21 GIUGNO 2010

A responsible response

Francesco Costa lo sta seguendo con attenzione, e concordo con lui: Joe Biden ha il lavoro più bello del mondo. Giustamente, se la gode, ma questo non gli impedisce di dimostrarsi uno statista, quando il suo ruolo lo richiede. Certo, a modo suo.
Ora immaginate che in Italia una compagnia privata combini un disastro come quello causato dalla Bp nel Golfo del Messico. E immaginate come si muoverebbero le istituzioni italiane. Provate a immaginare un incontro con i dirigenti di quella compagnia durante il quale il nostro Governo, tanto per gradire, impone un primo acconto di 20 miliardi di dollari: 20 miliardi per sostenere le piccole imprese danneggiate dalla fuoriuscita di petrolio, non per riparare i danni. Quello ambientale è un conto che verrà presentato a parte. Ripeto, figuratevi il nostro Governo che impone ai privati di pagare il conto di un danno grave che hanno provocato. Eh.
E poi immaginate un senatore dell'opposizione che si lascia scappare un commento dispiaciuto per come il Governo abbia, secondo le sue parole, "estorto" soldi alla Bp. E immaginate come, in Italia, subito tutti i giornali e le televisioni di parte si affretterebbero a smentire e a giustificare. Sempre che non intercettino qualcuno che si prepara, ridacchiando con qualche complice, a speculare sulla macchia di petrolio.
Ora pensate a come potrebbe rispondere un vicepresidente italiano a qualcuno che gli chiede di commentare questa faccenda: poi ascoltate cosa ha detto quello americano.
Certo, sarebbe bello se in Italia avessimo uno come Barack Obama. Ma per come siamo messi mi accontenterei di Joe Biden.

  1. imporre un acconto a gente così?

    mc

    p.s. I paragoni Ita/US rischiano di sfociare sempre nell'improprio e nell'improperio; Biden tutta la vita, insomma…

    utente anonimo
  2. … gli USA sono così, onesti nella politica interna, riprovevoli, per non dire di peggio, nella politica estera.
    A suo tempo scrissi:
     
                                      La Guerra, un male di consumo
    Nel 2006 hanno condannato a morte Saddam per crimini di guerra. Mi sono chiesto: perché solo lui? L’industria delle armi è la prima al mondo, nell’industria si produce quello che si vende, la guerra è il suo miglior cliente. Saddam è stata una delle figure più negative del nostro tempo, ma dall'omicidio di Mattei fino a quello di Alliende, molto sangue è stato versato nel centro/sud America, in Africa e nel medio oriente per gestire il potere sul petrolio e sulle materie prime. Chi è stato condannato per questi crimini di guerra? Gli interessi sul petrolio sono così immorali, che i bimbi del mondo, attraversati dai proiettili dei pre…potenti, sono diventati un pensiero astratto che disturba l’attenzione dei ci…vili occidentali.

    F.F.

    utente anonimo
  3. Va bene, Fausto. Ma stiamo parlando di cose diverse. Come al solito.

  4. Perchè? Corrotti la o corrotti qua, cosa cambia. La politica italiana o americana non sono diverse, negli USA hanno eletto Obama, che, limitatamente alle sue possibilità, cerca di essere una guida corretta, ma sicuramente non riuscirà ad avere il sopravvento sui pretolieri o sui fabbricanti di armi.
    Obama in Italia non potrebbe essere eletto, non vedo alcuna persona affacciarsi sulla politica per semplice passione, non vedo politici che vivono la propria attività, senza migliorare la propria posizione economica.
    Ieri Berlusconi ha posto il veto sulla tassazione delle banche in Europa, il solito conflitto d'interessi che tu rinneghi o ritieni secondario.
    Se, per assurdo, Obama si confrontasse con Berlusconi, in Italia, con queste leggi, sarebbe sconfitto.
    Trovo inutile vagheggiare improbabili esempi, se poi consideri fuori tema paralleli e approfondimenti.
    Noi, oltre ai problemi comuni con le altre nazioni, abbiamo la carenza di una legge sul conflitto d'interessi, che nel caso delle banche, riguarda sia la destra, che la sinistra e di conseguenza tutte le persone che fanno politica, indipendentemente dal colore. Fino a quando gli interessi non saranno in conflitto con la politica, la politica sarà corrotta e i politici inaffidabili, tutti. 
    F.F.

    utente anonimo
  5. Fausto, non dire che rinnego il conflitto d'interessi, perché non è vero e se pensi sia vero vuol dire che o non mi sono spiegato abbastanza o non hai capito tu.
    Quel che dico è che a mio parere non è molto utile alla discussione, come fai sistematicamente, tirare fuori tutto e niente, dalla guerra alle televisioni alle banche; e che farlo così, perdonami, non ci porta molto lontani dai discorsi alla "signora mia che tempi" che potresti ascoltare da due damine in coda dal verduriere. E' un livello di argomentazioni che anche fossero tutte vere – e la cosa sarebbe da approfondire – qui vorrei evitare.
    Infatti, per l'ennesima volta, tu e tutti quelli che insistono da 16 anni sempre sugli stessi concetti, dovreste spiegarmi perché l'analfabeta di ritorno che si fa ipnotizzare da Emilio Fede occupa il 100 per cento della vostra analisi politica, mentre molta gente come voi, che non guarda il Tg4, non si fa abbindolare dalle televendite, e guarda con diffidenza il sistema dell'informazione, ciò nonostante se ne sta a casa all'election day, perchè le proposte alternative della controparte non sono comunque così convincenti da smuovere il suo culo e portarlo al seggio.
    Ecco, trovare un modo per far applicare la par condicio a Matrix è sicuramente un nobile proponimento, ma io preferisco occuparmi del perchè a gente che Canale 5 non lo guarda e che sarebbe ragionevolmente democratica e progressista non solo fa schifo Berlusconi, ma anche tutto quel che trova dall'altra parte.
    E in questo, se mi consenti, mi sembra utile vedere cosa fanno altrove, che linguaggio usano, che comportamenti adottano, qual è il messaggio e il senso delle cose, Stato compreso, non solo a partire dal mitizzato Presidente fenomeno che pare irripetibile ovunque, ma anche solo prendendo in considerazione il molto meno considerato vice.
    Si può fare un ragionamento su questo senza per forza imbarcarsi per la tangente del conflitto di interessi, della guerra in Iraq, delle multinazionali che spadroneggiano, del "sono tutti ladri e sono tutti uguali", che mi sembra fino a oggi sia servito più o meno a niente?
    Possiamo, per un minuto, distrarci dalle cose che già ci siamo ripetuti mille volte che non funzionano e chiederci "ok, ma allora cosa funzionerebbe davvero"? Perché guarda che quel che dici tu, semplicemente, non funziona: quanto ti ci vuole per capirlo, ti servono altri 16 anni? E, se non funziona, non pensi possa esserci in quel che dici qualcosa che non va?
    Macheccazzo.

  6. In questo momento non ho il tempo per impegnarmi nel proseguimento di questo dialogo. Voglio essere estremo, in Italia sarebbe necessario istituire dalla prima elementare un corso di educazione civica alla democrazia, tutto il resto è politica.
    Avremo occasione di darci torto in seguito.
    Ciao F.F.

    utente anonimo
  7. io vorrei provare ad essere estremamente sintetico:
    non so quanta strada si possa percorrere col
    "sono tutti colpevoli, dunque inutile accanirsi ecomunque brava America ma i cazzi nostri sono tutt'altri"
    o, meglio, posso immaginare quanta, non quale;

    non mi pare si voglia fare a tutti i costi un'apologia
    coi paraocchi di Obama, certo nessuno nega i nefasti effetti della politica (?) estera americana, tuttavia o ci si predispone ad attendere un "deus ex machina" da tragedia greca che risolva magicamente le cose a schiocchi di dita * 
    oppure si fa con quello che si ha,
    ed è abbastanza verosimile che quello approfondito in questo pezzo sia un segnale significativo, difficilmente mi immagino il Bush junior pestare un pugno sul tavolo con la BP
    e se è vero questo, perchè non ipotizzare una situazione analoga qua in Italia e fare delle ipotesi?
    Lecito, bene, perfetto, però se a questo punto si coglie l'occasione per riversare sul tavolo la gerla stracolma di argomentazioni il discorso si rimpolpa, certo, ma diventa un filo dispersivo
    ed un discorso dispersivo rende difficoltosa la comunicazione
    ed una comunicazione difficile certamente non favorisce un chiarirsi delle idee
    e delle idee mediamente confuse favoriscono l'inazione
    (ovvero mi girano genericamente le palle, ma non ho precisamente idea di cosa sarebbe necessario fare, o cosa potrebbe tornare utile)
    il che è utilissimo affinchè lo status quo permanga senza soluzione di continuità

    bene, le mie velleità di sintesi sono andate in malora

    A.
     

    utente anonimo