4 APRILE 2013

Sono cazzi, signor Brogan

Mi pare che si diano per scontate un po’ troppe cose. Dico: metti che si riesca a eleggere un Presidente della Repubblica – diciamo – a noi non-ostile. Che dia un incarico pieno, e che si riesca a formare un governo, dopotutto. Metti che la legislatura in qualche modo riesca a partire. E metti che – si sa come vanno queste cose – una volta partita riesca a scavallare l’autunno, che in fondo è domani, tipo.
Sono un sacco di se, certo. Ma metti che.
Sono cazzi, signor Brogan.

  1. ma magari girasse tutto epr ilv ero giusto. magariiiiiiiiii

  2. “Noi” del Pd, del centrosinistra… Ci sono altri noi?

  3. Beh, come è possibile in questo parlamento eleggere un PdR ostile al centrosinistra ed al PD? Da lì la domanda.

  4. No, la domanda è un’altra. Fa lo stesso.

  5. Potrai concedermi di dare l’interpretazione autentica delle domande che faccio io?

  6. Mi riferisco al fatto che questo presidente ha dato a Bersani un incarico esplorativo senza concedergli di andare alle Camere a chiedere la fiducia. Magari il prossimo lo farà, e chissà. Era una battuta, tutto qui.

  7. Quindi il “noi” è “noi bersaniani”, alla fine.

  8. ci sono altri noi? (grande)

  9. Non essendo io bersaniano, com’è noto, no.

  10. 38 giorni dalle elezioni… è quasi una quaresima.

  11. Meno male che c’è Renzi a sventare questa minaccia. Ormai è così immedesimato come delfino di B. che le sue dichiarazioni sono indistinguibili da quelle di Alfano.

  12. Paolo questo però rischia di essere il prossimo inciucione eh…. ci si mette d’accordo con il PDL per un PdR che garantisca Berlusconi e dia l’incarico pieno a Bersani. Non è allettante.

  13. Michela, a me pare che il piano sia esattamente l’opposto. Ma magari sbaglio io.

  14. io sarei contentissima, un PdR nostro (non non-ostile) che dia un calcio d’incoraggiamento a bersani per provare a governare … ma sapere che Letta e Migliavacca incontrano Verdini a colazione-pranzo-cena non mi fa star tranquilla.

  15. Credo che Bersani abbia in mente altro. A meno che non venga messo in minoranza. Cosa che…

  16. E le sedi di Roma che devono chiudere entro aprile, ci sono notizie? O era la solita boutade?

  17. cioè Bersani vuole uno tra Prodi-Rodotà-Zagrebelski?

  18. In minoranza con una Dieta così composta è impossibile

  19. In minoranza nel partito, intendo. O, se non in minoranza, in una situazione conflittuale, non compatta sul nome da votare.

  20. la Mieli, di cui ho anche io imparato a diffidare, dice che Prodi non lo vogliono neanche nel PD

  21. Ecco, appunto. Vediamo.

  22. Della Meli non bisogna diffidare. Bisgna riderne.

  23. Zagrebelski pessimo. Rodotà troppo vecchio. Ed anche Prodi non è un giovincello. Prendiamoci 7 anni di tranquillità, scusate il cinismo. Berlusconi al Quirinale è stato un rischio concreto evitato per meno di 125mila voti

  24. scusa Filippo, tu chi ci vedresti?

  25. Paolo: la Dieta è la composizione degli organi del partito.

  26. Filippini, giù quel ditino. La dieta è un’assemblea formale riunita per deliberare. Stavamo parlando dell’elezione del Presidente della Repubblica, che riunisce parlamento e rappresentanti delle regioni. Dieta.

  27. Ma che ditino… era un modo scherzoso di chiamare la nostra assemblea, talmente aleatoria da non sapere di quanti membri è composta (e tu lo sai bene).

  28. Sì, ma l’assemblea non c’entra nulla con l’argomento di cui stiamo discutendo. E a dire il vero c’entra poco anche la Direzione.

  29. E come lo sfiduci Bersani? Cmq finiamola qua.

  30. Io sto parlando di equilibri interni ai gruppi parlamentari. Quelli che votano. La cosa di cui stiamo parlando.

  31. Beh, lì Bersani sta messo ancora meglio, le liste le ha fatte lui. Se Bersani è sfiduciabile in parlamento sta proprio messo male, e non credo. E comunque Bersani è sfiduciabile in assemblea, per quanto ho capito io della democrazia interna del PD. Ah già che sbadato, la parola sbagliata è “democrazia”.

  32. Ma guarda che sei tu che hai parlato di sfiducia, intendendo un passaggio formale. Io ho solo detto “se viene messo in minoranza” sulla questione del nome per il Colle. Minchia, stamattina non hai fatto colazione?

  33. Peggio, ho cominciato la tabella di jogging.

  34. Ho capito, ma mica è colpa mia.

  35. E’ sempre colpa tua ;-P

  36. Perfetto, così il remake del 2006 è completo. E superato l’autunno ci aspetteranno le elezioni del 2008, ops 2014. E continueremo a perdere, chè a noi ci piace così.

     

    mara
  37. So di non essere interessante ma davvero non capisco come si possa sperare di andare in Senato per raccattare una fiducia con qualche transfuga e poi pensare di Governare “bene”

    Credo qui si ragioni più “contro” Renzi che per il bene del Partito e ancor più dell’Italia

    Matteo Bastianelli
  38. Paolocoss,

    A due mesi dal voto il Partito Democratico (che io ritenevo un partito sano e quasi florido fino a pochissimo tempo fa, durante le primarie) sembra offrire questi due allettanti scenari:

    1) Un’ampia ala bersaniana, incapace di condurre alla vittoria il Partito nelle elezioni più importanti degli ultimi dieci anni – dopo cinque anni di disastro Silvio e un anno di trauma Montiano –  convinta che l’errore sia stato poca sinistra (in un paese dove la destra vince invocando il comunismo, molto probabile) dove sono stati sorpassati da Beppe Grillo, che ha fatto palesemente propria la battaglia contro la flexsecurity di Ichino (nelle piazze a urlare vaccanfulo alla flexsecurity erano in migliaia). Leader del settore, Bersani, che dopo la non vittoria ha impiegato venti ore per dire ai suoi due parole e commentare il voto, con una faccia da cane bastonato.

    2) Una meno ampia ala renziana. Laddove Renzi sembrava dire anche cose intelligenti (non voglio incarcerare Berlusconi, lo voglio pensionare è una frase di tale buonsenso che dovrebbe essere scritta all’ingresso dei circoli) e parlare in modo capace, come nel discorso post primarie, e invece oggi si trova a suggerire spallate interne. Contraddicendo peraltro se stesso, quando annunciava fiero di essere contrario alle pugnalate del dopo voto, e facendo incazzare praticamente tutti ventilando l’ipotesi inciucione alla D’alema (ma allora gli piace??)

    In mezzo un certo numero di vecchie glorie, gente che ragione ancora in termini di laici e cattolici, militanti tanto attaccati all’ideologia (che al momento non si sa che cosa sia) da asserire convinti, meglio perdere con Bersani che vincere con Renzi.

    Quattro mesi e un’elezione per ridursi peggio del PdL a ottobre. Sono in attesa di una buona ragione per votare ancora loro al prossimo giro: stavolta dire che sono i meno peggio non basta…

    AndreaS.