20 MARZO 2009

In alto le mani, questo è un passaporto

C’è una cosa, una in particolare, su cui mi sono fissato a proposito del problema sicurezza e del conseguente via libera alle ronde. E non voglio parlare di volanti senza benzina, o di scorte inutili e costose e di tutto quello che è chiarissimo a tutti e altri sanno spiegare meglio di me.
Parimenti, non voglio neppure mettermi a discutere con il cittadino che avverte un problema di sicurezza. Non sono così ingenuo da non vedere l’irresponsabilità dei media nel creare un clima di paura, ma non posso neppure, dalla comodità della mia tranquilla cittadina di provincia, nella suggestiva cornice del centro storico, cercare di far passare per fissato uno che vive in certi dormitori nelle grandi periferie: ho vissuto abbsatanza a Milano da sapere con certezza che i quartieri pericolosi esistono, e che laggiù la mano dello Stato non ci arriva mai.
Esaurite le premesse, a cui tenevo, mi chiedo da molto tempo: perché diavolo la persona che mi rilascia il passaporto – che è un atto amministrativo – deve avere la pistola? Non sarebbe più utile per strada, quel poliziotto? Non potrei farmi mettere un timbro da un impiegato disarmato? Per ora non ho trovato risposte.

I commenti sono chiusi.