29 NOVEMBRE 2010

Torino ai torinesi

DD1763_torino_mole_antonellianaNé Profumo né arrosto – battutaccia, lo so: il candidato sindaco che piaceva a tutti e che avrebbe forzatamente fatto da peacekeeper tra tutte le bande in cui è diviso il Pd torinese, la società civile e gli altri partiti che stanno nel centrosinistra cittadino, oltre al Pd romano de Roma, ha detto no. Rifiuto che lo stesso Pd romano strumentalizzerà per imporre un candidato di ormai lontane origini piemontesi, ma che da tempo non c'entra più nulla con la città: Piero Fassino.
Beh, è umiliante. Pensare che i torinesi siano come bambini, che non sono in grado di scegliersi un candidato da soli, con le primarie, e che ci sia bisogno di un caminetto romano per trovargli un ex ministro, una vecchia gloria che ha giocato le sue partite migliori nella major league molto tempo fa, e ora viene rifilato in periferia per gli ultimi scampoli di carriera, è onestamente inaccettabile. E' uno dei motivi per cui il Pd al momento è meno attraente di un formaggino scaduto, ed è pure il motivo per cui – laddove è possibile contenderne le scelte, vedi Milano, Firenze, la Puglia – il primo che passa dotato di un minimo spessore si porta via la vittoria, la candidatura e un elettorato sempre meno disposto a compiere le sue scelte in base alla cosiddetta linea dettata dal partito.
Se davvero Torino è stata ben amministrata – ed è lì da vedere quali trasformazioni siano state provocate in questi anni – il merito va anche a una brillante squadra di amministratori, e non al solo Chiamparino, il cui endorsement nei confronti di Fassino dimostra che la sua statura di sindaco non necessariamente corrisponde a una vision politica di identico spessore.
Fassino candidato a Torino è potenzialmente dannoso quanto lo fu la candidatura di Rutelli a Roma nel 2008, probabilmente di più: nel senso che perdere Torino, la città più autenticamente progressista d'Italia, sarebbe per il Pd un colpo mortale. Per questo mi auguro che adesso – in ritardo rispetto a quanto scrivevo due mesi fa, ma pur sempre in tempo – alcuni tra coloro che hanno contribuito a migliorare la capitale piemontese in questi anni facciano squadra, e al grido di "Torino ai torinesi" si prendano da soli quel riconoscimento che, evidentemente, il Pd è troppo miope ed egoista per concedere.

  1. Minchia Fassino nooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    utente anonimo
  2. scusa ma te sei de turin te? (da Mimì metallurgico ferito nell'onore)

    utente anonimo
  3. Citazione quanto mai opportuna, dovrebbero riportarla a Fassino: scusi onorevole, ma lei è di Torino, lei?

  4. Quest'ultima questione mi sfugge.
    Quella delle origini, intendo.

    Mi sfugge nel principio (un sindaco deve per forza essere autoctono? direi di no) e nel merito (comunque F. è nato ad Avigliana e dalla notte dei tempi – ahinoi – ha fatto politica nella città di Torino).

    Per il resto non ci sono commenti (qualche bestemmia però sì).
    Se un ex segretario nazionale di un partito, ex ministro, ex di tutto in 40 anni di professione politica, ha ancora bisogno di un strapuntino da sindaco, per terminare la sua già prezzolata carriera, siamo effettivamente alla frutta.

    L'ennesima prova provata che questa nostra classe dirigente, reduce da sconfitte su sconfitte, ostinatamente ingessa e impedisce ogni forma di crescita e di ricambio generazionale.

    Secondo me questi che prendono queste decisioni e questi che le accettano (sicuramente con santo spirito di servizio, contro ogni loro volontà… perché sono pure ipocriti) sono i veri rottamatori… coloro cioè che hanno ridotto 'sto PD ad un rottame…

    Reds

    utente anonimo
  5. Che tristezza, veramente!
    Solo il pensiero di tornare ad una direzione generale del PD in cui ci si avviti ancora su questa questione con le argomentazioni inconsistenti dell'ultima volta, mi terrorizza. Mai che si parli di progetto, solo di persone; mai che si dica: "partiamo da quanto è stato fatto e decidiamo cosa c'è ancora da fare"; oppure " ecco, abbiamo alle spalle un buon esempio di amministrazione, ragioniamo in continuità con chi ne conosce le scelte da dentro".
    E adesso invochiamo il "soccorso romano". A Torino, pensare di aver bisogno di questo, è semplicemente demenziale. E, soprattutto, SUICIDA.
    Vogliamo proprio perdere anche Torino????!!!! Dobbiamo sperare che il centro dx candidi qualcuno di ancora più distante dai Torinesi per avere una prospettiva di futuro?
    La Prossima Torino, francamente, avrebbe dovuto essere altra cosa, tanto più che il treno era già a buon punto della sua corsa.
    mammina

    p.s. qualcuno mi spieghi il Chiampa-pensiero… no, meglio lasciar stare, mi sta venendo qualche folle idea che non vorrei veder confermata da altri.

    utente anonimo
  6. Un'altra ennesima cocente delusione. maquante fette di polenta devono mangiae al PD per capire che è polenta ?. Ovvero quante elezioni e voti dovranno perdere per misurare la distanza siderale tra il loro ombelico e il mondo Da Chiamparino questa mossa non me la sarei  davvero aspettata

    utente anonimo
  7. Sono molto confuso, ahimè. Chiamparino è stato osannato dai cosiddetti 'rottamatori', sindaco Renzi in testa. Adesso si scopre che Sergio Chiamparino è legato a doppio filo alla vecchia e fallimentare nomenclatura del PD ex DS ex PDS ex Pci? Meglio tardi che mai…
     

    utente anonimo
  8. A dire il vero di osanna dei rottamatori, come li chiami tu, a Chiamparino non ce ne sono mai stati. Ne sono piuttosto certo, diciamo. Forse sei più confuso di quanto credi.