se dovessi dire a occhio quanti sono i veramente indigeribili che probabilmente finiranno in Parlamento, credo di poter dire un 20%.
    Cos’e’ questo 20%? Secondo me e’ ancora, in parte, il retaggio degli apparati pre-PD: in parte il tributo che la dirigenza ancora residua della “fusione fredda” deve pagare a se stessa, o alle categorie del pensiero di cui e’erede; in parte sono grossi errori di valutazione della dirigenza che ancora crede alle raccolte di figurine…

  10. paolo per una volta vorrei cercare di vedere il bicchiere mezzo pieno.

    i capibastone e i capicorrente, con tutto ciò che ne consegue, sono un aspetto intrinseco della politica, di cui è forse impossibile liberarsi completamente. si tratta di meccanismi e fenomenti presenti in tutti i partiti e sistemi politici, anche nei più virtuosi. ciò che si può fare è cercare di limitarli, di contenerli, sforzandosi di anteporgli l’espressione dei processi virtuosi della politica. credo che con queste liste, scaturite per buona parte dalle primarie, si sia fatto un grande passo in questa direzione, e si siano ottenuti dei risultati che, visti i tempi e le contingenze, mi azzarderei a definire anche migliori delle aspettative iniziali, secondo me eh. si poteva fare meglio? sì. però si poteva fare anche peggio, molto peggio. e forse grazie a queste abborracciate primarie, anche i nominati magari si renderanno conto, proprio per quello che dici tu, che essere nominati forse alla fine non conviene, ed è molto meglio conquistarsi il proprio consenso sul campo.

    Carlo M
  11. Io sono d’accordo con te, assolutamente. Ma dico anche che questa cosa peserà nel loro percorso, e questo è semplicemente oggettivo.

  12. Quanti sono gli sconfitti alle primarie con una posizione migliore rispetto ai vincitori?

    Marco V.
  13. se è vero com’è vero che le #primarieparlamentari hanno avuto un gran successo adesso sta ai parlamentari a progetto usciti dalle primarie segnare la loro diversità http://fraovvio.blogspot.it/2013/01/la-diversita-dei-non-nominati.html

  14. C’è molto di vero in quello che scrivi, però un partito non è un pranzo di gala, e le correnti, le sensibilità, i capi esistono, e difficilmente potrebbero non esistere.

    Se si avesse avuto più tempo per organizzare le primarie, e magari un mesetto di campagna elettorale sui territori, forse le cose sarebbero state diverse, ma comunque chi si è organizzato avrebbe comunque avuto la meglio su persone eccellenti, ma “outsider”

    bertwooster
  15. Pingback: Tranne una | Popolino | Il blog di Paolo Cosseddu

  16. Condivido.
    Prsonalmente, ora per esempio sono curioso di saggiare la credibilità di Scalfarotto, il rottamatore paracadutato in Puglia tra mille polemiche…

  17. Il problema Paolo Cosseddu è a chi pagano poi il conto.