5 MARZO 2009

JCVD

jcvd-aff-finaleDelle comunità di sottotilatori (esiste questa parola?) che permettono a un sacco – un sacco – di italiani di seguire le serie americane in contemporanea con gli Usa e in lingua originale ormai si sono occupati anche i quotidiani: per dire che se ci arrivano loro significa che il fenomeno è davvero palese. Ultimamente oltre alle serie televisive sono sempre più numerosi i film che vengono sottotitolati da volonterosi stufi di aspettare una distribuzione italiana che chissà quando arriverà (e in molti casi neppure arriva) e doppiaggi sempre più raffazzonati. Così, ultimamente mi sono potuto godere Zack and Miri make a porno (che posso dire, a me Kevin Smith piace sempre), un gioiello come Rocket science (il cui giovane protagonista avrebbe meritato un Oscar), un piccolo film spassoso come A dog’s breakfast, e volendo potrei citare un sacco di altra roba che in Italia non è mai uscita (per non parlare delle anteprime, tra le ultime quelle di The wrestler e di Gran Torino). Qui non entra solo in ballo la questione del copyright, ma anche la possibilità di guardare molte più cose di quelle che un produttore o distributore italiano sceglie o non sceglie di portare in Italia. “The best show on television, period” (cit.), ovvero The wire, è andato in onda da noi solo per le prime due stagioni, e non avremmo potuto goderne senza i sottotitoli“user generated”. E quando si passa dalla seconda stagione – in italiano – alla terza – con la parlata slang di Baltimora in tutto il suo splendore – non si può non mettere in discussione il doppiaggio come metodo di fruizione culturale nazionale.
Tutto questo per dire che qualche bravo ragazzo ha messo on line i sottotitoli di Jcvd, che non è il solito film di cazzotti alla Van Damme, è molto di più. E io gliene sono davvero grato.

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