18 APRILE 2009

Buona fortuna (a tutti noi)

L’incontro che in questi giorni sta riunendo a Piombino quelli che in mancanza di termini migliori chiamerò i giovani del Partito Democratico vede la partecipazione di una serie di persone che stimo molto per quel che dicono, per quel che pensano e per quello che stanno cercando di fare per costruire in questo Paese una politica diversa. Ivan Scalfarotto, Luca Sofri, Giuseppe Civati e la new entry Debora Serracchiani, assieme a parecchi altri, hanno saputo nel corso del tempo parlarmi facendomi sentire, per la prima volta in vita mia, rappresentato.
Non ho dubbi che da questo incontro nasceranno proposte concrete e riflessioni interessanti, e sono ansioso di conoscerle.
Però, se devo ragionare sul lungo periodo, vedo sempre di più nascere, nel Pd e nella sinistra italiana in generale, un movimento che – di nuovo – in mancanza di termini migliori definirei liberal puro. Non ha nulla a che vedere con le categorie ideologiche sin qui viste nella politica nazionale e con l’attuale dirigenza del partito, e forse anche per questo resta – spero solo momentaneamente – incompresa non solo dall’elettorato, ma anche dai media.
Qualunque cosa succeda in questo weekend, queste idee avranno prima o poi bisogno di uno sbocco per giocarsi la sfida di cercare una propria rappresentatività più ampia all’interno della società, ponendo sfide intellettuali che senza rinnegare gli antichi valori non abbiano paura di guardare la realtà per quella che è, in mutamento.
I casi sono tre. Questo sbocco potrebbe avvenire all’interno del Partito Democratico, per naturale avvicendamento delle classi dirigenti, in senso generazionale ma non solo: possibile, ma non probabile, almeno per quel che si è visto finora. Oppure, il partito collassa su se stesso e questi brillanti ragazzi si trovano a gestirne le macerie: non proprio auspicabile, ma del resto anche la situazione corrente è quel che è. Terza ipotesi, a un certo punto ci si rompe le balle e si sceglie di far qualcosa altrove, magari partendo da zero e in uno spazio del tutto nuovo, costruito su misura: sarebbe un’ulteriore frammentazione potenzialmente dannosa, ma potrebbe arrivare quel giorno in cui la misura è colma, e non c’è più altro da dire.

  1. Paolo, lei è una persona pacata e gentile, di questi tempi fa particolarmente piacere trovarne. Ma non sarà per caso un tratto di ostinato ottimismo e eccessiva benevolenza a farle vedere, nel PD e nella sinistra italiana in generale, un movimento liberale puro? Cerco da anni un bel movimento liberale puro per dedicargli tutte le mie forze e non mi ero accorta di averlo, seppure sfocato, sotto gli occhi. Di questa rivoluzione – perchè di quello si tratterebbe – ha indizi gravi precisi e concordanti? Sa, perchè anch’io, pur urbana come lei, da tempo mi sono stufata e vorrei fare qualcosa in quel meraviglioso spazio del tutto nuovo, costruito su misura che lei intravvede. Mi tenga informata. Cordialità.

    Lorenzac

    utente anonimo
  2. Cara Lorenza, grazie del giudizio e del parere, seppure visto in ritardo. A volte dico che la sinistra sarebbe fantastica, se non ci fossero le persone di sinistra. Suona cinico, ma riassume un po’ la mia idea di una politica slegata dalle ideologie – e quindi concreta – ma non priva di un certo umanesimo e di una visione del futuro. Al momento, la speranza migliore che ho di vederla realizzata è nel Pd a patto che – di nuovo – le persone che oggi del Pd fanno un apparato tramontino come sono tramontate le situazioni che le hanno generate. Non è cosa certa, ma del resto cosa lo è?