9 NOVEMBRE 2009

Una croce sopra

d_islam_muezzinDomani c’è consiglio comunale. L’attuale maggioranza, evidentemente in mancanza di altre urgenze, presenterà una mozione di “profondo dissenso” per la sentenza della Corte Europea che si è pronunciata contro la presenza dei crocifissi nella aule scolastiche italiane.
Gianluca Susta, interpellato oggi dall’Eco, dice che “se si vuole rispettare libertà religiosa e laicità, sembrano dire i giudici europei, bisogna far crescere i nostri ragazzi in un ambiente falsamente e ipocritamente asettico, senza che nulla richiami alle tradizioni, ai valori, alle fedi. Quel simbolo ci rappresenta tutti, perché appartiene alla nostra tradizione, alla nostra storia e cultura”.
Sarebbe per me sin troppo facile ricordare quello che è stato detto sulla laicità per tutta questa estate, nella campagna per le primarie. Laicità vuol dire che la fede è un fatto personale, lo Stato e i suoi luoghi sono di tutti, e se la prima si impone sui secondi non va bene. Io, ad esempio, non mi sento affatto rappresentato dal crocifisso, non lo ritengo semplicemente un simbolo culturale – anche perché mi sembrerebbe di sminuirne il significato – e sono libero di decidere io cosa mi rappresenta e cosa no.
Se avessi un figlio, e andasse a una scuola pubblica, vorrei che non si sentisse emarginato per il fatto che non frequenta l’ora di religione, o perché non è battezzato. Al contrario, conosco molte coppie che sono cattoliche quanto un monumento a Garibaldi, ma il figlio lo battezzano comunque per non renderlo diverso dagli altri. Ne vogliamo parlare?
Poi, siccome non sono cretino, capisco che si tratta di un cambiamento che incide sulle sensibilità personali, e che non può essere ottenuto a colpi di sentenze se non lacerando ancora di più i rapporti tra le maggioranze e le minoranze: a patto però che si riconosca che, dal punto di vista del diritto, la sentenza non fa una grinza. Mi sembra però interessante che a difendere la croce nelle aule sia anche la comunità musulmana, mentre le gerarchie cattoliche si erano dette, poche settimane fa, favorevoli all’estemporanea proposta dellinsegnamento della religione islamica nelle scuole pubbliche italiane.
Se questo è il livello del dibattito, e queste le forze in campo, allora non c’è spazio per nessuna ragionevolezza, allora viene quasi da augurarsi che intervengano più spesso le odiose burocrazie europee a trascinarci di forza nel terzo millennio, volenti o nolenti.
Questa faccenda poteva essere una buona occasione, per il nuovo segretario del Pd, per dare seguito alle promesse di lacità fatte durante l’estate – e in verità poco sincere, come si vede sin da oggi, e sollecitate soprattutto dalla concorrenza di una mozione con i contenuti di quella di Ignazio Marino – e per fare una riflessione articolata che consentisse almeno a sinistra una discussione un po’ più intelligente rispetto a quelle che si sentono dalle altre parti. Invece, l’argomento è stato liquidato con una battuta, laddove le battute, a questo partito, non bastano più. A Susta vorrei dire che ovviamente sull’argomento può dire e pensare quel che ritiene. Al gruppo consiliare del Pd nel comune di Biella vorrei chiedere se pensa di votare a favore o contro la preoccupata mozione di maggioranza. Se vuole astenersi, se vuole disciplinarsi in una posizione unitaria o lasciare libertà di coscienza.
Perché questo, tra tanti, forse può davvero essere un caso di libertà di coscienza: perché ci sono ben altri problemi, come dice qualcuno, perché è una forzatura, perché è un argomento formalmente innocuo (ma solo formalmente), perché si rischiano conseguenze peggiori, l’accentuarsi del radicalismo delle contrapposte posizioni e, in definitiva, rischia diottenere l’effetto opposto mettendo sulla difensiva le parti. Il problema, col voto di coscienza, è che oggi il partito  lascia liberi i suoi esponenti di decidere se vogliono o no un crocifisso sul muro; domani, se  la cosa non è stata approfondita un po’ meglio di così e non è stato fissato qualche paletto, quegli stessi rappresentanti sono liberi di andare in parlamento e dire che l’omosessualità è come la pedofilia.

  1. Fossi in alcuni cattolici del Pd mi chiederei anche se è davvero il mio posto quello in compagnia di quei leghisti che fino a qualche anno fa contestavano il Papa “extracomunitario”…

    anonimo
  2. io sostengo la decisione della corte europea. Non seguo il cristianesimo e gesù per me è un personaggio storico punto. Detto questo sono cresciuto in classi con crocifissi appesi e la cosa nn mi ha mai urtato cosi come non mi urterebbe se mi figlio studiasse in un aula con un crocefisso.
    Mi urta molto invece il sapere che le ore di religione sono ore di “religione cristiana” e non di “storia delle religioni”, mi urta pensare che se non voglio battezzare mio figlio, sarà poi un “diverso”, mi da fastidio pensare che un domani che avrò dei bimbi e conviverò con la mia donna senza essere sposati sarò visto come un eretico.
    Su questi temi io farei casino.
    Per tornare al crocefisso dico semplicemente questo : ” nei luoghi pubblici, quindi dello stato, o viene rispettata ogni minoranza della popolazione o nessuna. il che vuol dire che se si mette il crocefisso è giusto che vengano messi anche tutti gli altri simboli religiosi in cui numerosi italiani si identificano. Se si decide cosi bene, altrimenti ritengo sia giusto nei confronti di tutti non metterne nessuno.
    non capisco chi dice che è un simbolo storico italiano da cui il nostro stato trae origini ecc a questo punto perchè non mettere anche qualche croce celtica nelle scuole? Anche quel simbolo in un certo senso ha contribuito alla formazione del nostro attuale stato!

    la cosa che invece ci tengo a urlare con forza e che urlerei in consiglio è questa.

    GESU’ E LA BIBBIA PARLA DI UGULIANZA TRA GLI UOMINI, PARITA’ DI DIRITTI, CI RICORDA DI RISPETTARE LE DIFFERENZE, CI INSEGNA IL SACRIFICIO E LA CARITA’.

    ORA IO CHIEDO COME CAZZO PUO’ UN APPARTENENTE AL MOVIMENTO LEGHISTA, O UN SUO ALLEATO DIFENDERE UN SIMBOLO CHE ESPRIME VALORI OPPOSTI AI LORO???

    DOVE SI COLLOCANO LE RONDE NEL CROCIFISSO? DOVE SI COLLOCANO LE BARCHE DI PROFUGHI NON ACCETTATI??

    VERGOGNATEVI SCHIFOSI IPOCRITI, DIFENDENTE UN SIMBOLO CHE NON RICONOSCETE SOLO PER AVERE MAGGIOR CONSENSO, MA FIDATEVI SE C’è COME VOI DITE UN DIO NELL’INFINITO, GUARDATEVI NEL CUORE…. LO AVETE GIA’ TRADITO!!!!

    UMBO

    Umbo
  3. Un posizione un po’ timida ma, quantomeno, non contraddittoria, un piccolo passo avanti.

    Un suggerimento.

    La questione del crocefisso non dovrebbe essere dibattuta come se fosse una “battaglia” tra culture ma quale cartina di tornasole sullo stato della laicità in italia e nelle istituzioni. Quello è il merito.

    Spostare la discussione sul simbolo o sull’appartenenza è fuorviante.

    Suggerisco la lettura di due articoli comparsi su “il manifesto”; uno è l’intervista ad un’antropologa che illustra quanto il crocifisso è stato espulso, in casa, dalle famiglie cristiane; l’altro del cristianissimo e sacerdote Enzo Mazzi. Questi i link:

    http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/in-edicola/numero/20091106/pagina/01/pezzo/264062/

    http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/in-edicola/numero/20091104/pagina/05/pezzo/263902/

    anonimo
  4. la firma….

    il commento #3 è dell’Arcangelo

    Arcangelo
  5. Chi su facebook usa ancora la parola camerata, anche se credente, finirà nelle fiamme dell’infermo, cosa gl’importa del crocefisso…… se continua così, Cristo si schioderà e si aggiungerà alla lunga schiera dei suoi oppositori.

    anonimo
  6. Un po’ timida un corno, e comunque un giorno qualcuno mi deve spiegare chi ti ha eretto a giudice delle posizioni altrui (della mia, nel caso in esame). Tu sei ovviamente liberissimo di continuare a sparare i tuoi assolutismi come fossero botti di capodanno, ergerti a parametro dell’universo mondo e pensare che questo sia assolutamente plausibile. Anche se non lo è per niente.
    Sappi comunque che là fuori c’è un mondo che va avanti fottendosene di quello che dici tu (me compreso), fatto di persone che hanno tutto il diritto di pensarla diversamente senza che per forza vada loro imputata quella dietrologia che tu sei solito attribuire con la tua sicumera qualunquista. Se vuoi esercitare il tuo livore su personaggi che fanno politica da vent’anni e hanno la responsabilità di incarichi pubblici accomodati, ma sappi che ai più non sfugge la frustrazione per una carriera politica che non ti ha dato i risultati che speravi, anzi non è decollata per niente. Colpa tua o di qualche potere forte più o meno immaginario: ai posteri l’ardua sentenza. Di certo il tuo personale fallimento non può essere il metro per giudicare a priori qualcuno il cui percorso sta iniziando ora, tra mille difficoltà, personali e procurate, che mi paiono molto ben documentate (a differenza delle tue).
    Se domattina un dirigente del Pd si alza dal letto e decide che gli piacciono gli inceneritori, o le dighe, o i crocifissi, sono anche cazzi suoi, di cui risponderà al suo elettorato. Né io posso vivere col costante problema che se non mi esprimo velocemente sulla qualsiasi arriva Gamba a prendermi per le orecchie. Mi pare che di cose ne dico già abbastanza, e se permetti lo faccio anche con una certa chiarezza ed efficacia, l’interesse suscitato da Popolino in pochi mesi lo testimonia, almeno per ora.
    Quindi, siccome al sottoscritto non puoi permetterti di imputare proprio nulla – ti sfido a farlo, cazzo – ti consiglio spassionatamente di imparare a distinguere tra responsabilità differenti, di non tirarmi per la giacchetta e di non rompermi i coglioni.

  7. qualunque cosa accada, a Biella come altrove, io la penso così:

    http://3.bp.blogspot.com/_Fzq94YVbHHM/SvSiwJTc1EI/AAAAAAAAk_E/Y50MBnYOHYY/s1600-h/bumper_stickers_30.jpg

    mc
    p.s. UMBO, mi sono messo davanti allo specchio a urlare quello che hai scritto tu, così, per tentare di stanare il cripto-leghismo che ho il terrore di covare, un po’ come chiunque dovrebbe a parer mio fare. E’ stato utile, grazie!

    anonimo
  8. Non so se il livore è un problema più tuo che mio.

    Comunque, ritornando al merito, la mia osservazione circa il “timido” parte dalla considerazione che chi si è cimentato in una battaglia per il testamento biologico (Marino) dovrebbe avere ben presente che le difficoltà incontrate discendono e sono sempre in relazione all’idea di laicità-sottomessa propria dei cattolici conservatori ( e il potere delle gerarchie in particolare).

    Recuperare su quel fronte, la laicità concreta, comporta ovviamente prendere posizione in tante circostanze, come è questa del crocifisso nei locali pubblici.
    Lo si può fare in modo sfumato o netto.

    Mi aspettavo solo un po’ più di coraggio anziché questo approccio eccessivamente diplomatico.

    Tutto qui, non so perché questa mia opinione ti dia tanto fastidio.

    l’Arcangelo

    Arcangelo
  9. Eh, qui il problema è proprio che tu non capisci. Tu non accetti il tentativo, pur pieno di limiti, di articolare un’analisi, di capire un problema. Siccome la tua risposta è definitiva, non ne concepisci altre, e ti crei anche delle aspettative a cui, lo ripeto, non hai diritto: non hai il diritto di forzarmi in alcun modo, e se ti rispondo oggi è proprio per chiarire quanto dietro alle tue supposte necessità civiche vi sia solo qualunquismo e violenza, oltre che una superficialità agghiacciante. Magari per te è sufficiente dire che non vuoi i crocifissi a scuola, e pensi in questo modo di aver dato un grande contributo (o di esserti lavato la coscienza). A me interessa poco guardare l’ombelico di cui vai tanto fiero, perché – per citare un possibile esempio tra mille – non mi auguro di vivere domani in un paese in cui scoppia la guerra dei crocifissi e non posso andare neppure dal lattaio senza trovarmene uno davanti al naso. E quindi, coltivando uno spirito forse un filo più pratico del tuo, che si esercita sempre a distanza di sicurezza e dall’alto di sto cazzo, mi pongo il problema di cosa succede in una società piena di fragilità se un cambiamento viene scritto da una sentenza – come comunque, come ho detto, è giusta aldilà di ogni dubbio, forse questo passaggio ti è sfuggito – invece di nascere dentro alle persone. Se tu ritieni questa mia posizione poco coraggiosa ti faccio solo presente che al gioco del giudice supremo si può giocare in due, vedi un po’ tu.

  10. Il problema era prima della sentenza. C’è chi aveva posto il problema, in quanto problema, affinchè fosse affrontato come tale e non è stato considerato ma definito pieno di “livore”, come capita anche al sottoscritto (se hai un interlocutore con argomenti definiscilo giudice, così potrai sottrarti alla discussione e confronto, metodo Berlusconi).

    L’unica strada che la società civile italiana (politici compresi) ha lasciato ha chi ha posto quel problema è stata la strada della sentenza. Si aspettava che la magistratura archiviasse o bocciasse. Il tribunale europeo si è comportato differentemente da quelli italiani. Ora c’è una sentenza.

    Chi vuole cambiare puo chiedere di applicare la sentenza; dire che la sentenza non risolve il problema è una banalità che rischia solo di confondere.

    Oggi è necessario indicare la strada, la direzione: voglio cambiare.

    Essere chiari sul punto, non lasciare spazio ad ambiguità od opportunismo. Velocità o mezzi ( la saggezza nel raggiungere gli obiettivi) vanno soppesati ma gli obiettivi vanno indicati.

    Nel “problematizzare” eccessivamente, troppi scrupoli e preoccupazioni, si rischia di cadere nei “se” e nei “ma” di veltroniana memoria, si rischia in sostanza di non dire dove si vuole andare.

    E questo è un argomento che anche popolino deve porsi e non tanto per essere credibile nei miei confronti (non è necessario né richiesto)

    l’Arcangelo

    Arcangelo
  11. certo che, se per dibattere di laicità, anzichè “Arcangelo” ti chiamavi “Quelo” forse era un filino meglio…

    A.

    A.
  12. Continui a non capire. Io non sto discutendo con te di crocifissi, chiaro? Io ti sto dicendo un’altra cosa. Ho passato gli ultimi mesi a parlare con centinaia di persone, per tacere di quello che ho scritto, dicendo cose estremamente chiare a chiuque avesse la bontà di ascoltare, e quindi non accetto che tu su questo o altro ti permetti di sollecitarmi o di giudicarmi, punto. Non ci provare.

  13. certo che sei permaloso!
    Una volta che Gamba fa un (timido) complimento, ti incazzi!
    SLM

    slm
  14. non mi sembra così polemico il tono si gamba, anzi!
    non capisco il perchè di questa incazzatura

    anonimo
  15. E’ come con il Grillo parlante di Pinocchio, a volte le cose che dice possono pure avere un senso ma alla lunga, l’unica soluzione è tirargli la sveglia addosso!
    rp

    rp
  16. Quanta gente che ha paura di mostrarsi con nome e cognome nel tuo blog Paolo.. è veramente pazzesco!! tutti con le sigle.. maro’!!! E magari si lanciano pure in commenti decisi.. mah!!! Sinceramente auguro poco i commentatori anonimi.. vabè volevo girarti una segnalazione legata alla trasparenza dei consigli comunali:
    http://www.lorenzodamelio.org/2009/11/11/la-prima-volta-non-si-scorda-mai/

    Leggendo il tuo post mi viene da pensare: chissà se dopo fioriere, bombe ecologiche e crocefisso il PD troverà il tempo di pensare a questioni come la Valledora (e al conseguente lavoro che ci viene tolto), il risparmio economico tramite il software libero, la comunità montana.. e potrei continuare.
    Lorenzo D’Amelio

    Lorenzo D'Amelio
  17. Però a me (RB) i ragionamenti di Travaglio piacciono:

    “Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole. E non per le penose ragioni accampate da politici e tromboni di destra, centro, sinistra e persino dal Vaticano. Anzi, se fosse per quelle, lo leverei anch’io.

    Fa ridere Feltri quando, con ignoranza sesquipedale, accusa i giudici di Strasburgo di “combattere il crocifisso anziché occuparsi di lotta alla droga e all’immigrazione selvaggia”: non sa che la Corte può occuparsi soltanto dei ricorsi degli Stati e dei cittadini per le presunte violazioni della Convenzione sui diritti dell’uomo. Fa tristezza Bersani che parla di “simbolo inoffensivo”, come dire: è una statuetta che non fa male a nessuno, lasciatela lì appesa, guardate altrove. Fa ribrezzo Berlusconi, il massone puttaniere che ieri pontificava di “radici cattoliche”. Fanno schifo i leghisti che a giorni alterni impugnano la spada delle Crociate e poi si dedicano ai riti pagani del Dio Po e ai matrimoni celtici con inni a Odino. Fa pena la cosiddetta ministra Gelmini che difende “il simbolo della nostra tradizione” contro i “genitori ideologizzati” e la “Corte europea ideologizzata” tirando in ballo “la Costituzione che riconosce valore particolare alla religione cattolica”. La racconti giusta: la Costituzione non dice un bel nulla sul crocifisso, che non è previsto da alcuna legge, ma solo dal regolamento ministeriale sugli “arredi scolastici”.

    Alla stregua di cattedre, banchi, lavagne, gessetti, cancellini e ramazze. Se dobbiamo difendere il crocifisso come “arredo”, tanto vale staccarlo subito. Gesù in croce non è nemmeno il simbolo di una “tradizione” (come Santa Klaus o la zucca di Halloween) o della presunta “civiltà ebraico-cristiana” (furbesco gingillo dei Pera, dei Ferrara e altri ateoclericali che poi non dicono una parola sulle leggi razziali contro i bambini rom e sui profughi respinti in alto mare).

    Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parola ambigua, accomodante, politichese, paracula. È, da duemila anni, uno “scandalo” sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione. L’immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all’ingiustizia, ma soprattutto di laicità (“date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”) e gratuità (“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”).

    Gratuità: la parola più scandalosa per questi tempi dominati dagli interessi, dove tutto è in vendita e troppi sono all’asta. Gesù Cristo è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai musulmani, come un grande profeta. Infatti fu proprio l’ideologia più pagana della storia, il nazismo – l’ha ricordato Antonio Socci – a scatenare la guerra ai crocifissi. È significativo che oggi nessun politico né la Chiesa riescano a trovare le parole giuste per raccontarlo.

    Eppure basta prendere a prestito il lessico familiare di Natalia Ginzburg, ebrea e atea, che negli anni Ottanta scrisse: “Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente… Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli scolari ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato morto nel martirio come milioni di ebrei nei lager? Nessuno prima di lui aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli.

    A me sembra un bene che i bambini, i ragazzi lo sappiano fin dai banchi di scuola”. Basterebbe raccontarlo a tanti ignorantissimi genitori, insegnanti, ragazzi: e nessuno – ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia – si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso. Ma, all’uscita della sentenza europea, nessun uomo di Chiesa è riuscito a farlo. Forse la gerarchia è troppo occupata a fare spot per l’8 per mille, a batter cassa per le scuole private e le esenzioni fiscali, a combattere Dan Brown e Halloween, e le manca il tempo per quell’uomo in croce. Anzi, le mancano proprio le parole. Oggi i peggiori nemici del crocifisso sono proprio i chierici. E i clericali”.

    RB
  18. Per tranquillizare Lorenzo D’Amelio, che in fondo ha ragione, RB sta per Riccardo Bresciani, post 17.

    Riccardo Bresciani