Un lavoraccio

Questa faccenda del portavoce del sindaco non finisce più. Ora fonti varie e ben informate sono tutte d’accordo nell’affermare che una delle due persone dello staff sarebbe prossima a lasciare l’incarico, diciamo così (traduzione: lo cacciano). Mi chiedo perciò cosa succederà ora: sembra che Provincia e Comune siano entrati in concorrenza per aggiudicarsi i servigi di uno degli ultimi giornalisti davvero validi rimasti in città, ma che lui stia nicchiando, un po’ perché non è esattamente d’area, un po’ perché non sa bene cosa aspettarsi, nel futuro, dal giornale per cui lavora. D’altro canto un incarico lungo una legislatura, pur se ben retribuito, è pur sempre a tempo determinato. Una cosa è certa: il Comune paga molto meno della Provincia, quindi almeno da questo punto di vista Simonetti dovrebbe avere la meglio su Gentile. Inoltre, dalle elezioni sono passati ormai sei mesi, e ancora l’ente non ha uno straccio di addetto stampa: non che sia un problema, quando non si combina nulla non serve neanche qualcuno che comunichi a giornali ciò che non si è fatto.
In teoria, avendo io partecipato al bando originario – che come avevo già spiegato era in realtà fittizio, trattandosi di incarichi che vengono affidati con criteri fiduciari – potrei essermi piazzato sufficientemente in alto, nella graduatoria, da avere qualche possibilità. In realtà non penso di averne bisogno, poiché io sono certo di godere della stima del Sindaco, ci sono le registrazioni dell’ultimo consiglio comunale a testimoniarlo.
Nel caso lo stipendio sia effettivamente scarsino come si mormora, sono anche pronto a fare un sacrificio di civismo: come usava dire un illustre e oggi più che mai rimpianto predecessore di Gentile, "bisogna servire Biella, non servirsene". E io sono pronto a fare la mia parte…