1 LUGLIO 2009

E adesso?

killOgni tanto è necessario fermarsi e chiedersi: che cosa ho imparato?
Ho imparato che non basta dirsi democratici per esserlo davvero, tanto per cominciare. Le regole non lo sono di certo, ad esempio, e in generale non sono fatte per consentire a qualcuno che già non faccia parte della classe dirigente di portare un cambiamento.
Men che mai di vincere.
Ho imparato che si può essere entusiasti, idealisti, crederci, ma a un certo punto si sbatte contro il muro della realtà. E ci si fa male.
Giunto a questo punto, inoltre, ho imparato che le opzioni sono essenzialmente due.
Si può sperare di incontrare una persona per bene, una persona nuova, una fuori dai soliti giri: bisogna però sapere che entrando nel meccanismo dei voti, delle tessere e dei congressi si viene massacrati. Punto.
Oppure si può andare in coda a uno dei gareggianti “tradizionali”, ponendogli delle condizioni: “ti appoggio a patto che, eccetera”. In quel caso è però opportuno ricordarsi che questa cosa è già stata fatta, in passato, e a risultato acquisito i patti poi non sono stati rispettati. Meglio non farsi troppe illusioni, insomma.
Già. Vediamo, che altro… Ah, dimenticavo. Una lezione molto importante da imparare è che il sistema è fatto per sopravvivere a tutto, specialmente a se stesso. Questo è fondamentale: se il sistema è l’unico giudice del proprio operato, che che il parere sia benevolo è un verdetto già scritto.
Un’altra cosa che ho imparato è la seguente: se entri nella macchina per cambiarla, è la macchina che cambia te. Per dirla con Nietzsche, “se guarderai a lungo nell’abisso, anche l’abisso guarderà dentro di te”.
Non è originale, ma ha il pregio di esser vero.
E succede molto in fretta: a marzo sei rivoluzionario, e il primo luglio dici già cose del tipo “un terzo candidato servirebbe oggi soltanto a frammentare”. Impressionante, vero?
E adesso?

  1. Già. L’ho appreso dai quotidiani stamane. Deprimente, davvero deprimente. E tragicamente prevedibile per chi come il sottoscritto ha da tempo ceduto le armi alla disillusione.

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  2. odio dirlo,
    comunque l’avevo detto
    nel corso della pizzata;

    il fatto è che il sistema prevede tempi lunghi, a meno di non voler portare “l’attacco al cuore del sistema” cosa già sentita e tentata;
    non vedrei così male la cosa, tuttavia, le istanze di rinnovamento sono state più volte citate, ne è stata ribadita la necessità, ma per ribaltare il partitone hai bisogno di forza, probabilmente quella che mancherebbe ad un colpo di testa,
    è ancora presto per disilludersi

    spero

    in culo alla balena (bianca)

    A.

    A.