18 GENNAIO 2010

FAQ

Ho ricevuto mail e commenti che contenevano domande su di me, su chi sono, sulla mia candidatura, sulle mie proposte e sulle cose in cui credo. Ho pensato che invece di realizzare il solito programma fosse più interessante riportare quelle domande e le mie risposte. Se ne avete altre scrivetele nei commenti o inviatele via mail, le aggiungerò al post e risponderò a tutti.

Chi sei?
Mi chiamo Paolo Cosseddu, ho 36 anni, e sono nato a Biella. Il cognome credo parli da solo a proposito delle origini della mia famiglia. Ho iniziato a lavorare a 18 anni, collaborando con la maggior parte delle testate biellesi – molte di queste nel frattempo scomparse – e da qualche tempo sono consulente editoriale per alcune case editrici specializzate che hanno sede perlopiù a Milano.

Sei iscritto a un partito?
Sì, milito nel Partito Democratico. Mi sono tesserato il giorno successivo alla sconfitta elettorale alle amministrative del 2009. Mi sembrava che la situazione fosse peggiorata oltre ogni previsione, e ho deciso di provare a dare un contributo.

Come ti definiresti?
Un progressista. In questo senso per me il Pd è la mia sola casa possibile: ho sempre votato centrosinistra, ma solo con la sua nascita ho visto la possibilità di creare in questo Paese una forza finalmente moderna e in linea con gli altri paesi occidentali. Ma c’è ancora molto da fare.

Esperienze politiche?
Dopo la mia iscrizione ho partecipato alle primarie per la scelta del nuovo segretario nazionale come coordinatore provinciale del comitato biellese a sostegno della candidatura di Ignazio Marino. Il comitato ha ottenuto in zona il 20 per cento dei consensi, quasi il doppio della media nazionale, anche grazie a un gruppo eccezionale che si è riunito con entusiasmo e con il comune intento di rinnovare questa classe dirigente.

Hai incarichi di partito?
Proprio durante le primarie sono stato eletto sia all’assemblea provinciale che a quella nazionale. Localmente non ho però incarichi operativi, e non ho partecipato alla creazione e nomina dell’ultima segreteria. Ma partecipo il più possibile alla vita e alle attività del Pd biellese.

In cosa consistono queste primarie?
Si tratta di scegliere i due candidati che correranno per la carica di consiglere regionale del Pd rappresentando il Biellese alle prossime elezioni di fine marzo.

Perché fate tutte ‘ste primarie?
Perché il nostro partito si fonda sull’idea che le scelte devono essere condivise nel modo più democratico possibile. Alcuni le trovano una perdita di tempo, o farraginose. Sicuramente vanno semplificate, ma sono comunque preferibili a piccoli gruppi di dirigenti che si chiudono in oscure stanzette e prendono decisioni sulla testa di tutti gli altri.

Chi sono gli altri candidati?
Wilmer Ronzani, che è anche il consigliere uscente, e Rita De Lima.

Perché ti sei candidato?
Fondamentalmente, per fare in modo che queste primarie si facessero sul serio. In secondo luogo, perchè non volevo che certi temi restassero fuori dal dibattito, e infine perché credo sia necessario prendere atto delle sconfitte recenti e provocare un profondo rinnovamento della classe dirigente, anche nel Biellese.

Farete un dibattito tra candidati?
E’ un’ottima idea, e ovviamente sono disponibile. I circoli del Pd nel Biellese stanno organizzando degli incontri, per il momento sono fissati quello di Vigliano mercoledì 20, quello di Roppolo giovedì 21, quello di Tollegno venerdì 22, quello di Cossato lunedì 25, Occhieppo Superiore , Mongrado e Pray martedì 26, Biella venerdì 29. Se ve ne saranno altri li aggiungerò qui, e se siete in zona fate un salto.

Quando si svolgono le primarie?

Domenica 31 gennaio. I seggi saranno aperti dalle ore 8 alle 12,30, e dalle 14 alle 19.

Dove saranno i seggi?
Trovi l’elenco completo qui.

Io non sono iscritto al Pd. Peccato, altrimenti ti avrei votato.
Puoi votarmi lo stesso, perché a queste primarie possono partecipare tutti i cittadini con almeno 16 anni, e anche gli stranieri in regola con il permesso di soggiorno.

Quindi possono votare tutti? Davvero?
Ti dico di sì. Giuro.

Ho sentito che per votare si pagano due euro.

E’ vero: devi tenere presente che le primarie sono organizzate dal Pd locale, che non ha molti mezzi finanziari (ci sono partiti ricchi, ma stanno dall’altra parte) e non gode di rimborsi statali. In realtà paghi anche quando voti alle elezioni, solo che non te ne accorgi perché paghi con le tue tasse. Le elezioni costano, la democrazia costa ed è difficile da realizzare, ma non è un buon motivo per rinunciarvi.

E la tua campagna elettorale chi la paga?
Premesso che non si tratta di una grande campagna, le persone che hanno deciso di sostenermi hanno stabilito, oltre che di lavorare gratuitamente in queste settimane, di contribuire alle spese di tasca loro. Se desideri dare una mano pure tu, anche con una piccola donazione, scrivimi. Sarà molto apprezzata.

Perché è così importante che il Biellese riesca a eleggere un consigliere regionale?
Perché abbiamo il diritto di essere rappresentati nel governo della Regione, dove vengono prese decisioni importanti che riguardano anche noi.

Quali sono secondo te le priorità per il Biellese?
Il lavoro su tutte. Il territorio si sta impoverendo, servono progetti di ampio respiro per fornirci un pizzico di prospettiva. Vanno sostenuti i lavoratori in difficoltà, bisogna contrastare le grandi aziende (in particolare quelle commerciali) che ci colonizzano offrendo un precariato senza sbocchi come unica prospettiva, e aiutare le imprese che dimostrano di voler investire anche per creare benessere. Serve un patto con quegli imprenditori che sono disposti a credere ancora nelle potenzialità produttive del Piemonte: viceversa, chi governa deve mettere alle strette coloro che hanno delocalizzato pur continuando a godere dei benefici dell’etichetta made in Italy. Ce ne sono, anche a Biella. A questo proposito mi informano che c’è una proposta di legge apposita, proprio contro la delocalizzazione: i buoi sono già scappati dalla stalla, ma va sostenuta.

Sanità pubblica o privata?
Pubblica, in cui le nomine siano basate su criteri non politici ma di competenza. Pubblica anche perché confiniamo con una regione, la Lombardia, in cui la commistione con i privati causa problemi che non mi auguro di vivere anche in Piemonte. Inoltre, il Biellese deve combattere e vincere la battaglia per il nuovo ospedale di Biella, facendolo uscire dall’empasse in cui è finito.

Scuole pubbliche o private?
Pubbliche. E’ inoltre sul tavolo la questione dell’Università biellese: nei mesi scorsi, in seguito alle riforme e ai tagli di questo Governo, si è giunti a un compromesso che non è pienamente soddisfacente, anche se garantisce la sopravvivenza di un polo universitario in minore. Conoscendo la provvisorietà delle riforme che caratterizzano il nostro Paese, dobbiamo farci trovare pronti in vista di un nuovo possibile scenario, con l’obbiettivo di costruire un polo forte e spiccatamente specializzato, che metta a frutto il patrimonio di know-how derivante dalla lunga tradizione tessile biellese. Aggiungo che sono contrario ai buoni scuola, a meno che non permettano di frequentare istituti superiori che in un territorio esistono solo in forma privata (assenza che ad esempio a Biella non c’è), e comunque solo per le fasce di reddito più basse.

Acqua bene comune?
Assolutamente sì, e riguardo al Biellese, no a nuove dighe, sì agli investimenti per ridurre le dispersioni della nostra rete idrica. Inoltre, chi consuma per la propria attività risorse naturali del territorio, e quindi l’acqua in particolare, deve compensare con ricadute a livello locale.

I trasporti?
Potenziare le linee ferroviarie locali, garantendo collegamenti veloci dalle provincie ai capoluoghi di riferimento, Torino e Milano. Ho fatto il pendolare tra Biella e Milano per un lungo periodo, e so di cosa parlo: due ore e mezza di viaggio per 90 chilometri sono inaccettabili, nel 2009. Ricordo che mettevo in conto almeno un ritardo a settimana, e a volte capitava di arrivare a Santhià mentre l’ultimo treno per Biella stava partendo: estenuante. L’alternativa, per tanti lavoratori e studenti, è un monolocale da mille euro al mese in una grande città, o logorarsi la salute. Non va bene.

Qualche esempio di iniziativa concreta?
Nei momenti di difficoltà le persone si attivano e si ingegnano per trovare soluzioni semplici ed efficaci. Secondo me chi governa dovrebbe essere sensibile a quelle esperienze e supportarle il più possibile. Ecco qualche esempio: iniziano a diffondersi i Gruppi di Acquisto Solidale, che riuniscono i consumatori favorendo agricoltori e produttori del luogo, oltre che il consumo di prodotti locali e genuini; vi sono associazioni che ritirano computer usati dalle aziende, li ricondizionano e li regalano a chi non si può permettere di acquistarli, compiendo anche un’opera di alfabetizzazione informatica; altri che raccolgono dai centri commerciali prodotti in scadenza e pane distribuendoli a chi ne ha bisogno: tutte esperienze nate dall’iniziativa di piccoli gruppi di persone che dovrebbero essere sostenuti. Inoltre, è importante diffondere le esperienze positive e le soluzioni che sono già funzionanti presso le comunità: penso ai progetti di teleriscaldamento avviati a Biella dalla precedente amministrazione, ai condomini solidali in cui anziani ancora autosufficienti possono vivere in casa propria con piccoli aiuti senza per forza doversi trasferire in casa di riposo, ai Comuni che si convenzionano tra loro per mantenere servizi efficienti nelle valli e nelle zone poco popolate.

Abito in montagna, e non ho internet. Cosa proponi?
Portare l’accesso alla rete nelle case è un dovere dello Stato come lo era portarvi l’acqua potabile in passato: il web apre all’informazione e al mondo anche l’eremo più isolato, ed è fondamentale nella formazione di una cittadinanza consapevole. Le soluzioni ci sono, e dove le geografia impedisce di arrivare con le linee terrestri c’è il wi-fi. Dirò di più, è importante rendere accessibile a tutti, anche agli anziani, l’uso di questi strumenti e il loro possesso, servono un piano di alfabetizzazione e un modello burocratico che permetta sempre più di accedere ai servizi pubblici da remoto.

Sei a favore della Tav?
Nessuno che abbia a cuore l’ambiente può essere contro i treni, se lo scopo è quello di trasferire le merci dalla strada alla rotaia. Il progetto iniziale era sbagliato, e anche la linea così come è stata realizzata in pianura poteva essere resa meno visibile, come hanno fatto ad esempio in Francia. Inoltre, è impensabile progettare grandi opere senza interpellare le comunità direttamente interessate. Detto questo, il nuovo tracciato è più accettabile, non buca più la montagna e passa per una zona che è sede di tre grandi industrie metallurgiche, di impianti sciistici deturpanti e di un’autostrada che è come una ferita aperta, ma che ai tempi non ha suscitato nessuna protesta e che ha arricchito molti. Le attuali resistenze dei comitati No Tav celano motivazioni meno nobili, come ad esempio la vendita di terreni di pascolo a peso d’oro, e alcuni interessi economici personali, non della comunità residente, cosa che molti oppositori della Tav spesso non sanno o fingono di non sapere.

Gestione dei rifiuti, differenziata e inceneritori.
Non sono un tecnico, ma personalmente non vado matto all’idea di bruciare i rifiuti. La termovalorizzazione con lo scopo di risolvere il problema rifiuti e produrre energia è una soluzione a breve e medio termine, perché è evidente che avere discariche che scoppiano sarebbe un problema ambientale anche maggiore. Ma deve essere chiaro che il futuro è altrove, è nell’incentivazione della raccolta differenziata – processo anche culturale che la politica ha il compito di velocizzare – e nella diffusione delle esperienze di "zero rifiuti" che già esistono e funzionano. Inoltre, bisogna scegliere con cura i siti delle discariche e tenere sotto controllo il lavoro delle imprese che le gestiscono.

Sei a favore delle centrali nucleari?
E’ preoccupante l’idea che un Governo, in particolare questo Governo, impegni oggi l’Italia su un progetto nucleare che si realizzerà nei prossimi due decenni. Negli Stati Uniti, dove a lungo hanno costruito centrali contando sul fatto che prima o poi si sarebbe trovato un modo sicuro di stoccare le scorie, hanno fermato il piano di espansione del nucleare civile, perché quella sicurezza non c’è. In Italia non si stoccano correttamente neppure i mangimi, figuriamoci se posso dormire col pensiero che imprese forse colluse con la mafia devono gestire scorie radioattive, magari buttandole a mare. La sola idea che la vicina Trino possa essere riaperta mi fa accapponare la pelle. E’ meglio investire sulle energie rinnovabili (in particolare il solare termico), su una Green Economy che ha dimostrato di portare vantaggi, oltre che ambientali, anche economici, diffondendo esperienze già esistenti e funzionanti. Inoltre, la gran parte dell’inquinamento delle città è dovuto agli impianti di riscaldamento: basterebbe cambiare tutte le caldaie a gasolio ancora attive, e sono moltissime, con altre a metano e già si otterrebbero risultati importanti.

Cosa ne pensi della proposta di non candidare persone con condanne penali definitive?
Penso che sia come il freno d’emergenza sui treni: non è il modo migliore per fermarli, ma se si sta andando a tutta velocità verso il baratro va tirato. Io credo in una società in cui sia possibile il recupero e il reinserimento di chi viola la legge restituendogli tutti i diritti civili, anche quello di far politica. Ma indubbiamente viviamo in tempi in cui questo principio viene violentato per scopi indegni. Allora tiriamo quel freno, e teniamoci forte, col patto però di realizzare una società in cui questo genere di gesti non siano più necessari. Anche perché non vorrei trovarmi un domani ad affrontare il problema di uno straniero che oggi viene arrestato per reato di clandestinità ma tra dieci anni, dopo essere diventato cittadino italiano, per questo precedente non può candidarsi o essere eletto.

Cosa pensi della separazione tra Stato e Chiesa?
Che devono restare separati e rispettarsi a vicenda.

E i cosiddetti temi etici?
Sono perché le persone possano godere di tutti i diritti, e intendo proprio tutti, a prescindere dal loro orientamento sessuale, dalla loro religione, dalla loro etnia o da chi hanno scelto per dividere la propria vita. Sono dell’idea che ognuno debba essere libero se scegliere di sottoporsi o rifiutare una terapia, e che se non si è in grado di fare quella scelta debba essere la famiglia a farla per lui. Servono un registro delle unioni civili e uno dei testamenti biologici, e una carta sui diritti dei migranti.

Secondo te si pagano troppe tasse?
Secondo me sì, e la cosa peggiore è che spesso quei soldi vengono sprecati malamente. Ne paga troppe il lavoratore dipendente, che si ritrova in busta decurtazioni inspiegabili, e quello autonomo, strozzato da burocrazie, adempimenti e studi di settore fasulli. Nella situazione in cui siamo, chi vuole creare impresa e dare lavoro deve essere sostenuto e non ostacolato, perché dal suo successo dipende il destino delle famiglie dei lavoratori che stipendia. Nella spesa pubblica serve più sobrietà, più efficienza, meno sprechi che consentano di investire dove ce n’è bisogno. Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Però con gli evasori, specie i grandi evasori, nessuna pietà.

Secondo te in Italia c’è un emergenza immigrati?
C’è, nel senso che il modo con cui queste persone vengono trattate è un’emergenza. Io credo nell’integrazione, non nella ghettizzazione.

Ma allora, il problema sicurezza?
Ho lavorato per tre anni a Quarto Oggiaro, famigerato quartiere malfamato della cintura milanese, e posso dire con una discreta certezza che i primi a non sentirsi sicuri sono proprio gli stranieri che sono costretti a vivere in quartieri periferici, hanno paura di mandare i figli a scuola e vorrebbero una maggiore presenza da parte di uno Stato che ha il dovere di proteggerli. E’ un compito preciso di una forza di centrosinistra preoccuparsi di tutelare i più deboli.

Cosa pensi di Berlusconi?
Penso male.

Sei antiberlusconiano?
L’antiberlusconismo è una reazione, e in quanto tale è comprensibile, capita anche a me. Però, ad un certo punto,  mi sono convinto che sia più utile lavorare per costruire e far comprendere una proposta che sia migliore della sua, e che fino a oggi a mio parere è mancata. E’ una partita difficile, perché l’avversario è un baro, ma bisogna vincerla.

Opposizione senza se e senza ma o collaborazione sulle riforme?
Opposizione. Non mi sembra ci siano le premesse per collaborare con questo Governo, e anche se ci fossero le esperienze del passato dovrebbero averci dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che non c’è da fidarsi. Inoltre, non credo sia quello che vogliono gli elettori del Pd.

Cosa pensi del conflitto di interessi?
Ne ho scritto diffusamente qui. In sintesi, credo siano stati fatti su questo argomento errori micidiali che stiamo pagando con interessi da usura. Se vogliamo occuparcene non possiamo credere che sia ancora il 1994 (o il 1984), dobbiamo riconsiderare tutta la tivù in chiaro, sia quella statale in mano al Governo che quella di proprietà di Berlusconi, sia quel che è successo con l’avvento del satellite e dei nuovi media. E il finanziamento ai giornali, i tetti di raccolta pubblicitaria… tanta roba. In generale, rifuggo risposte semplici a domande complesse, anche se è più difficile ottenere l’attenzione e spiegarsi. Ma non si può fare altrimenti.

Cosa pensi di Antonio Di Pietro?
Penso che chi lo vota lo fa soprattutto perché vorrebbe vedere nel Pd idee più chiare e coraggiose, e non trovandole vota lui. Considero il suo elettorato in prestito, un comodato d’uso. Infatti si chiama Di Pietro, e quindi deve tornare indietro.

Cosa pensi dell’attuale dirigenza del tuo partito?
Che non la definirei esattamente attuale. La nomina di Bersani mi suscitava qualche perplessità, anche se non sulla sua persona in particolare, ma i casini combinati in due mesi sulla scelta dei candidati a presidente in alcune regioni hanno superato le mie più fosche previsioni. Anticipo la domanda: no, D’Alema non mi piace. Quasi rimpiango Veltroni, e ho detto tutto. In sintesi: bisogna cambiare, e in fretta.

E del grande centro?
L’idea di votare qualcuno conferendogli il mandato di andare in Parlamento e di governare con la destra o con la sinistra a seconda di chi gli garba di più mi ricorda tanto una situazione già vista a cui non vorrei tornare. Io sono per il bipolarismo, e per la semplificazione delle forze politiche. E vorrei che il Pd diventasse una casa per tutti i progressisti del Paese, perché frammentarsi in base alle differenze anziché unirsi in base ai punti comuni ha causato solo disastri, basti pensare ai problemi vissuti dai due governi Prodi.

Cosa ne dici dell’alleanza con l’Udc?
L’idea non mi entusiasma. Se si basa sulla necessità di contrastare questa destra parliamone, ma deve essere chiaro che non può trattarsi dell’ennesimo patto ricattatorio, e che il Pd non può rinunciare ai suoi valori pur di battere l’avversario, altrimenti non si capisce più la differenza tra noi e gli altri.

Ti sei dimenticato della sinistra.
Giusto. Per prima cosa va detto che se il Pd fatica a conquistare l’elettorato moderato, ancor di più perde pezzi di quello di sinistra, che se ne resta a casa deluso o va altrove: per non scontentare nessuno si scontentano tutti, così non funziona. E’ un grosso problema, soprattutto perché è causato dalla pochezza e dalla vaghezza delle proposte. A proposito delle forze che stanno a sinistra del Pd stesso, la loro frammentazione è un monito anche per quel che accade in casa nostra. Noto però che anche in mezzo a tutte quelle difficoltà stanno emergendo notevoli differenze tra una nuova classe dirigente, quella che si riconosce in Vendola, e i vecchi apparati. Me ne compiaccio, e spero che in futuro potremo essere tutti uniti (anche se loro, comprensibilmente, forse ancora non lo possono concepire).

Perché avete perso le amministrative? Cosa non ha funzionato?
Innanzitutto tengo a precisare che secondo me si è trattato di esperienze amministrative positive, molto positive, e lo dimostra il fatto che chi le ha rimpiazzate per il momento si sta limitando a confermare l’esistente, anche se non ho dubbi che presto farà danni. Da esterno, ma anche da persona che come giornalista ha seguito le cose da una posizione ravvicinata, mi vengono in mente due motivi. Il primo riguarda la comunicazione: spesso le persone non si rendono conto di vivere in una realtà privilegiata, e allora bisogna trovare il modo per farlo sapere. In questo ci sono stati alcuni limiti, forse anche per poca dimestichezza culturale con l’argomento. Un’iniziativa tutto sommato infantile come il Gioco dell’oca della Ztl o il filmato sull’amianto sono un piccolo esempio, un modesto contributo personale per dimostrare che una comunicazione non convenzionale può aiutare a catturare l’attenzione, anche su faccende molto più serie: è un gap su cui bisogna lavorare. Inoltre, credo non abbiano giovato, nella scorsa legislatura, il peggiorare di alcuni rapporti ormai logori e i personalismi. In un partito ci si può anche detestare, ma si deve governare insieme e si deve dialogare, e non sempre è successo. Questo si è riflesso sull’attività di governo, e sulla campagna elettorale. E’ anche per questo che, anche se non bisogna disperdere il patrimonio di competenze esistenti, serve una nuova generazione, con meno conti in sospeso.

Come imposteresti la campagna elettorale per queste regionali?
Non c’è solo Berlusconi: va messo nel mirino tutto quello che la sua figura comporta, e tutto l’universo che gli gravita intorno. Avendo come avversario di Mercedes Bresso in Piemonte il leghista Cota, secondo me l’obbiettivo deve essere la Lega. Questi signori governano da 15 anni ma non hanno realizzato niente, eppure si presentano ancora come se fossero appena arrivati sulla scena. E’ ora che i cittadini chiedano conto del loro operato.

Infine, dimmi perché dovrei votare proprio te.
Perché credo che se è vero che l’esperienza ha un valore, sia il momento di cambiare. Di far tesoro del patrimonio di competenze di chi ha già avuto lunghissime carriere, ma di far misurare una nuova generazione forse più in grado di comprendere la realtà attuale e le sfide che ci attendono. Non è poco.

  1. Caro Pop, Tom Peters ha scritto che "non ci sono risposte,
    ma – nel migliore dei casi – qualche ipotesi che vale la pena di tentare".

    In fondo, direi che è tutto qui, con il vantaggio che quello che hai fatto è un lavorone: argomentazioni chiare, sintetiche, decise e pure precise (quanto meno commisurate alla sede nella quale le esprimi), dotate per di più di svolazzi di ironia davvero buoni (quella di Di Pietro torna indietro è fenomenale!).

    Ora, lo sperticare è pratica a me poco congeniale, spero si sia capito il messaggio e spero, di più ancora, che molti non si facciano "spaventare" e leggano fino in fondo.
    Se "accettano il consiglio" ("The Big Kahuna", remember anyone?) alla fine c’è una cosa che per me ha valso e vale oro: una stilla di fiducia in più, nuovamente il barlume di un cambiamento possibile.
    Bella lì!

    «La grande occasione è arrivata… Il problema è sapere che faccia ha"
    (The Big Kahuna, Roger Rueff, 1999)

    mc

     

    utente anonimo
  2. Pensare di organizzare un piccolo dibattito con i tre candidati alle regionali è pura utopia o credi si posso in qualche modo realizzare?
    Roberto Biagioni

    utente anonimo
  3. Grazie Roberto, ho aggiunto la tua domanda.

  4. Credo sia la prima volta che leggo un programma così sincero, chiaro ed esauriente. Sono impressionata.

    utente anonimo
  5. Mettiamola così, fino ad oggi ti ho seguito, ho tifato per te, molto a scatola chiusa, fidandomi insomma. Se ci pensi nn abbiam mai discusso delle tue idee specifiche su molti temi ma abbiam sempre parlato d’altro. Questa è la prima volta che leggo e scopro le tue idee su numerose tematiche e sono veramente felice di essermi fidato per tutti questi mesi.

    Ottimo programma e ottimo modo di proporlo. Solo questo già dimostra che si possono cambiare le regole senza necessariamente fare male. Spero che se ne accorgano in molti.

    Umbo


    utente anonimo
  6. Aggiunta una risposta (la terzultima), in seguito a una domanda pervenuta via mail.

    (Grazie Umbo!)

  7. ok

    A.

    utente anonimo
  8. Aggiunte integrazioni alle domande su scuola e lavoro, e una risposta, la quartultima, a una domanda pervenuta via telefono…

  9. Sembra lungo perché su internet, e su un blog in particolare, non c’è l’abitudine a questo tipo di testi. In realtà è molto scorrevole e preciso. Complimenti
    Franci

    utente anonimo
  10. Mi sarebbe anche piaciuto sapere cosa ne pensi a proposito di… come non detto, trovato.
    ;)

    utente anonimo
  11. Mi chiedo cosa ne pensi delle nuove ipotesi di collegamento ferroviario con Milano e Torino… Che il collegamento sia ottimo nessuno lo nega ma secondo te è ottimale il patto che si è trovato o credi si possa fare meglio?
    Roberto Biagioni

    utente anonimo
  12. Bella lì!
    Complimenti. In Bocca al Lupo!
    Kalu
     

  13. Ciao Roberto, scusa se rispondo solo ora ma ieri è stata una giornata intensa. La quesione che poni è specifica, per cui scriverei qualcosa qui nei commenti: immagino tu ti riferisca alle notizie di questi giorni, giusto?
    Bene, ovviamente è una buona notizia, e sono contento che su questo tema ci sia una collaborazione bipartisan, ma non è che la vecchia amministrazione abbia dormito su questo tema. E’ la comparsa di un nuovo gestore di tratta desideroso di costruirsi una rete che ha sbloccato la situazione. In secondo luogo, mi piacerebbe che l’attuale assessore fosse un po’ più preciso negli annunci: secondo lui  da Biella a Rho ci si metterà un’ora e 10 minuti, e poi altri 10 minuti in metro da Rho al centro di Milano. Da Rho a Milano in metro ci si mette molto di più, sembra un dettaglio ma su queste cose il pendolare regola la sveglia.

  14. Ciao Paolo, io vivo addirittura in Canada, ma sono italiano e figlio di un biellese. Mi piace il profilo politico che hai tracciato e spero tu possa vincere. Chiederò a mia zia e al resto della famiglia di votare per te, ma devi essere preciso nel darmi gli indirizzi dei seggi, i giorni e gli orari.

    Puoi darmeli sul mio blog, oppure puoi scrivermi: scrivimi chiocciola sciltiangastaldi punto com

  15. Ho aggiunto il link all’elenco dei seggi e aggiornati gli appuntamenti nei circoli.

  16. Ho letto da cima a fondo con attenzione sia le domande sia le risposte. Peccato non poterti votare perchè residente in Sardegna. Comunque in bocca al lupo.

    utente anonimo
  17. Scusami, ma il riferimento al Gruppo di Acquisto Solidale non è corretto: sono le famiglie ad acquistare insieme, secondo criteri di consumo consapevole scegliendo qualità del prodotto e valori etici della produzione, privilegiando a parità di qualità i produttori locali. Quello che citi è un GAS atipico, nato recentemente, ma la realtà dei GAS nazionali è connessa all’iniziativa delle famiglie. Ti invito a consultare il sito http://www.gasbiella.org relativo al GASB! che è anche associazione di promozione sociale, nata nel 2006, e che ha sottoscritto la piattaforma di Libera10,
    piattaforma che si rivolge a tutti i candidati alle prossime regionali.
    Grazie

    adrigiac@tin.it

  18. Hai ragione adrigiac, ho inutilmente contorto in pessimo italiano una frase che voleva intendere altro: ovvero che tali gruppi di acquisto permettono di valorizzare i produttori locali che operano secondo determinati criteri, quelli da te correttamente indicati. L’esempio, qui nel biellese, riguarda piccoli agricoltori e allevatori, i loro prodotti e i derivati tipici del territorio, che normalmente faticherebbero a trovare un canale di comemrcializzazione o sarebbero penalizzati dalla leva economica e distributiva. Grazie della segnalazione, provvedo subito a modificare la faq.

    ps: per la cronaca, avevo anche scritto che "non ero contrario ai buoni scuola", che è l’opposto di quel che penso, infilandomi in una doppia negazione. Abbiate pazienza, licenzierò lo staff che si occupa delle faq, ovvero io stesso.

  19.    Non penso si opportuno affrontare in questi termini l’argomento in campagna elettorale, però ritengo che fra gli evasori più recidivi siano da annoverare una buona parte di piccoli imprenditori e un notevole numero di piccoli commercianti (ha mai notato il tenore vita di certi fruttivendoli?)
        Altro punto da considerare sempre sul fronte economico, da trattare con le molle in questo contesto,  è quello della tassazione. Considerato che è puramente demagocico parlare di una riduzione del carico fiscale con il debito che ci troviamo (grazie ai vari Craxi e Andreotti) sarebbe molto più onesto ed equo pensare ad un riduzione per i più poveri e per le aziende sane e ad un corrispondente congruo aumento per i ricchi e per le rendite finanziarie. Chiaramente non pretendo che lei si esponga in tal senso in questa circostanza vorrei solo che mi facesse capire se condivide quanto sopra. Quasi tutto ok per il resto 

                                           Franco

    utente anonimo
  20. Caro Paolo,
    hai tutta la mia ammirazione!
    In bocca al lupo!
    Nicoletta

    utente anonimo