19 MARZO 2009

Scarpe lustre, passa il Re

Non provo invidia per i modenesi che oggi hanno ricevuto la visita del presidente Napolitano. Ciampi è passato da Biella qualche anno fa, in quello che immagino sia la versione quirinalesca dei never ending tour delle vecchie rockstar, una città dopo l’altra, per tutto il settennato, ogni città un monito, un richiamo generico all’emergenza del momento a cui tutti annuiscono mentre pensano ai fatti loro.
Quel che mi aveva basito era stato assistere alla pulizia minuziosa della città, manco fosse passata una Vaporella gigantesca, al divieto di parcheggio esteso urbi et orbi, tra le non tanto sommesse bestemmie di chi non ha un garage e si era spinto a posteggiare in periferia. Così facendo, mi piacerebbe sapere quanto questa pratica – immagino entrata in uso con re e feudatari e fortemente incentivata sotto Mussolini – distanzi la percezione del Paese da parte dei nostri capi di Stato dalla realtà. Di certo, non appena la fanfara smette di suonare tutto torna alla miseria precedente.
Un coetaneo mi raccontò che, durante la naja, in vista della visita di un generale, il comandante della caserma ordinò di tirare a lucido tutti i mezzi e di disporli sul piazzale in allineamento millimetrico. Nella polverosa rimessa, qualche campagnola non si mise in moto, per il semplice fatto che era priva di motore: chissà come, chissà da quando, ma non c’era più. Il buon senso del soldato semplice ne avrebbe ricavato un contrordine, sbagliando. Lustrare, spingere, e allineare.
Il generale arrivò, ammirò l’ordine e la potenza sfoggiata da tutti quei veicoli in realtà inermi, e commentò “Ben fatto”.

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