15 MAGGIO 2009

Presidente, impari la lezione

monitoA volte mi pare di pensare cose che mi sembrano assolutamente scontate, salvo per il fatto che non trovo nessuno a darmi retta, anzi quelli con cui parlo mi guardano con un certo compatimento.
Meno di un mese fa scrivevo una cosa su questo uso dei Presidenti della Repubblica di far moniti a destra e a manca, tenendosi sempre prudentemente a una certa distanza dalle cose concrete. L’esempio tipico è la difesa della Costituzione, dei valori antifscisti, ma sempre con l’accortezza di evitare riferimenti diretti.
Ora, se davvero un valore è in pericolo, il fioretto non basta più, l’allusione è insufficiente: bisogna guardare il nemico nelle palle degli occhi. Vorrei un Presidente che non dicesse “Difendere la Costituzione da chi la minaccia”, ma “Difendere la Costituzione da chi la minaccia, ad esempio Tizio Caio”.
Ma non succede: ci teniamo questa sorta di nonnetto istituzionale contenti che abbia qualcosa con cui tenersi impegnato nei suoi ultimi anni, un po’ come Henry Fonda che dal portico di casa sorseggia un the freddo guardando il tramonto sul lago dorato.
Dopodiché, l’obiezione comune che si capisca perfettamente, a chi si sta riferendo quando lancia moniti di qua e di là, doveva prima o poi ricevere una smentita esplicita. Ed eccola qua, nei titoli dei giornali di questi giorni.
Lui parla di xenofobia, e quelli rispondono che si sta parlando di qualcun’altro. E potete scommettere che molti troveranno la cosa assolutamente credibile.

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