24 LUGLIO 2009

Il mercante in fiera

mercante-in-fieraProseguiamo nella galleria dei commentatori di Popolino dando il benvenuto a gram, che in piemontese sta più o meno per “gran fetentone” (infatti si dice “gram me la merda”), e che inquesto post si è riconosciuto nella definizione di “polemista, inconsistente, in malafede e disonesto”, ed è venuto a rispondere.
Gram dovrebbe stare – ma ovviamente sarò pronto a rettificare nel caso non fosse – per Giuliano Ramella, che tiene una rubrica su La Nuova Provincia dalla quale, con gran penna, stanga a destra e a manca.
Con Giuliano Ferrara condivide l’amore per la polemica strumentale, la dialettica velenosa, e qualcos’altro che potete capire solo se vi capita di essere seduti dietro di lui al cinema. A me è successo, anni fa, ed è stato come tornare all’epoca del radiodramma.
Ramella ha una lunga storia di scontro con Barazzotto, fatta di dispettucci e provocazioni quasi mai a bersaglio, che non chiamerei rivalità: la rivalità presuppone due contendenti, mentre Ramella, a dispetto del suo fisico, non ha mai avuto il peso necessario per salire sullo stesso ring con Barazzotto, neanche nei suoi tentativi di passare dalla polemica alla politica, ormai lontani nel tempo. Non riassumo oltre la parte biografica perché è impossibile: Ramella è un ex di tutto. Qualsiasi cosa vi venga in mente, Giuliano l’ha già fatta. Due volte.
La Nuova Provincia, in quanto giornale bizzoso e imprevedibile, sta a Biella come Libero di Feltri sta all’Italia, e quello è il caseggiato che fornisce a gram una finestrella per dire le sue cose ben scritte, molto acide, sempre ininfluenti. Pur essendo stato un redattore di quel giornale per ben sette anni, non ricordo di avergli mai parlato o averlo conosciuto direttamente: non vado a riprendere vecchi documenti, ma se non ricordo male entrò alla Provincia cedendo la sua creatura, Radio Biella, in cambio di una quota azionaria del giornale. Per un certo periodo, divertente ma poco redditizio, fui pure io tra coloro che in parallelo all’attività giornalistica fornivano contenuti alla radio: l’idea era quella di creare un piccolo gruppo editoriale attivo su più fronti, compreso quello televisivo, ma la radio morì in pochi anni e oggi il giornale è tornato alla situazione di partenza, e va avanti per i fatti suoi.
Di tutta quell’operazione, insomma, a Giuliano Ramella è rimasta solo la sua rubrica, che alcuni giorni fa ha usato per fare un paio di riflessioni sul turismo nel Biellese. Secondo lui, la migliore possibilità per questo territorio di divenire un polo di attrazione turistica è investire negli eventi fieristici. Casualmente, il polo fieristico locale – trattasi in realtà di due capannoni sulla Trossi, all’altezza di Gaglianico – è di Giuliano Ramella stesso.
Un paio di anni fa, l’attuale presidente del Consiglio provinciale e all’epoca sindaco di Gaglianico, Paolo Maggia, se ne uscì con l’idea di trasformare gli spazi di Biella Fiere in qualcos’altro. Scriveva la Stampa, l’11 maggio 2007: “Maggia, dopo avere sondato le disponibilità della Regione (che ha deciso di intervenire con un robusto finanziamento da impiegare per le nuove infrastrutture), ha promosso una riunione con Provincia, Comune di Biella e associazioni di categoria e di settore. «Tutti – ha aggiunto Maggia – hanno condiviso l’idea di un nuovo, più funzionale e moderno polo fieristico, sicuramente in grado di spalancare le porte a più stimolanti scenari sul fronte dello sviluppo commerciale, produttivo e turistico»”.
In realtà tutto questo interesse non c’era: la Provincia non aveva soldi da spendere, e la Fondazione Cassa di Risparmio – attraverso Biella Intraprendere – fece capire che le cifre di cui si chiacchierava erano completamente fuori scala: qualche milione per rilevare Biella Fiere, nel caso il sito fosse stato quello, e qualche decina di milioni per ricostruire tutto daccapo, “più bello e più grande che pria”. Operazione molto interessante per Maggia, e ancora di più per Ramella, a cui poi magari sarebbe toccato un incarico per portare nel nuovo progetto “la sua esperienza accumulata nel settore”, su cui il primo a intervenire a gamba tesa fu proprio Barazzotto, il cui parere può essere riassunto più o meno così: neanche tra un milione di anni.
Capite bene che se io domani mi mettessi a fare pulci di alto civismo a Barack Obama, e poi venisse fuori che Obama mi ha trombato la fidanzata, il mio civismo sembrerebbe molto meno alto.
Il no senza se e senza ma di Barazzotto fece rimettere nel cassetto un progetto che a Ramella avrebbe portato vantaggi consistenti, e fu solo l’ultimo di una serie di scazzi che si trascinano credo fin dagli anni Ottanta.
Perciò, quando nasce una polemica in una città piccola come la nostra, in cui tutti hanno rapporti con tutti, è il caso di dare un’occhiata nel retropalco del teatrino, giusto per vedere se per caso c’è nascosto qualche vecchio scenario.

  1. Un GIGANTESCO conflitto d’interessi.
    Franci

    Franci
  2. ah, che castigamatti questo Popolino…

    8-)
    mcass

    mcass
  3. Marco, pigli per il culo?

  4. Mah io trovo, come ho già detto meno di 24 ore fa, che mettersi in striscia all’expo di Milano con un rinnovato expo Biella non sia quell’idea peregrina (a proposito dato che quello milanese si farà nel 2015 ed il nostro va avanti da diversi anni non saranno da pagare delle royalties per l’uso del nome, no? Vabbè..) non voglio certo prendere spunto dalla scorpacciata di danè che si pensava di fare alle spalle della regione, malpensanti, bensì dagli evidenti vantaggi nel proporre, chessò, un’ Idea Biella fatta a Biella anzichè a Cernobbio od a Milano, che dite? I volpacchiotti dell’ UIB sarebbero in ritardo di 30 anni? e farci, uhmm, Aqualand 2? La biblioteca civica e ‘fanculo l’upim? Il parcheggio per i saldi di The Place?
    Magari ricostruire un tratto della Balma in scala 1:1 e rilanciare Piedicavallo ed il torrente come spiaggia?

    eh ma se non vi va mai bene niente…

    A.

    A.
  5. no, diamine…la mia è solo invidia…

    mcass

    mcass
  6. Ma perchè si firmano tutti con nick riconoscibilissimi?

    anonimo
  7. #6, mi hai fatto morire dal ridere.
    Roby

    Roby
  8. Ho iniziato a seguire questo blog quando si occupava di cose più varie, e inizialmente sono rimasto un po’ perplesso quando i fatti biellesi e la politica, soprattutto locale, hanno preso il sopravvento. Più vado avanti e più invece mi si apre un mondo in cui riconosco con terrore gli stessi problemi che ci affliggono a tutti i livelli, che si parli del luogo in cui si vive o del Paese

    anonimo
  9. Non ci speravo più di trovar qualcuno che lo prendesse per gli stracci, smutandandolo per bene con sommo gaudio del polemista che abbaia da solo alla luna e dopo un po’ si stufa. Qui un po’ di ciccia per le sue vecchie mandibole c’è, e non irrita nessuno perchè la ciccia ce la mette lui.
    Caro Paolocoss, mi risulta che il Ramella con Giuliano Ferrara condivida anche la stazza (ma Ferrara è inarrivabile), la passione per le lasagne e l’intolleranza alla coglionaggine orale e scritta, specie quella della politica e dintorni; cosa facciano i due quando vanno al cinema è un mistero solo a te noto, e il tuo sibillino amarcord ha messo in ambasce il giulianone nostrano che in casa viene ora guardato con sospetto perfino dalla cagnetta frifrì che da qualche ora non se lo fila più; svelalo, per favore, in nome della pace fra gli uomini e, speriamo, dello Sputtamento Supremo che quel gaglioffo si merita. Hai ragione sul suo scontro con Barazzotto: vecchie ruggini, questioni di pelle e (ma pensa te quant’è stronzo) la convinzione del Ramella che il Barazza avrebbe fatto un piacere a sè stesso e alla città se si fosse dedicato interamente alla barcaavela; hai ragione anche sulla rivalità la quale, oltre a presupporre due contendenti, comporta però anche un oggetto del contendere, e qui non si capisce quale sia, atteso che al Ramella i suoi mestieri bastano e avanzano, e a Barazzotto di Ramella e delle sue menate non gliene può fregar di meno. A proposito, oltre alla polemica “strumentale”, tu conosci altre forme ? Che so, vocale, sinfonica, catafratta, brunoalpina, rap, ndocojocojo, lallero; c’è, mi dirai, quella “costruttiva”, ma pensa che il Ramella, da quella bestia che è, la considera roba per anime belle e gonzi. Ininfluenti, hai ben scritto, e quasi mai a bersaglio le cose che scrive, ma lui è convinto di combatterla e curarla l’influenza, e che le sue siano pillole antinfluenzali. Se vuoi continuare a fargli da biografo (e la cosa lo fa godere come un riccio) ci sono alcune cose che devi sapere, e altre che devi correggere. Ramella non ha mai posseduto quote azionarie della Nuova Provincia perchè a ciò si oppose, considerandolo un pericoloso scassacazzi, l’allora azionista, ed ora assessore in Provincia, Piergiorgio Fava Camillo. Sulla realizzazione di un polo fieristico pubblico, per favorire il quale Ramella si è detto pronto a fare non uno ma dieci passi indietro e non ha negoziato nè vantaggi nè incarichi perchè dopo 32 anni non vede l’ora di smetterla, ci sono in Provincia, stanziati dalla Regione tre anni fa, unmilioneequattrocentocinquantamila euro, di cui novecentomila sono stati scippati dalla Provincia di Scaramal per finanziare “Studi preliminari alla progettazione della Pedemontana”. Il parere di Barazzotto sul polo fieristico fu assai più articolato (strano ma vero) di come l’hai riassunto: la città di Biella, egli disse, non è interessata a realizzazioni fieristiche che stiano fuori della cinta daziaria cittadina, dopodichè si mise a contemplare le Pettinature Riunite di via Carso e a cercare qualche poverocristo che gli dicesse che andavano bene per farci il centro fiere. Senza trovarlo. Presentare la cosa come un dispetto al Ramella, e Barazzotto come Obama che gli fotte la morosa, è attribuire all’uno un nanismo politico eccessivo, e all’altro un’importanza che non ha. Il progetto (anzi, sono quattro) è uscito dal cassetto e ora naviga per ministeri e comitati speciali per Milano 2015.
    A Franci vorrei chiedere quali siano gli interessi in conflitto, e dove stia la loro ENORMITA’. Ramella, dal canto suo, vorrebbe proprio averceli, e sarebbe molto grato se qualcuno glieli dimostrasse perchè sostiene che nel nostro belpaese chi non ha scheletri nell’armadio e conflitti d’interessi da esibire non conta un cazzo. E lui teme di essere fra loro.
    gram

    gram
  10. Come sempre strepitoso, ma sulla terza persona avvitata carpiata devo aver battuto le palpebre una volta di troppo, probabilmente c’è qualche passaggio che gusterò meglio al replay.
    L’episodio del cinema è un fatto realmente accaduto su cui preferisco mantenere un velo di mistero ed eventualmente spenderlo per stemperare il clima se mai un giorno dovessi incontrarti di persona, magari convincendo il mio beagle trovatello a corteggiare la tua frifrì.
    Le quote azonarie della Provincia: ho qui vecchie convoche degli azionisti, in alcune c’è pure il tuo nome. Evidentemente ci deve essere un equivoco.
    Sul polo fieristico: appunto, erano soldi regionali, quanto alla giunta Scaramal e ai progetti infrastrutturali mi sembra di averne detto già abbastanza male, abbastanza spesso. Alla nobiltà dei tuoi non uno ma dieci passi indietro che eri pronto a compiere rispondo indicando i razzi segnalatori sparati da Maggia nel vecchio articolo qui linkato.
    Infine, che ora il progetto torni a circolare, visto che quasi tutti i poteri in carica nel 2007 nel frattempo son passati di mano, è evidente: incidentalmente, il facente funzione di sindaco è il gran mogol dei conflitti d’interesse, e non vedo l’ora di leggerti quando deciderai di occupartene seriamente. Invece, nel tuo doppio ruolo di “polemista, eccetera” e operatore del settore mi sarei risparmiato riferimenti così palesi a cose che ti riguardano.
    Ma questa è una faccenda di gusto, che mi rendo conto non usa più: del resto la tua chiosa è davvero Ferrara purissimo al 100 per cento: chi vuol contare qualcosa deve sporcarsi le mani, in sintesi. Embè, guarda che si era capito, è sempre il solito vecchio trucco dialettico di spacciare per grande rivelazione indicibile una cosa che invece è nota a tutti. Se non ci fosse nessuno a fare “ohhh” ti si leverebbe tutto il gusto.

  11. E’ petulante e vuole avere sempre l’ultima parola, anche in casa d’altri; ho cercato di dissuaderlo, gli ho spiegato che la cosa stava diventando stucchevole e pedante come i suoi scritti; niente, vuole ribattere, precisare, sistemare la punteggiatura e drizzare la sintassi, e allora mi incarica di dirti che con i progetti fieristici Gabriele Mello Rella (“il gran mogol dei conflitti d’interesse” come lo definisci) c’entra niente; il pacco lo tiene stretto Simonetti della Provincia. Quanto a Mello, che sta in Comune a fare di sfroso quello che non gli è riuscito cinque anni fa, Ramella mi dice di avergli già dato parecchi dispiaceri e si prepara a dargliene altri prima che, nel 2011, succeda a Squillario alla presidenza della Fondazione Cassa di Risparmio. Punture di spillo, dirai, opinioni ininfluenti e bersagli mancati: hai ragione, ma lui è contento così, e chi è contento… Sulla “faccenda di gusto” nell’abbandonarsi a “riferimenti così palesi” a cose che lo riguardano, Ramella è un po’ scurrile e sostiene che i suoi cazzi, mosci e deformi, in pubblico ce li hai messi tu; lui ha solo cercato di drizzarli, e avrebbe fatto volentieri a meno, abituato com’è a farsi in pubblico quelli degli altri i quali hanno regolarmente il “buon gusto” e lo “stile” di tacere; a questo proposito propone di sostituire, nello stemma di questa nostra bella città felice e silenziosa, l’orso con il pesce in barile.
    Un’ultima cosa, personale stavolta. Gram in piemontese vuol dire “cattivo” e basta: la merda ce l’hai messa tu.
    gram

    gram
  12. Mi sto sganasciando dalle risate a leggere le risposte del gram, non per lo stile (comunque carino), non per i contenuti (giustamente di parte e pure un po’ stantii) ma per l’orgoglio che traspare al paragone con Giuliano Ferrara. Dite che ci crede veramente gram? Che pensa davvero di essere un polemista di quel livello?
    Certo è che ha dato un nuovo significato alla frase: farsi delle illusioni.
    MZ

    MZ
  13. Sì, pure io avrei un appunto: credo che, buona fede alla mano, il riferimento a Mello Rella fosse solo a titolo di esempio, non per forza attinente alla questione fieristica.
    Roberto

    Roberto
  14. Scusate, nella fretta…
    Mello Rella presidente della Fondazione secondo me è tutta da vedere, il toto successione al momento è più una gara a tirare a indovinare che una cosa concreta.
    Avrei da ridire pure sul piemontese: a Cosseddu direi che dal cognome manca la radice biellese, ma “gram me la merda” è un modo di dire comune, e anche per questo l’accostamento a “fetente”, ovvero “maleodorante”, ma non solo, ci può stare.
    Infine, quasi mi sfuggiva il neo più grosso del ragionamento intero: non è Popolino che “ci ha messo” i cazzi di gram, è gram che li ha infilati in un suo articolo sul giornale.
    Roberto

    Roberto
  15. Pace, pace. Il Ramella mi impone di chiedere scusa per aver scritto di fiere e s’impegna per il futuro ad occuparsi solo di quelle delle giostre, del torrone e dei pè n’tal cul; altre fiere, invero spelacchiate e macilente, a cui presterà attenzione, saranno quelle che si aggirano nei palazzi della politica alla cui fierezza di trombati innalzerà lirici peana. Chiede scusa anche a MZ a cui, oltre a trastullarlo con le proprie carinerie, ha dato l’impressione di credersi polemista alla Ferrara confondendo la merda (sua) con il risotto (di Ferrara); Ramella, fra l’altro, non si considera neppure un polemista, ma un guitto periferico che s’ingegna, con maldestre ironie e sarcasmi stantii, a strappare stentati sorrisi ai quattro gatti che hanno la bontà e la pazienza di leggerlo.
    A Roberto, stavolta come gram, vorrei ribadire che gram in piemontese vuol dire “cattivo” e basta; “…me la merda” è una specificazione soggettiva di cui, per quanto riguarda Paolocoss che l’ha proposta e lo stesso Roberto che l’ha sottoscritta, prendo atto con allegria; tra le infinite varianti, insieme al sinonimo “bastard”, suggerisco “…me ‘l tosich” e ricordo l’aulica definizione di un illustre esponente del mondo che entrambi, Paolocoss e Roberto, frequentano: “…..l’è gram me so pari, e fol me sua mari”; da leggersi anche nella variante in cui “bastard” figura al posto di “gram”.
    gram

    gram
  16. Vedere gram dar (finta) prova d’umiltà lo rende fin simpatico. Che poi qui (a Biella e su sto sito) si giochi in serie minori, è risaputo. Siam tutti guitti di periferia. Speriamo quindi di rileggerne la prosa in occasione di altri post, in tanti anni chissà quante indiscrezioni d’autore avrà raccolto, magari di quelle troppo indiscrete perché perfino Ramella ne scriva su La Provincia. Invece gram potrebbe non avere tali remore.
    MZ

    MZ
  17. è una bella discussione questa, ove bello è un termine puramente soggettivo/di convenienza,
    personalmente amo le iperboli verbali meno un uso spropositato di subordinate sparpagliate ad arte;
    in ogni caso per dare un contributo fattivo ed in tono con lo scambio di idee posso aggiungere:

    “An bel dì mia nonna bislaca a l’è ‘ndà ‘ntla stala par mongi na vaca… dop dui uri ad fadighi e ‘d sudur… a l’era not na vaca, a l’era ‘n tor”

    anonimo
  18. Ma chi in questa discussione è la “nona bislaca”, e chi la “vaca” che si rivela un “tor” ?

    anonimo
  19. Sento di dover uscire dalla mia coltre di silenzio per precisare che “gram me la merda” si usa, mentre al tòsic’ viene di solito attribuita amarezza, più che cattiveria. Insomma: ” maru me ‘l tòsic’ “, più che gram.

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  20. lascio l’interpretazione all’immaginazione

    A.

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