Oggi l’Eco di Biella ha reso un servizio ai lettori, ma anche a se stesso, raccontando (ma non ancora on line, purtroppo) la storia del pamphlet di cui parlavo qui, un libretto anonimo tirato in 2400 copie che presenta in copertina la grafica elettorale del Sindaco, ma che in realtà raccoglie nei confronti suoi e di altri tutta una serie di pesanti accuse. Il pezzo su Eco ne ha commentato i contenuti giungendo alla stessa conclusione a cui, con molta meno conoscenza dei fatti, ero giunto pure io: fuffa.
Mario Pozzo, autore del pezzo e cronista con un passato di rapporti personali un po’ burrascosi ma estremamente informato sui fatti, aggiunge un paio di dettagli importanti, ad esempio l’imbarazzo in cui alcune delle storie raccontate avevano gettato non solo l’attuale amministrazione, ma anche l’opposizione: cosa di cui però il libello non fa menzione.
Rilancio facendo notare che provoca la labirintite leggere della testimonianza di solidarietà del candidato sindaco del Pdl, uno che ieri era con il centrosinistra e che oggi è l’uomo di facciata della controparte: si giova della campagna diffamatoria scatenata dai suoi sostenitori ma al tempo stesso manifesta empatia con il diffamato. Se fossi nei suoi panni non so se mi riuscirebbe di non perdere il filo in questa partita di giro ideologica e morale.
Ma c’è di più: l’articolo identifica dietro allo psedonimo un autore a cui in molti avevano facilmente pensato, e da cui qualcuno potrebbe anche intuire un mandante: "un giornalista, che è stato a Biella, conosce il mondo della poltica attraverso i giornali, soprattutto attraverso Il Biellese".
Dall’agosto 2007 al novembre 2008 il direttore del Biellese è stato Pier Michele Girola, un professionista proveniente da fuori provincia. Il Biellese, bisettimanale di proprietà della curia, è il principale concorrente di Eco, bisettimanale pure lui, ma dell’Unione Industriale. Non molto tempo fa, tra i papabili alla carica di presidente dell’Unione Industriale vi era anche Paolo Lavino, imprenditore nel settore delle vendite per corrispondenza – si dice – dalle forti simpatie per il centrodestra, secondo alcuni un vero e proprio teocon. Lavino non ci è arrivato, a quella poltrona, ma curiosamente, non molto tempo dopo, è divenuto presidente della società che pubblica Il Biellese. Come dire: in predicato di divenire de facto editore di una testata, si è trovato ad esserlo della concorrente. Poi dicono che la vita di provincia è noiosa.
In concomitanza con l’arrivo di Girola e Lavino, Il Biellese è passato dall’essere un tranquillo zibaldone per parrocchiani a trasfigurarsi in un aggressivo e schierato strumento d’opinione: ed è stato proprio su quelle pagine che, battendo la grancassa, hanno trovato spazio quelle polemiche contro l’amministrazione cittadina che oggi sono state rinarrate nel pamphlet anonimo.
Come usava dire Ellery Queen: caro lettore, ora hai tutti gli elementi per capire chi sia il colpevole. Io ci sono arrivato, e tu?
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Due noterelle: Pier Michele (non Mario) ha diretto per un anno abbondante “il Biellese”. Il quale, a quanto ho capito, da quel libro qualche pesciolino in faccia lo prende. Si tratterebbe di una bomba (vabbè, un petardino a quanto dici tu) che ferisce anche dalle parti di chi l’avrebbe scagliata. E’ pur vero che in politica si è visto di tutto, eh?
Canna
Lapsus: l’ho corretto, grazie. Quanto al resto, il libro l’ho letto (e riletto), ed è vero che colpisce (appena appena) anche nella direzione che dici tu, ma diciamo che tutto può star dentro una dinamica di conflitti diretti all’interno quanto verso l’esterno. Inoltre, io ho solo esposto una serie di elementi. Al lettore le conclusioni. Però – lo spiego sennò chi passa di qui non capisce – tu potresti saperne qualcosa di più, visto che dalla firma emerge l’assonanza con il cognome di un ex giornalista del Biellese. Se vuoi, siamo tutt’orecchi.
santi numi, sai che sono così fuori dal mondo (biellese) che alla domanda “ma hai sentito del pamphlet che sta facendo parlare mezza Biella”, ho dovuto confessare che appartenevo all’altra metà? Così quel che so è per “si dice” assortiti (non sono riuscito a prendere né l’Eco di ieri né il Biellese di oggi) e per quel che scrivi tu. Quei “si dice”, comunque, hanno provato a tracciare l’identikit di Mimmo Frassinello. E somiglia al tuo…
E di quel giornale sono ex abbastanza per non aver fatto in tempo a incrociare il dicuisopra Pier Michele. Assonanza per assonanza, tu dovresti aver collaborato per svariate testate biellesi, tra cui, nei lontani anni Ottanta, anche “Nulla!” Giusto?
besos
Canna
Via quello sguardo interrogativo, pubblico di Popolino, arriva lo spiegone. “Canna” è un giornalista biellese ora emigrato – la famosa fuga dei cervelli – ed ex cronista del Biellese. Da cui però speravo di ricevere qualche scottante rivelazione, anche solo per sentito dire dai suoi vecchi colleghi: invece niente. Il Nulla era un giornalino scolastico liceale, dei tempi lontani dell’analogico (che poi era Canna stesso che se non ricordo male trascriveva tutto a mano), che recava una macchia di caffè sulla copertina del numero 1, e su cui scrissi pure io: ricordo un pezzo bello forte, tanto forte che rischiai il linciaggio. Da allora non sono cambiato poi così tanto, però un pochino sì. Questo non esaurisce le testate per cui ho scritto, né quelle squisitamente biellesi: l’elenco è lungo un braccio, ed è noioso.
Ciao Canna, stammi bene.
se sei nostalgico e sei su feisbùk, fai una ricerca alla voce “kalapànta”. Nell’album di foto c’è la versione digitale (cioè passata allo scanner) del “Nulla!” analogico. Compreso quel pezzo bello forte
Canna
(quanto alla fuga di cervelli, il mio è fuggito da me stesso. In realtà lo sto solo inseguendo)