Sono a casa per 24 ore dopo quattro giorni di viaggio, due dei quali passati all’Assemblea Nazionale del Pd, e altri quattro mi attendono (nel caso prossimamente vi chiediate dove sono finito).
In quel di Varese, con un gruppo di peones di cui orgogliosamente faccio parte, abbiamo presentato un documento per chiedere che il Pd rispetti il suo stesso Statuto, con la esse maiuscola, e che alle prossime elezioni non ricandidi chi ha già fatto tre mandati in Parlamento. Ah, e poi che si facciano le primarie di collegio per Camera e Senato. Tutta roba scontata e già prevista dallo Statuto stesso, ma siamo al punto che bisogna scrivere petizioni per far rispettare le regole, mica per cambiarle.
Abbiamo spiegato ai giornalisti che non si trattava di un blitz, e che vogliamo dare a tutti il tempo di riflettere sul senso di questa proposta, così normale ovunque nel mondo tranne che qui. E che ne avremmo poi discusso con calma, a Napoli, all’inizio di dicembre, data della prossima assemblea.
Abbiamo girato il padiglione di Malpensa Fiere armati solo di penna, foglio e qualche buon argomento. Abbiamo chiesto ai singoli delegati di aderire come persone, come singoli delegati dotati di libero arbitrio. Non perché lo ordinava qualche capocorrente, ma perchè era la cosa giusta da fare.
Abbiamo incrociato gli sguardi di alcuni che in Parlamento di mandati ne hanno già fatti tre, quattro, cinque, e ho personalmente conosciuto uno che ne ha fatti sei, uno il cui nome certamente vi suonerebbe già sentito, diciamo così. Abbiamo osservato un gran campionario di reazioni, dalle paralisi psicosomatiche della mano destra allo spaccamento del capello in atomi. Anche, spiace dirlo, da alcuni che poi vanno in tivù a presentarsi come alfieri del rinnovamento. Abbiamo ascoltato un volto noto del partito fare suo l’odg dal palco dell’assemblea anche se – ops, dimenticanza – stranamente non lo ha firmato.
Abbiamo rifiutato le offerte di intitolare l’iniziativa a qualche pezzo grosso, perché volevamo misurarci con le risposte dei nostri compagni di partito, ma soprattutto con noi stessi e la nostra capacità di convincerli. E abbiamo fatto bene.
Ci servivano da trenta a cinquanta firme. Ne abbiamo raccolte cinquanta.
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SIETE ASSOLUTAMENTE DEI GRANDI!
speriamo che serva,anche se cinicamente penso che i candidati saranno sempre i soliti piu’qualche giovane organico.
Posso solo dire che, conti alla mano, se questa norma venisse applicata di soliti ne resterebbero pochini.
Premesso il fatto che data la mia età e il mio attuale stato d’animo insofferente, in questo momento sono poco propensa a scendere a compromessi. Sinceramnete trovo scoraggiante il fatto che un partito che vorrebbe proporsi come alternativa all’attuale governo nella guida del Paese, (in un momento storico come questo!) debba prendersi due mesi di tempo per ragionare circa la possibilitàopportunità di rispettare le regole del proprio statuto.
Detto questo, quanti sono i membri dell’assemblea nazionale?
Marta Bruschi
I componenti eletti sono mille, di cui era presente circa la metà: come sempre, del resto. La quasi plenaria c’è stata solo alla prima convoca, anche perché effettivamente la trasferta è impegnativa – oltre che autofinanziata dai delegati – e che si faccia a Roma, al nord o al sud c’è sempre qualcuno che non riesce a presenziare, perché obiettivamente oneroso o per altri motivi. La decisione di discuterne a Napoli è stata nostra, per motivi puramente organizzativi: le firme per gli odg si potevano raccogliere solo venerdì fino alle 20, e sono stati votati sabato alle 15, quando tutti erano al buffet (non sto scherzando). Volevamo evitare di finire in quel pastone, e speriamo che a Napoli se ne possa discutere con più calma. Intanto, noi cercheremo di mantenere l’argomento d’attualità, per quanto ci è possibile. Casualmente, il convegno di Firenze cade proprio a metà tra l’assemblea di questo fine settimana e quella di dicembre…
bravissimi.
com’è uoltèr da vicino?
teto
PS avete scritto bello chiaro nella petizione che si contano anche le legislature fatte con altre sigle/altri partiti?
Teto come sempre molto perspicace. Rispondo alla domanda: no, volutamente non abbiamo proposto una nostra interpretazione delle norme. Se davvero questa dirigenza vuole sostenere che si inizia a contare dal 2007, anche Zenoni aveva già fatto cinque legislature, bene: vengano Bersani o la Bindi a spiegarlo. Noi filmiamo e mettiamo on line. E ci comportiamo di conseguenza, ovvio. Si prenderanno la responsabilità delle loro risposte di fronte all’elettore medio che di certo troverà la cosa normale quanto loro.
Non è “Zenoni”, è “se uno”. Tastiera touch, errori ouch, scusate.
rimango dubbioso ,per quanto mi riguarda perorero’ la giusta causa nel mio circolo.