Sembra incredibile, ma è da quasi nove mesi che praticamente scrivo solo di primarie (con alcune eccezioni rilevanti, certo). Per un po’ non se ne parlerà più, e poi ci sono le elezioni in vista, quindi si volta pagina.
Prima di passare ad altro, però, un’ultima cosa: quella che gli esperti chiamano analisi del voto. Ovvero, chi sono le persone che mi hanno votato, e perché hanno scelto proprio me?
E’ un fenomeno che nella pratica politica è definito "voto d’opinione", ma che qui più semplicemente chiamerò "quelli che sono così disperatamente alla ricerca di un cambiamento che erano disposti a votare persino me".
Da una parte, quindi, il vincitore, 35 anni di politica biellese, un’identità storica; dall’altra un Signor Nessuno. Lo sottolineo anche per rispondere a quei commentatori un po’ sempliciotti – volutamente ignorati nei giorni di campagna elettorale – che mi hanno accusato di essere un arrivista. Tesi fantasiosa, considerando la sproporzione delle forze in campo.
Altri mi hanno invece ringraziato per aver gettato il sasso nello stagno: guardando la distribuzione del voto dal punto di vista geografico, le onde generate dal sasso che colpisce il pelo dell’acqua si affievoliscono man mano che ci si allontana dal punto d’impatto. A Biella, dove posso contare su più conoscenze personali, su più interesse per queste cose, sul peso dei media e su una maggiore diffusione di internet, ho preso il 35 per cento. Un dato straordinario, che diminuisce più ci si allontana dal capoluogo, fino ad arrivare all’81 a zero del seggio di Coggiola.
Bene, quell’ottantina di voti rappresentano una buona notizia per il candidato che li ha presi, e buon per lui, ma anche una notizia non tanto buona per il partito. Perché significa che, lassù, il Pd non è in grado di coinvolgere nemmeno un elettore al di fuori di se stesso. In base a un ragionamento uguale e contrario, invece, il dato di Biella dice che un terzo abbondante dei potenziali elettori del Pd chiedono che il partito esprima qualcosa di diverso, e c’è il rischio che non lo seguano se non vengono accontentati.
In una situazione come questa, in cui il Pd non brilla per capacità di coinvolgere ed entusiasmare, e in cui l’assenza anche solo di una manciata di voti potrebbe vanificare l’elezione del consigliere biellese alle imminenti regionali, non ci si può quindi permettere di ignorare quel segnale. E quindi, tornando a quello che ho scritto subito dopo le primarie di domenica, confermo la mia disponibilità ad aiutare il Pd e i suoi candidati per ottenere il miglior risultato possibile. Ma anche il forte deve aiutare il debole, e fare in modo che non soffochi, proprio perché c’è bisogno di tutti. Persino del Signor Nessuno.
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Fossi nel vincitore di queste primarie biellesi limiterei la mia soddisfazione per il risultato ottenuto, perché il tipo di elettorato a cui sei arrivato tu, col tuo linguaggio e approccio diverso, per molti versi innovativo, lui fa molta fatica a intercettarlo. Se non si pone questo problema, e se non riesce a trovare una soluzione funzionante, sarà dura. Comunque, giù il cappello per la tua analisi, leale e molto corretta.
"Le uniche battaglie perse sono quelle che non si combattono." Complimenti guerriero!
Massimo Scavino
http://www.scavino.ilcannocchiale.it
Voto d’opinione e Partito Democratico al momento sono mondi lontanissimi. Tu potevi fare da navetta spaziale, ma c’è la contraerea.