Alcuni forse penseranno che sia esagerato, con tutte le disgrazie che affliggono il mondo, e dopo un disastro come quello che ha colpito il Giappone, impiegare tempo e risorse per salvare un cagnolino e restituirlo alla sua padrona.
Sbagliano.
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Invece a me tutto questo casino per delle bestie lo trovo una stronzata.
Ecco, appunto. E complimenti per la sintassi.
Caro numero uno: poveretto.
Fav1
Diversi anni fa avevo un gattino molto piccolo che aveva l'abitudine di arrampicarsi sul pino più alto del giardino. Raggiunta la punta si abbracciava all'ultimo esile rametto oscillante e iniziava un potente miagolio di richiesta di soccorso. I gattini piccoli non sono capaci di scendere dagli alberi alti. Visto da sotto, sembrava il puntale sull'albero di Natale. Dopo ore di richiami miei da sotto e suoi da sopra, di tentativi con scale non abbastanza lunghe, mi sono risolta, non senza vergogna, a chiamare i vigili del fuoco. In pochi minuti sono arrivati, con il camion con la scala lunghissima, tre omoni. Uno di loro si è arrampicato, ha afferrato il gattino evitando come poteva il turbinio di unghiette affilate del cucciolo terrorizzato e ha riportato al suolo l'animale. Il tutto con la massima disponibilità e professionalità, e naturalmente, data la situazione, con un po' di allegria. Bevendo un caffè e scambiando due chiacchiere, visto che in quel momento non c'erano emergenze in giro, i gentili marcantoni mi raccontarono decine di episodi di salvataggio analoghi di cani, gatti e altro, alcuni buffi, altri tragici, tutti molti commmoventi perchè spesso gli animali sono dei compagni di vita per le persone. Io pensavo che era bello sentire e vedere in questi tre ragazzoni, avvezzi a vincere il fuoco e sprezzanti del pericolo, la soddisfazione di avere estratto un cane da un pozzo o tirato giù un gattino da un albero, la loro contentezza nel restituire l'amato esserino al padrone e alla vita. Il mio imbarazzo iniziale per averli chiamati è svanito. Ho capito che il rispetto per la vita e il desiderio di evitare sofferenze non conosce misure o pesi. Fermo restando, come mi dicevano loro stessi, la precedenza dell'evento più grave, se in contemporanea, ma è ovvio.
Ah, due giorni dopo, il gattino, sfuggito dal regime di carcere duro cui era stato sottoposto fino alla maggiore età, è tornato ad addobbare l'albero. Il suo richiamo si diffondeva per la campagna assolata. Ho di nuovo chiamato i pompieri. Sono venuti…gli stessi…li ho ringraziati e congedati brevemente, colma di vergogna. Il gatto si è guadagnato gli arresti domiciliari fino all'autunno inoltrato. Quando è uscito si è arrampicato, ma, dopo una notte di richiami ignorati da tutti, si è fatto coraggio, e, ormai grande, è sceso da solo.
concordo pienamente con Fav1!
beo
a me la notizia ha emozionato molto..
saluti cari, lbb
Non so chi sia il n° 4, ma il racconto è molto bello.
Fav1
Per Fav 1, grazie, mi chiamo Clara. L'episodio risale a oltre dieci anni fa. Quel gatto ormai non c'è più, purtroppo. Crescendo diventò un gatto veramente speciale, come era intuibile fin dalla sua tenera età. Mio marito ed io ridiamo ancora per quel che successe e lo raccontiamo ogni tanto anche a mio figlio, cui dispiace molto non avere assistito al drammatico salvataggio, non essendo all'epoca ancora nato!
ciao
Il problema arriva quando la notizia del cane suscita piu' emozione delle vittime del terremoto.