14 MARZO 2011

Non pensare all’elefantino

elefanteE' come quei personaggi che amiamo odiare e odiamo amare, cui l'autore ha dato il ruolo del cattivo e loro se lo sono preso per farne un'interpretazione sopra le righe, gigionesca, istrionica, memorabile. E' la fascinazione del male, come quella di Nicholson in Shining, che a un certo punto davvero speri faccia a tocchetti quel moccioso ritardato e quella donnetta stridula.
Anni fa, il suo era un giornalino formidabile, seppur pagato via prestanome muliebre dall'odiato nemico, una palestra di talenti promettenti e minuscolo scrigno di invenzioni pirotecniche: come una certa storia di Cia e mazzette, che forse inventata lo era sul serio, o forse chissà. Era una segreta lettura di molti progressisti che solo in quelle quattro pagine fitte, sfacciata antitesi del buoncostume grafico vigente, trovavano analisi fuori dalla barbuta e barbosa ortodossia scalfariana: ma senza dirlo in giro, per paura delle occhiatacce dei sodali duri e puri. Poi prese, lui ateo, una sbandata vandeana che ancora oggi non ci si crede (e manco lui, per sua stessa ammissione), millantò una lista antiabortista la cui piattaforma era basata sull'uscita di un filmetto su una teenager incinta, e quello fu onestamente davvero troppo per continuare a stargli dietro. Ne risentì anche il giornalino, con il fuggi fuggi dei promettenti accortamente consci che non era più aria.
Mollò la tivù, lasciandoci soli all'ora di cena. Peggio che soli, con al suo posto quel catamarano bordeaux noioso e gne gne, un brutto sequel mai all'altezza dell'originale.
Stasera torna, nell'orario che fu di Biagi (sfregio supremo e diabolico), presenza ingombrante anche per la portaerei televisiva per eccellenza, e so già che mi costringerà persino, in attesa dell'ora giusta, a subire gli ultimi minuti del tiggì minzoliniano, cosa che normalmente quando mai. Ora, per dire, stanno casualmente parlando della casa di Tullliani a Montecarlo, roba finissima e di stringente attualità. Poi dicono "torna in tivù uno dei personaggi più amati dal pubblico", che mi pare esagerato anche per la propaganda: ma stanno parlando di Montalbano. Comunque, questione di minuti.
Personalmente non vedo l'ora, e con tutto il cuore mi auguro davvero che per queste pillole di pochi minuti che da oggi ci propinerà ogni sera gli abbiano dato una cifra ridicolmente spropositata.
Altrimenti, che cattivo sarebbe?

  1. Io non ce la faccio proprio a rivedere l'elefantino. Mi ripugna veramente troppo. SEI TROPPO CORAGGIOSO, a guardarlo. Di più, non leggerò nemmeno un eventuale tuo post di commento. Neanche mediato lo sopporto, l'ex comunista berlusconian-vandeano. So che è un po' snob, il mio atteggiamento, ma, giuro, non ce la faccio.
    Auguri!

    utente anonimo
  2. E hai fatto male, perché – sorpresa sorpresa – ha dato una bottarella alle certezze sul nucleare, l'ha messo in discussione. Non ha perso il tocco.

  3. E' un trucco, dalla sua parte il pubblico colto e attento, è scarso, ha bisogno di trasbordare qualche spettatore della Dandini per fare numero, ha gettato l'amo. Ferrara è sempre più simile a Platinette.

    Fausto Fabiano

    utente anonimo
  4. Quoto F.F.m stavolta, Caro il mio Ulissepop, attento: il sirenone, anche se sei legato al palo della tua indubbia intelligenza, ammalia…  #1

    utente anonimo
  5. L'elefantone è un egocentrico, intelligente, ma complessato egocentrico e diabolico, anche se smascerabile con facilità, data la sua cattiva fede e l'evidente raggiro. Ama giocare sporco e sentirsi furbo. Gioca a fare l'intelligentone con chi ha studiato di meno. Insomma, tutto sommato uno che ha avuto una giovinezza difficile, che non si sopporta e ora si prende qualche rivincita intellettuale. Si vede che non mi piace? Credo sia un personaggio che fa appello all'emotività, lo si odia o lo si ama, nonostante tutto.
    c

    utente anonimo