28 LUGLIO 2011

Firma anche tu, per mandare a casa te stesso

improntaSono molto, molto preoccupato da quanto sta avvenendo nel Pd, intendo sul fronte giudiziario. E qualcosa lo devo dire – sono pur sempre un dirigente e un militante di quel partito – perché non voglio passare per reticente. Anzi.
Non ho mai creduto che un partito intorno a cui, a vario titolo, si muovono milioni di persone, si possa definire "degli onesti", perché le tare di ogni tipo sono inevitabili quando si mettono insieme tante persone, e più persone si mettono insieme, eccetera. Non è una cosa che si scopre oggi, e per dire che non sempre e non solo son questioni di soldi ricordo il caso del segretario di circolo che si scoprì stupratore. Mica poco.
Aggiungiamoci che siamo in un Paese di gente che manco rispetta le file, e lo trova normalissimo: in cui non è il caso di fidarsi neppure di se stessi, perché noi stessi siamo il problema. Figuriamoci i partiti.
Poi c'è la faccenda della gestione del potere, che di tipi umani evitabili ne attira sotto ogni bandiera. Non penso di doverlo spiegare, si sa. L'importante è sapere come reagire, nel caso: è quello, a fare la differenza.
Avevo gigantesche perplessità sul caso Tedesco, non tanto per il voto che lo ha salvato dall'arresto e le polemiche che ne sono seguite – era chiaramente una mezza imboscata della destra, a cui Tedesco stesso ha fatto però seguire uno show del tutto scomposto – quanto per il fatto che, semplicemente, Tedesco stesso non si sarebbe mai dovuto trovare in Parlamento. In effetti fu fatto entrare proprio per salvargli la buccia, in un momento in cui i riflettori erano puntati su altro: e qualcuno dovrebbe risponderne. Mi aveva invece confortato il comportamento di Filippo Penati, che giustamente si è sospeso dall'incarico in Regione, dimostrando quella differenza di stile che non può non esserci, tra noi e quelli che stanno dall'altra parte, iniziando dal Presidente del Consiglio. Fin qui tutto bene: però il problema, diceva quel tale, non è la caduta, ma l'atterraggio.
Ieri, infatti, qualcuno ha sbroccato. Il segretario nazionale Pierluigi Bersani, ecco chi. Ci vuole una class action, dice: ma contro chi? Contro Libero e il Giornale? Avrebbe la stessa utilità che hanno avuto le dieci milioni di firme raccolte per mandare a casa Berlusconi (ricordate?). Cioè zero. Contro Travaglio? Gente, io detesto lui e quel giornale manettaro, ma dico: stiamo scherzando? Che altro, ci mettiamo a gridare al complotto? Anche fosse – qualcuno che fa la morale per interesse lo si trova sempre – pure in quello siamo meno bravi del centrodestra: ci vorrebbe ben altro, insomma.
E allora facciamo un passo indietro. Abbiamo un Parlamento di nominati. E non solo, una classe dirigente che, dalle Alpi a Lampedusa, è tutta cooptata: nelle amministrazioni, nelle società partecipate, e vista l'antica abitudine italica di mischiare pubblico e privato, anche nelle fondazioni e nelle imprese. Anche dal Pd, che governa in un sacco di posti. Chi li ha messi lì? Laddove a metterli è stato il voto popolare, sono cazzi di chi se li è scelti: stiano più attenti, la prossima volta. Dove sono stati piazzati da qualche politico più alto in grado, non ne risponde neppure il partito (magari, la realtà è che quasi tutti contiamo meno di niente, anche se stiamo nel Pd), ma ne risponde proprio quel politico lì. Per tacere del fatto che, fino a pochi mesi fa, Filippo Penati era consigliere di Bersani. Ci sono le sue impronte dappertutto. Nel caso dei parlamentari in carica, poi, il popolo sovrano non ce li ha mandati di certo: sono stati tutti nominati, senza eccezioni.
Ma  facciamo un passo indietro: ricordate quando si diceva che la vittoria alle amministrative e ai referendum era cascata addosso al Pd, che anzi aveva fatto di tutto per scansarsi? Si era detto, eccome, che quelle vittorie lasciavano tutti i problemi di questo benedetto partito esattamente dov'erano, anzi: che era necessario annusare l'aria che tira, per non farsene travolgere. Ora prendete il tema delle primarie, non solo quelle per scegliere il candidato Presidente del Consiglio, intendo quelle su cui molti di noi insistono per scegliere i candidati al prossimo Parlamento: certo, è facile fare ironie, dare del fissato a chi insiste. Però intanto si stabilirebbe un cazzo di principio: che al prossimo giro, a Roma, ci vanno persone che sono state scelte e votate dagli elettori, mica quelli nominati nelle stanzette. Sembra molto meno velleitario, messa così, non trovate?
Ecco, io lo dico, a firmare questa class action incomprensibile non ci vado, e non ci perdo un minuto. Se c'è un'emergenza – e c'è, c'è un incazzatura che è prossima a manifestazioni ben più clamorose – è quella di trovare ovunque sia possibile un modo diverso, trasparente, verificabile e condiviso di selezionare la classe dirigente di questo Paese: il resto sono chiacchiere e metafore romagnole che non bastano, a trasformare un dramma in una commedia.
Se Bersani vuole raccogliere firme, questa volta firmi per mandare a casa se stesso. Vedrà che successone.

  1. Sottoscrivo dalla prima all'ultima riga  Soprattutto l'ultima.

    utente anonimo
  2. L'attacco al segretario in questo momento è indecoroso. E le liste (Tedesco) non le ha fatte lui. Se deve rispondere di quello che eventualmente ha fatto Penati, altro che giornale manettaro, siamo al giacobinismo puro.

    Se il PD fa un class action (che però è impossibile) contro Travaglio, Feltri e Belpietro sono disposto a metterci del mio.

  3. (sulle primarie di collegio per le politiche, stante Porcellum, ovviamente d'accordo al 100%). Del resto Bersani ha ripetutamente detto in svariate trasmissioni che si faranno.

  4. Come sempre fuori bersaglio, Filippini. A parte che se uno dice una cazzata, non è che si lascia correre perchè il momento è grave. Glielo si fa notare proprio perché il momento è grave. E chissenefrega se si offende, a essere offesi sono i cittadini italiani, e da un pezzo, e sono un po' più importanti della sua sensibilità: ma tu e lui non ve ne rendete conto, mi pare. Ognuno sceglie le compagnie che preferisce, comunque.
    Sulle primarie, Bersani ha detto qualcosa, sì, ma di molto vago: io c'ero e l'ho sentito bene, e tu? Comunque sia, però, c'è il responsabile organizzazione nazionale che va in giro per le federazioni a dire queste cose qui: che non sono un po' diverse, ma sono proprio il contrario. E mi spiace dirtelo, ma delle uscite di Stumpo Bersani risponde, eccome.
    Il riferimento a Tedesco, come sapresti se avessi fatto un po' di ricerche, non riguarda lui, ma chi l'ha voluto candidare in deroga (l'ennesima). Ma lo riguarda, di nuovo, in quanto segretario. E poteva – doveva – obiettare quando era il momento.
    Su Penati non ci sono proprio cazzi: questa bomba è cascata così vicina che la prossima gli casca in testa (e allora si spiegherebbe tanto nervosismo, almeno).
    Detto questo, se vuoi andare a raccoglier firme per una class action contro chi citi accomodati: siamo pur sempre in un Paese (e in un partito) democratico. Ma non darmi dell'indecoroso, di indecoroso c'è solo chi commenta senza conoscere i fatti (e non è la prima volta).

  5. Devi essere in un periodo difficile, se usi tutto questo sarcasmo contro colleghi di partito, sempre e comunque. Somigli, invero, molto a Travaglio, e non è un complimento.
    Passerà.

    Ti lascio una striscia del grande Staino, magari ti farà riflettere.

    http://coccaglio.blogspot.com/2011/07/il-grande-staino-su-beria-travaglio.html

  6. Travaglio lo dici a tua sorella.

  7. Ce l'hai sempre con tutti, sei pronto a fare l'esame del sangue a tutti, scrivi oscenità sul caso Penati riguardo Bersani… anche a me non piace D'Alema, ma non mi metto mica al livello di quei fessi di Qui Roma Libera, che somigliano a scimmie ammaestrate… com'era… se metti una telecamera in mano a mille scimmie ammaestrate, forse ne verrà fuori un'inchesta alla Michael Moore… o erano forse macchine da scrivere e sonetti di Shakespeare.

    Se i metodi per cambiare il PD e l'Italia devono essere questi, mi iscrivo al PDL, almeno là gira un po' di figa…

  8. Ma di cosa stai parlando? Chi deve rispondere della classe dirigente di questo Paese, se non chi l’ha selezionata? Tra l’altro, la rete è tanto grande, devi proprio venire su Popolino? Dai.

  9. Visto che si parla tanto -  e giustamente -  di rispetto delle regole. Uno che si definisce “dirigente e militante di quel partito ” (il PD) e che conclude un suo articolo con un bel “Se Bersani vuole raccogliere firme, questa volta firmi per mandare a casa se stesso. Vedrà che successone.” dovrebbe porsi anzitutto un problema.
    Sta rispettando – questo dirigente – le regole basilari di convivenza della comunità che co-dirige?
    Chiunque può scrivere quello che vuole su internet, dove tutti leggono, ci mancherebbe. Ma quando si è dirigenti di una organizzazione non si è un “chiunque” qualsiasi, no, ci si assume alcune responsabilità in più. Vuoi attaccare il tuo segretario? Liberissimo di farlo, se sei un dirigente del PD avrai le tue sedi immagino. Se lo fai gratuitamente e con questa violenza verbale in un pubblico blog, o hai qualche fine secondario, allora sei poco limpido e scorretto, o non conosci queste regole di convivenza.
    Ma se non conosci queste regole basilari non sei un buon dirigente, allora il tuo partito dovrebbe intervenire nei tuoi confronti. Meritocratamente, facendoti tornare ad essere un semplice iscritto.
     
    Ai tempi di Berlinguer, che oggi va tanto di moda citare, per molto meno non solo si cessava immediatamente di essere dirigenti di partito, ma probabilmente ci si vedeva ritirare la tessera.
    Oggi siamo in un partito più democratico, dove chiunque si può vantare di sbertucciare pubblicamente il segretario nazionale del partito di cui si è dirigente e militante. Ma forse l’etica e il rispetto delle regole deve valere solo per quelli che stanno a Roma. 

    utente anonimo
  10. Ed ecco puntuale il richiamo ai bei partiti di una volta. Ma le cose cambiano.

  11. "Tedesco stesso non si sarebbe mai dovuto trovare in Parlamento. In effetti fu fatto entrare proprio per salvargli la buccia, in un momento in cui i riflettori erano puntati su altro: e qualcuno dovrebbe risponderne."

    Sacrosanto, solo che manca l'esplicitazione sul 'come' fu fatto entrare in parlamento. Me ne incarico io, anzi Antonio Polito sul Corriere di oggi:
    "Fonti vicine al segretario del Pd hanno detto ieri ai giornali che Tedesco fu candidato al Senato quando il leader era Veltroni: dunque altra gestione. Vero. Ma Tedesco non fu eletto. Fu poi nel 2009 che gli si regalò il laticlavio con un'operazione politica di cui sapeva benissimo Bersani, non foss'altro perché i giornali la raccontarono nei dettagli. A sorpresa il Pd decise di non candidare più al Parlamento europeo Umberto Ranieri, che vi era talmente predestinato da essere stato nominato da tempo responsabile del partito per il programma elettorale, e candidò invece De Castro, all'epoca felicemente senatore. Fece così posto a Palazzo Madama per Tedesco, dimessosi da assessore della Sanità pugliese proprio perché indagato, che era il primo dei non eletti.
    Anche qui un'aggravante. Il Pd lo fece non solo per proteggere Tedesco, ma anche per sfruttarne il consistente pacchetto di voti: perché l'uomo aveva minacciato di ritirare il suo appoggio ad Emiliano, candidato sindaco a Bari nelle contemporanee elezioni comunali, se non fosse stato promosso al Senato."
    http://www.corriere.it/pol​itica/11_luglio_29/bersani​_dd344132-b9a2-11e0-9ceb-a​c21c519f82b.shtml

    G
    iuseppe Paladina

    utente anonimo
  12. @anonimo#11
    ai tempi di Berlinguer la classe dirigente del partito era di un altro livello perché aveva le idee chiare, perché esisteva un'idea di società.
    La principale caratteristica di questo partito è che tutto ciò che fa è sempre in risposta a qualcosa che è accaduto prima. E' il partito del giorno dopo, come la pillola.
    A parte questo, sono d'accordo con te sul fatto che tanta gente dovrebbe dimettersi dai posti di dirigenza e stracciare la tessera…Per uscire dal PD e fondare un altro partito, che voterei immediatamente.
    Io, anche se ero un semplice iscritto e membro di un direttivo, l'ho già fatto. Non è più possibile perdere tempo.

  13. Ecco, l'assioma portante della sinistra e del centrosinistra ideale: se il partito X ha problemi, non lottiamo per cambiarlo. Facciamone uno nuovo.

    Il partito X ovviamente può essere indifferentemente uno a caso nella galassia progressista e riformista. E' successo a tutti.

    Perchè in Italia manca completamente la cultura del fare minoranza interna, preferendo fare la minoranza nel paese.

    Lavorare da dentro è certamente difficle, stressante, snervante a volte…molto meno facile che non uscire e creare l'ennesima scatola che alla prima occasione tornerà a dividersi in duri, puri e puri al cubo. Ma, diamine, che prospettiva vogliamo dare ai nostri territori e al paese se non riusciamo nemmeno una volta a ragionare sul medio lungo periodo cercando di far unzionare almeno una delle macchine che costruiamo, prima di buttarla a mare appena va in panne?

    Capisco chi non essendosi mai riconosciuto nel progetto PD o avendolo avvicinato da simpatizzante, cerca strade a lui più congeniali: è anche pensando a questa platea di persone che "la politica? Certo che sì, ma non con le vecchie formule" che nascono progetti come Prossima Fermata, o che si cerca di spingere ovunque possibile a primarie aperte e competitive che sprigionino forze sopite. A Milano ad esempio è accaduto e perfino il PD se ne è giovato (dopo i gravissimi errori iniziali nell'approccio).

    Non capisco chi (a prescindere dal patito e dall'area) continua ad alimentare la vetusta malattia tutta italiana delle scissioni, del "esco per unire", del "usciamo tutti, facciamo un'altra cosa e votiamola". Basterebbe mettere tutta questa energia dentro i contenitori che già esistono per cambiarli, rinnovarli, magari spingerli a lavorare più compattamente insieme.

    Ma si sà: quelli come me passano per beati illusi in un mondo di strateghi, di furbi e di geni. Solo che poi alla fine gli strateghi, dopo aver portato battaglia e rovine, si defilano e restano i beati illusi a raccogliere i loro cocci.

    Marco Barbierato.

    utente anonimo
  14. Eh no Phil

    Io sottoscrivo in pieno Popolino. Il Giornale e Libero sono quel che sono, ma Bersani in questo momento sta reagendo come se fosse un privato. Come se i dubbi sul PD fossero personali, un problema suo. Invece il PD non solo deve respingere i dubbi (ma può farlo finché non va fino in fondo? Finché non taglia i ponti di una gestione personalistica?), ma rassicurare gli elettori.

    Le lamentele non mostrano un partito forte, mentre nella testa si aggirano tanti dubbi, tutti legittimi, che nascono da quella deroga maledetta (Tedesco) e dalla lunghissima frequentazione di Penati col potere e con persone che non avrebbe dovuto incontrare se non pubblicamente.

    Chi critica, con qualsiasi spirito, ci sarà sempre, e direi meno male! 
    Che si fa allora, si fa gli offesi? Bersani avalla l'idea che lui e il PD siano "vittime".

    Ma io non lo voglio un partito vittima che si lamenta delle ingiustizie come un poveraccio qualsiasi.

    Voglio un partito che dica: "Nel PD non c'è la corruzione che ci attribuiscono, ma al momento ci sono delle zone d'ombra. Il tempo sarà galantuomo, ma fino a che tutto non sarà chiarito, ecco il nostro rilancio: trasparenza totale, aria nuova, gente nuova, strumenti e procedure trasparenti".

    Immaginiamo che qualcuno si inventi che nel mio ristorante servo cozze avariate. Se voglio attirare clienti le imprecazioni contro chi mi accusa non serviranno a niente. Io devo far vedere ai clienti come e perché quell'affermazione è falsa: li devo far entrare nelle cucine, fargli conoscere i fornitori, rassicurare ogni dubbio.

    Bersani si lamenta e si risente. Ma non è questa lagna che io mi aspetto da un PresDelCons in pectore.

    Willy Brandt si dimise perché la DDR gli aveva inflitrato una spia accanto e lui non se ne era accorto. Non si vedeva come potesse accorgersene lui personalmente, era del tutto innocente in un contesto in cui non gli venivano addebitati reati. Ma si dimise.

    uqbal

    utente anonimo
  15. salve, cosseddu. io sono del circolo pd di un paese alle porte di bari, si chiama noicattaro. qui fino a poco tempo fa l'influenza di tedesco era molto visibile. e, ti dirò, dall'alveo socialista barese al quale appartiene tedesco sono usciti anche ottimi politici, tra cui uno che adesso è nel pd e fa molto bene (era anche ad albinea). comunque, siccome ricordo come si mobilitarono le forze di tedesco per votare de castro all'europarlamento nel 2009 e far scattare tedesco, vorrei fare un piccolo esperimento di immaginazione. se avessimo avuto le primarie per i parlamentari nel 2008, probabilmente tedesco si sarebbe candidato. con le forze che ha sul territorio avrebbe preso un sacco di voti, e sarebbe stato eletto subito, altro che aspettare il 2009. questo per dire, che le primarie come panacea per tutti i mali, compresa la cosiddetta "questione morale" per usare un'espressione molto cara a telese e travaglio, mi convincono molto poco.
    saluti
    antonello paciolla
    antonellopaciolla.wordpress.com

    utente anonimo
  16. Paciolla

    Troppi se. Che ne sai che sarebbe stato eletto?

    Ma se anche così fosse, ora Tedesco risponderebbe ai suoi elettori primari, mentre ora non risponde a nessuno.

    uqbal

    utente anonimo
  17. Antonello, sono certo che è come dici tu, e il ragionamento è corretto. In quel caso, gli elettori del tuo collegio – si spera – avrebbero potuto riflettere sulla loro scelta, e magari ripromettersi di non ripeterla, in futuro. Non è una panacea, come giustamente fai notare, ma è comunque una possibilità "civica" in un percorso democratico. Al momento, invece, che alternative abbiamo? E chi si deve prendere – ma non lo sta facendo – la responsabilità di quelle scelte?
    Tutto qui.

  18. Caro Marco,

    io mi riconosco in pieno nel progetto PD.
    Il problema è un altro: la distanza tra essere e dover essere è ormai  incolmabile.
    Non è questione di fare minoranza, è che proprio spesso ci si sente "un'altra cosa".

    Perché certe posizioni sono davvero indifendibili. Perché io ero in piazza con il mio banchetto quando è passato il maledetto "scudo fiscale", a prendere parole da tutti. Perché le spiegazioni sul voto sulle province sono ridicole. Perché Calearo era capolista. Perché la Dorina Bianchi è nel PdL. Perché perché perché ce ne sarebbero troppi.

    Dico quello che dico dopo aver pensato tutto quello che scrivi tu. Per quasi tre anni, da quando il PD è nato. E sono d'accordo con te sul fatto che esistono esperienze promosse da membri del partito che danno rappresentanza a forze sopite, che -aggiungo io-  il PD dovrebbe rappresentare naturalmente, senza bisogno che prima si addormentino.

    Per come ho vissuto io il partito, fare minoranza all'interno del PD è una perdita di tempo priva di senso: le assemblee provinciali sono farse, in cui tutto è deciso prima al telefono tra i soliti dieci che gestivano i DS e la Margherita un tempo e che ora gestiscono il PD. Il dibattito è inesistente o quando c'è è fasullo.

    L'unico modo per poter sperare di non essere considerati dei pirla (perché così è considerata la minoranza, ma quella vera, quella che parla e dice le cose, non quella dei tizi che fanno le "riunioni di corrente" e sguazzano negli "equilibri interni") è appoggiarsi a uno di quei dieci, è inserirsi in quel sistema di sodalizi personali che mi auguro non si definiscano nemmeno più correnti.
    E tutto questo come è chiamato? "Pluralismo politico".
    E se uno si lamenta di tutto questo, ti senti dire: "beh, è la politica…".
    No non è la politica, è un modo di fare politica. Quello sì vecchio e degenerato.

    Vedo come viene selezionata la "classe dirigente": con i metodi di cui sopra. Come giovani che ragionano come i vecchi vengano premiati per la loro fedeltà a QUEI vecchi. Perché non dicono come la pensano, perché in assemblea non spiaccicano parola, e se aprono bocca è per fare "discorsi di alto profilo" che comunque rispettano gli "equilibri".

    Io ho 22 anni, e la politica la vorrei fare diversamente.
    E tutte queste cose, sia chiaro, le dico con un dispiacere e un'amarezza che non ti immagini.

    Marco Travaini

  19. uqbal , ok è ipotetico. ma penso che conoscendo il territorio, possiamo affermare con una certa sicurezza che ce l'avrebbe fatta
    @paolo tieni conto che spesso qui la forza elettorale di alcuni è di tipo clientelare o simil clientelare. per questo ti dico che le primarie per i parlamentari, per certi versi farebbero anche danni. non è esattamente il tipo di elettorato che si ferma a riflettere, dopo. su tedesco si è sbagliato "dall'alto" ( e mi fa sorridere chi se la prende solo con d'alema, pare che la puglia sia un feudo medievale dove lui ovviamente è il signorotto locale che decide tutto,e non è così ). ma la soluzione, non passa necessariamente per un'azione "dal basso", anzi. semmai in una maggiore lungimiranza "dall'alto" . poi chiaro che il discorso primarie vs porcellum ha pure senso, seppur con i dubbi che ho espresso sopra, ma è un'altra questione.

    antonello paciolla

    utente anonimo
  20. Paciolla

    Stai dicendo che nel tuo partito e nella tua zona la forza elettorale è clientelare e questa cosa dovrebbe passare in cavalleria?

    Stai dicendo che l'elettorato deve essere governato anche in maniera clientelare affinché non faccia danni?

    E chi lo governerebbe in maniera così illuminata? I capi del clientelismo?

    Paciolla, riflettici.

    uqbal

    utente anonimo
  21. Le perplessità di Antonello Paciolla sulle primarie (e più in generale sulle preferenze) sono comprensibili, ma avercele è meglio che no.
    Se è vero che certi mali non sono in grado di risolverli – ma non li risolve nemmeno la cooptazione: Tedesco, per dire, ha potuto avere il posto al Senato usando il pacchetto di voti di cui dispone, come continuano a disporne tutti i vari ras locali anche senza primarie o preferenze dirette – è vero pure che la loro mancanza ne aggiunge altri inediti.
    Il parlamento di cooptati e nominati che abbiamo, per esempio, ci fa vedere ogni giorno come la maggioranza sia subordinata al governo. Questa inversione di rapporti tra esecutivo e legislativo (direi meglio eversione, dato che saremmo una repubblica parlamentare), con l'assemblea che ha tagliato i fili della rappresentanza diretta con gli elettori per farsi legare con quelli della subalternità all'esecutivo, è secondo me il più grosso problema istituzionale di questi anni.

    Giuseppe Paladina

    utente anonimo
  22. Vorrei firmare per mandare a casa Berlusconi, si può? O prima dobbiamo castrarci ben bene da soli?

    utente anonimo
  23. Personalmente voglio che tutta l'attuale classe politica, la casta, venga mandata a casa. Ma voglio anche che tutti quelli impegnati ad occupare le loro poltrone, lo facciano per passione politica con il traguardo di uno stipendio da impiegato ed una scadenza.
    Tutto il resto è una ribollita.
    Fausto Fabiano

    utente anonimo
  24. uqbal, per favore, non farmi dire cose che non ho detto assolutamente
    1) non ho detto che il mio partito ha una forza elettorale solo clientelare. sto dicendo che al sud il mio partito si trova ad avere a che fare con un sacco di "zone grigie" e questo avviene in puglia, come in calabria come in campania. ho usato l'espressione clientelare, forse abbastanza forte, per far capire che i ras locali hanno una tale forza sul territorio (clientelare a volte, ma anche d'appartenenza a vecchi partiti) che le primarie finirebbero per aumentare il loro potere.

    2) il fatto che ci sia il clientelismo a me fa schifo, ovvio. mi sa che non hai capito bene il senso di quanto scrivevo. per combatterlo meglio agire "dall'alto", a volte, in maniera illuminata ( se si ha la voglia di farlo, ovvio)  selezionando candidature ecc. se dall'alto si lavora bene, qui dove abbiamo a che fare con le zone grigie, le cose migliorano. ho scritto quelle cose per fare capire che al sud, dove mi sbatto a fare politica ogni giorno, le cose non cambiano dalla mattina alla sera con le primarie. spero di essermi spiegato meglio, stavolta.
    antonello paciolla

    utente anonimo
  25. @anonimo#24
    ma abbiamo già firmato per mandare a casa berlusconi!
    la più grande raccolta firme mai effettuata in Italia.
    10 milioni di firme! te lo sei già dimenticato?
    http://beta.partitodemocratico.it/doc/202281/10-milioni-di-firme-per-mandare-a-casa-berlusconi.htm
    buonanotte caro. non ti ricordi neanche questo fallimento del segretario attuale…

    valerio

    utente anonimo
  26. non ti montar la testa più che classe dirigente sei classe digerente o piccolo soldatino al soldo civatiano

    utente anonimo
  27. #28, wow, che verve.

  28. Scusa, Paolo, ma non capisco proprio come fai a rimanere ancora in questo partito. Io al tuo posto me ne sarei già andata, cosa che tra l'altro ho fatto anch'io, uscendo dal mio partito. Se ce la fai, tanto di cappello!!

    Silvia

  29. Grazie Siliva, non riuscivo a mettere a fuoco la sottile contraddizione. Perchè non restituisci la tessera del PD a Bersani e vai da un'altra parte?

    utente anonimo
  30. Io al tuo posto me ne sarei già andata. La sottile contraddizione del tuo post è evidente.

    utente anonimo
  31. Io non restituisco la tessera del Pd perchè, come ho già scritto almeno cento volte, in quella militanza ci sono valori molto più importanti di Bersani o di chiunque faccia parte della sua classe dirigente. Il partito è dei suoi elettori, che hanno dimostrato in più di un'ocasione di avere idee più chiare di quelle dei suoi rappresentanti, e che la sanno far valere a prescindere da essi.

  32. Preciso 2 cose, probabilmente mi sono espressa male: Prima di tutto la mia era una domanda di sincero stupore, non una critica. Io non sono capace di rimanere in un partito quando ritengo che chi lo dirige non mi rappresenti, per questo comunque ammiro chi riesce a farlo. In secondo luogo, non ho mai avuto la tessera del PD. Ero tesserata dell'IDV e, appunto, ho restituito la tessera quando non mi sono più sentita rappresentata. Ciò non toglie che io sia una persona di sinistra e per questo particolarmente interessata a ciò che accade nel PD, da cui purtroppo continuo a non sentirmi rappresentata, pur stimando alcune persone che ne fanno parte. In tutto ciò non vedo alcuna contraddizione.

  33. Gent.ma Sissi73, è apprezzabile il tuo commento, è spontaneo e sincero. Quello che si coglie è come si fa a stare in un partito nel quale il segretario lo vuoi mandare a casa perchè è “troppo nervoso e sta per cascargli in testa una bomba per l’affare Penati”. Nel tuo ragionamento c’è la contraddizione dell’autore del post che pur di affermare le sue posizioni non si preoccupa di spalare m sul Segretario nazionale. Insomma come semplice elettore alle primarie che ha votato Bersani, io credo che questo comportamento non solo sia contraddittorio ma mette diciamo, “in cattiva luce” il segretario e il pd stesso. Questo conflitto è bene che si risolva. O sei del pd e tieni all’immagine stessa dei valori che rappresenta, hai la tessera ecc. ecc. o se no che cavolo ci stai a fare tu lì?

    ciccio
  34. Sissi è apprezzabile il tuo commento, è spontaneo e sincero. Quello che si coglie è come si fa a stare in un partito nel quale il segretario lo vuoi mandare a casa perchè è “troppo nervoso e sta per cascargli in testa una bomba per l’affare Penati”. Nel tuo ragionamento c’è la contraddizione dell’autore del post che pur di affermare le sue posizioni non si preoccupa di spalare m sul Segretario nazionale. Insomma come semplice elettore alle primarie che ha votato Bersani, io credo che questo comportamento non solo sia contraddittorio ma mette diciamo, “in cattiva luce” il segretario e il pd stesso. Questo conflitto è bene che si risolva. O sei del pd e tieni all’immagine stessa dei valori che rappresenta, hai la tessera ecc. ecc. o se no che cavolo ci stai a fare tu lì?

    Rospo
  35. Grande Bersani oggi alla camera. Perchè non scrivi un post? Suggerisco un’idea per il titolo: “mi scuso con Te Segretario, per averti gettato addosso un sacco di m che potevo risparmiarmi”

    anonimo