18 GENNAIO 2011

War Berlusconi krank?

Blumenfeld_Hitler.jpgTrovo un personale interesse nelle piccole cose che stanno dentro, dietro o sotto i grandi avvenimenti e i grandi personaggi storici: pensare che un fatto banale o accidentale può cambiare il mondo senza che magari venga mai rilevato, proprio perché infinitesimale e perché i grandi fenomeni vengono sempre osservati da punti di vista tanto più larghi, offre prospettive inedite. Lo dico con una battuta, ma per spiegarmi: se Berlusconi fosse daltonico lo vedrebbe lo stesso, il pericolo delle toghe rosse? E sarebbe forse un leader differente – e altrettanto il Paese su cui ha messo le zampe – solo in virtù di un tutto sommato trascurabile difetto di vista?
Scherzo, ovviamente, ma ci pensavo ricordandomi di una cosa laterale, che era emersa tempo fa in un libro intitolato "War Hitler krank?" ("Hitler era malato?"). Non è un paragone col nostro Premier, intendiamoci, però risulta che Hitler fosse sotto controllo medico ben più di una persona normale. Che, per tenere botta fosse costantemente dopato, letteralmente, e assumesse regolarmente qualcosa come 82 farmaci diversi. La pervitina, ad esempio, che è un eccitante oggi noto come crystal meth o "droga del Führer", gli veniva somministrata per mantenerlo negli incontri pubblici e nei meeting adeguatamente hitleriano: nel senso che non si poteva permettere che qualcuno, dopo averlo visto, ne ricavasse un'impressione di ammosciamento. Allo stesso modo, avendo la necessità di essere un amante all'altezza del suo potere, pare provato che Hitler si sottoponesse a forti dosi di testosterone e di ormoni prelevati dalla prostata o dallo sperma di tori giovani, una specie di Red Bull ante litteram disgustosa solo a dirsi ma necessaria – secondo le convinzioni mediche dell'epoca – a garantire una potenza sessuale, anche quella, adeguatamente hitleriana. Faccende di Stato e faccende di letto si mischiano, quindi, non da oggi.
Poi c'è la questione delle flatulenze, sì insomma delle puzzette, che è tragicamente incredibile: vegetariano, cronicamente afflitto da meteorismo, Hitler non poteva certo permettersi di emettere gas intestinali durante qualche delicato incontro con capi di stato o generali. Per evitargli l'imbarazzo, nei decenni, è stato curato facendogli assumere con regolarità un farmaco a base di stricnina, un alcaloide potente e mortale che in quegli anni, in piccole dosi, veniva usato per scopi medici. Solo che, se assunto per molto tempo, ha tra i suoi effetti collaterali convulsioni, delirio, paranoia, e infine pazzia.
Pensare che la Seconda Guerra Mondiale, l'Olocausto, siano stati causati da un uomo che era tenuto costantemente fatto come un cammello e mitridatizzato al veleno per ragioni di flatulenza, beh, è uno scherzo atroce impossibile da accettare. Eppure, pensateci, a tutti capita di passare un periodo di stress che richiede un aiutino: un ricostituente, nel caso di noi comuni mortali – ma anche no, visto quanto è diffuso l'uso della cocaina, o anche solo degli antidepressivi – e nel caso di capi di stato, capitani d'industria e potenti a vario titolo, chissà cos'altro: e chissà con quali conseguenze, con quali controindicazioni segnalate sul bugiardino. Del resto esistono comunissimi farmaci da banco che curano disturbi altrettanto comuni ma hanno, tra i possibili effetti collaterali, la depressione e altri stati di alterazione dell'umore e della percezione. Degli atleti sospettiamo, e spesso verifichiamo, che le loro prestazioni sono dopate: e dei nostri governanti, sottoposti a pressioni costantemente superiori a quelle di un Tour de France? Quanto di quel che viene deciso ogni giorno dagli uomini più potenti del mondo è frutto di disegno e quanto, invece, deriva da inappurabili – nel senso di chiuse nella privacy tra medico e paziente - interazioni tra sostanze assunte per mantenere alta la performance? Sono domande quanto mai di attualità, in particolare sui giornali che proprio oggi si chiedono – per citare un esempio – se la malattia di Steve Jobs debba riguardare solo lui o anche gli azionisti della Apple.
Penso si sia capito dove voglio andare a parare, a questo punto. 
A partire dalla mitologia diffusa da un suo medico, secondo cui Silvio Berlusconi sarebbe immortale, il nostro Paese è da più di tre lustri in buona parte nelle mani di un uomo il cui rapporto con la medicina, a stare bassi, è particolarmente intenso. Dei suoi malanni, che pure ci sono stati, sappiamo solo che si sono miracolosamente risolti: e persino un suo dipendente, Vittorio Feltri, si è chiesto con stupore come facesse, un uomo che aveva avuto certi problemi di prostata, a fare ancora certe cosacce. Del suo vigore, che per un uomo della sua età è innegabile anche al netto degli interventi puramente estetici (se così possiamo definirli), ugualmente sappiamo pochissimo. Girano però da tempo, da ben prima delle inchieste, alcune storie, vi sono testimonianze sulla sua frequentazione con gli stimolanti sessuali in anni abbondantemente pre-Viagra, ed è diffuso l'aneddoto di un incontro tra il Cav. e De Benedetti in cui il primo mostrò al secondo una misteriosa pillolina con cui si vantava di riuscire "a storpiarne due al giorno" (pare la sgradevole espressione fosse precisamente questa). 
Insomma del paziente sappiamo che, sotto stretto controllo medico e grazie a misteriosi aiuti farmacologici che il suo censo gli può garantire ben oltre qualsiasi immaginabile abuso, non si limita a concedersi una bagatella ogni tanto – come scrisse Giuliano Ferrara in tempi più ingenui – con qualche ragazza compiacente, fatto che starebbe nel merito dell'opportunità politica e istituzionale. No, qui si discute di uno che, per soddisfarsi, necessita di camionettate di ragazze, e che per garantirsele ha messo addirittura in piedi una precisa organizzazione logistica e finanziaria tanto assurda che, sperabilmente, alla fine sarà proprio quella a condannarlo, più ancora di tutti i suoi comportamenti. Con quegli stessi mezzi finanziari che può avere a disposizione un uomo come lui, non è inoltre impensabile immaginare che luminari variamente specializzati, ingolositi all'idea di farsi un paziente tanto munifico, gli abbiano sottoposto ritrovati che le normali farmacie assortiranno solo tra anni, posto che nel frattempo la sperimentazione ne abbia valutato le possibili controindicazioni su campioni un po' più scientificamente corretti di un riccone particolarmente esigente.
La satiriasi – o, nella sua definizione moderna, l'ipersessualità o sex addiction – non solo esiste, ma è una patologia riconosciuta di cui tutti abbiamo sentito parlare quando ha colpito qualche divo del cinema o qualche rockstar che, banalmente, si è fatto ricoverare, curare e poi è stato restituito a una vita più serena: e quella del Premier la darei per conclamata, viste le sue vistose manifestazioni. Solo che, nel suo caso, anziché curarsi il paziente ha addirittura potuto coltivare, incoraggiare la sua malsana ossessione sessuale, evidentemente trovando medici disponibili ad alimentarla farmacologicamente per anni e forse decenni, con chissà quali mix di sostanze e chissà quali effetti.
Della malattia in sé – posto che i sintomi sembrano non lasciare dubbi sulla diagnosi – se ne conoscono alcuni, che è interessante leggere perché costituiscono un ritratto piuttosto preciso: stress fisico, deterioramento delle relazioni sociali, diminuzione della memoria a breve termine, opacità cognitiva e diminuzione di abilità quali intuito, astrazione, sintesi, creatività, concentrazione, diminuzione del rendimento fisico, stanchezza cronica, alterazione del sonno, aumento dell'ansia, senso di frustrazione, apatia, disorientamento progettuale, incapacità di operare scelte importanti o di cambiamento, svalutazione di sé, tristezza, malinconia e depressione, irrequietezza, isolamento sociale. Ora, il fatto curioso è che si tratta di sintomi che non somigliano molto al nostro Premier, sempre così pimpante e in forma, anzi sembrano non appartenergli per nulla. Non a lui, infatti, poiché qui sta l'incredibile transfert: provate ad applicarli al Governo, al Paese, a noi tutti, a tutti i nostri malesseri e vedrete che coincidono perfettamente. Lui si strafà, ma ad andare in overdose è l'Italia.
Come ci riesca, è un mistero che risolveremo solo dopo l'autopsia.

  1. Popolino in versione History Channel. Bravo, molto bello: Piero Angela vatti a nascondere.

    utente anonimo
  2. Praticamente un saggio breve. Oddio, breve…

    utente anonimo
  3. Le sue attività economiche non sembrano però risentirne…
    Franco tremul

    utente anonimo
  4. Autopsia? Ho paura a chiederti di Chi…
    Comunque, continuo a vedere negli occhi di molti la frase "ma chi se ne frega di quello che fa"…
    Tutto molto triste…
    Comincio a chiedermi se "quelli fatti" siamo noi…

    Eugenio

    utente anonimo
  5. Ho visto almeno un caso del genere, "ego agevolato dalla coca", e non trascurerei la generazione di ricambio che scalda i muscoli in panchina. A me oggi torna a sembrarmi quantomeno curioso che a modellare l'immaginario razzista, veteromaschilista e antiegualitario di Lega e PDL, negatori sistematici delle libertà personali altrui, siano figure di gay di estrazione cattolicissima come Signorini e Lelle Mora?

    utente anonimo
  6. In effetti, ciò che più intristisce dell’intera faccenda è la difesa a testuggine del suo esercito di fedelissime. Da sempre c’è molto di femminile nel consenso berlusconiano. Probabilmente si tratta del suo vero zoccolo duro ideologico. La Chiesa è opportunista, il fatto che passi sopra a trioie, bestemmie e malaffare non stupisce, ne rattrista. Gli uomini spesso sono guidati dall’opportunismo e dall’ottusità, ma le donne aggiungono sempre una nota più intima alle proprie scelte. Per le sue donne, Silvio è un figlioccio, una simpatica canaglia, cui si perdona tutto. E’ un discolo, ma è così sveglio (in senso lato), che riempie di orgoglio materno. Chi, d’altra parte, non conosce una madre che abbia negato ostinatamente l’evidenza, pur di non ammettere che il proprio pargolo si stordiva di canne o sfiancava di pugnette? Per altre donne ancora, le più giovani, è un padre rassicurante, visto che, in fondo, è sempre stato lì, da quando sono nate. E’ la figura maschile di riferimento. Poi ci sono quelle che lo amano di bruciante passione. All’apparenza il fenomeno più sconvolgente, ma comprensibile, dopotutto, osservando la storia del potere. Infine, si è appreso, le donne per cui rappresenta il principale cliente. Le italiane di Silvio incarnano perfettamente il Paese. E in qualche modo lo determinano. In casa e davanti alla tv. Loro non lo abbandoneranno mai. Mai. Qualsiasi cosa accada. Dobbiamo farcene una ragione. Perchè gli credono. Gli vogliono credere. Mentre i maschietti si scorneranno vigliaccamente per accodarsi il più a lungo possibile allo strascico di prebende. Berlusconi rimarrà sulla scena fino alla fine, come Franco. Per questo io tifo Lele Mora, tifo Emilio Fede, tifo Ruby. La definitiva disintegrazione della reputazione nazionale per opera del Bunga Bunga è il prezzo da pagare per accellerare la caduta di B. Non obbligatelo a rinunciarvi! Che si sfoghi! Che ci dia dentro! Che s’imbottisca di farmaci! Che giochi al chiropratico con due venezuelane e tre serbocroate! Prima o poi cederà. Folgorato da un esotico e pneumatico ingoio. E’ assai probabile che sia la morte che desidera. Per mano (o altre parti del corpo) di una donna. Allora, e solo allora, si potrà cominciare la ricostruzione. Prima, temo, è persino inutile sperarlo.

  7. Bell'articolo. Una piccola precisazione: l'incontro della pillolina non era con De Benedetti ma con Guzzanti, vedere per esempio qui:
    http://laperladelgiorno.blogspot.com/2010/05/la-perla-di-oggi-non-e-molto-fresca.html

    utente anonimo
  8. Veramente, se leggi attentamente, il post che linki dice che Guzzanti ha raccontato di un incontro con Berlusconi riferitogli "dall'ingegnere", ovvero da De Benedetti. Comunque, andando a memoria, ho ricordato in modo impreciso la frase: "ne mando due storte", che è ancora più pittoresca.