19 MARZO 2009

La famigerata cucina giornalistica

Una discussione tra Gaspar Torriero e Luca De Biase apre un nuovo capitolo nel dibattito sul futuro dei giornali, e da il via a una riflessione sul futuro dei giornalisti. Benché costruito in modo interessante e corretto, non riesco a condividere questo ragionamento di Torriero:

Per esempio, se tutti gli atti del tuo comune fossero su internet, se ogni consigliere avesse un suo blog su internet, se le sedute fossero diponibili live su internet, e se ogni cittadino potesse accedervi via internet, sentiresti ancora bisogno del reporter che segue i consigli comunali?

Innanzitutto, non trovo così semplice fare armi e bagagli e spostare tutto l’edificio teorico dal dibattito sui mezzi dell’informazione e sui suoi modelli di business a quello riguardante i suoi autori. Mi sembra un errore di metodo. 
In secondo luogo, si confondono il ruolo, il modello e l’idea di giornalista con le sue effettive declinazioni nel mondo reale. Che sono piene di esempi tremendi, ma anche di eccellenze: la professione giornalistica, per quanto a volte non si veda la differenza, non è l’Ordine dei Giornalisti.
Infine, penso che il fruitore dell’informazione ne sia il consumatore, non il cuoco. Prendiamo l’ottimo esempio del consiglio comunale: siamo così sicuri che tutti siano in grado di capire il vero significato di una semplice delibera, possiamo davvero ipotizzare che tutti abbiano il tempo, le risorse e soprattutto la voglia (senza offesa per nessuno, tutti facciamo quel che possiamo) di acquisire gli strumenti necessari a capire e a ottenere l’informazione di cui hanno bisogno, anche solo per decidere dove far la croce sulla prossima scheda elettorale?
Se andiamo da un meccanico e gli chiediamo se si interessa alla vita politica e amministrativa della sua città questo magari ci risponderà che non se ne cura. Ma se il consiglio comunale approva un nuovo regolamento per lo smaltimento dei rifiuti industriali io penso che a quel punto sarà nel suo interesse che qualcuno gli spieghi in cosa consiste.
Mi scuso per l’esempio un po’ prosaico, ma vorrei sottolineare l’importanza dell’informazione di servizio, come base fondamentale per costruire anche l’informazione più alta, quella sulle sorti del mondo e sul destino della società. Io non credo che basti il comunicato stampa Apple per spiegare agli utilizzatori di telefonini come funziona l’iPhone, e tantomeno posso credere che il potere, tutti i poteri, possano interfacciarsi direttamente con i cittadini in totale trasparenza e mancanza di malizia. Un po’ per colpa di chi ha interesse a controllare l’informazione che emette, un po’ per i limiti che tutti abbiamo nel cercare di capire tutto.
Poi, che molto giornalismo sia un po’ troppo vicino agli interessi delle fonti, finanche colluso, a volte semplicemente pigro o superficiale, e troppo lontano dall’utenza, su questo non discuto. Insomma, non starò a negare che, se arrivasse l’ispettore dell’Asl, molte cucine giornalistiche chiuderebbero per infestazioni, alimenti scaduti e scarsa igiene. Ma questo è un altro problema.

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